Capitolo 14

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Emma
Restammo per qualche minuto a fissare quella bestia che si stava spegnendo del tutto.
-È morta?- domandò Marty.
-Penso che tu l'abbia fatta schiacciare per bene..- dissi sorridendole.
-Hai veramente la stoffa per fare la velocista-mi disse Martina gurdandomi negli occhi.
-Anche la ragazza che mi sta guardando-
-Thomas?-
-Non ne ho idea-
Non le chiesi di Minho, mi aspettavo la risposta.
Sentimmo diversi ruggiti provenire da varie zone del labirinto.
-Riunione di famiglia- dissi mettendomi a correre verso una via sconosciuta.
Sentivo i passi della mia amica dietro di me.
Speravo di non trovarmi qualche dolente arrabbiato davanti.
Mi fermai, vedendo poco più avanti un enorme muro solitario ricoperto di piante rampicanti e diverse vie, caratterizzate da buchi nel terreno.
-Il lato positivo? Se ci trovassimo qualche bestia alle calcagna e cadessimo giù, sarebbe la caduta ad ucciderci-
-Torniamo indietro?- domandò cercando di trattenere un sorrisetto.
-Non penso ci sia altra..- il rumore metalizzato di un dolente fece tremare il terreno.
-Al mio tre?-domandò martina.
-Ora!- dissi mettendomi a correre.
Saltai. Mi sembrò di volare, non sentivo più il cemento sotto i piedi e speravo solo che l'edera avesse retto il mio peso e quello di Martina.
Mi aggrappai con una mano alla pianta che copriva il muro e mi voltai, pronta per veder Marty saltare,quasi afferrata dal dolente.
Saltò troppo corto.
Vissi quei momenti come al rallentatore, ma le emozioni che provai furono più realistiche che mai.
Porsi la mano verso quella di Martina e strinsi più forte che potevo, cercando di non far cadere la mia amica.
La sua vita era letteralmente nelle mie mani.
Mi guardò, incantandomi come sempre con quei suoi occhi azzurro ghiaccio.
Scendemmo lentamente, cercando di non inciampare e rischiare di morire.
-Ti devo un favore- disse lanciandosi a terra.
La imitai e ricominciai a correre senza risponderle.
Andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, contro qualcuno.
-EMMA!- Thomas mi prese tra le sue braccia.
-Che hai fatto alla guancia?- dissi vedendo il taglio.
-Sono scivolato giù da un muro di edera- disse grattandosi testa.
-E mi sono tagliato, non so come-
Risi, non quelle risate forzate, ma quelle stupide, da perdere un polmone senza motivo.
-Non vorrei essere la terza incomodo, ma vi ricordo che siamo ancora in un labirinto, di notte, con i dolenti.- Martina sembrò felice nel vedere me e il ragazzo, ma voleva a tutti i costi, come noi, tornare a prendere Alby ed uscire, prima di essere punti da un dolente.

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