Capitolo 20

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Emma
Quasi mi venne un colpo al cuore.
Mi guardai attorno e il labirinto era immobile, come fossimo in pieno giorno. Il rumore degli ingranaggi non ci fece urlare i timpani, non creò quel sospiro di sollievo, eravamo consapevoli di non essere più al sicuro. Anche tutti i radurai che non avevano mai pensato a quello che c'era dentro il labirinto cominciarono a tremare.
Collegai tardi, forse ancora per la botta alla testa:
"Se le porte non si chiudono... la radura sarà distrutta dai dolenti, e vite saranno sprecate" una nota di paura mi si intrufolò nella mente, acceddendola.
Mi voltai verso Marty, notai che anche lei aveva così tanta confusione in testa da riuscire a dimostrarlo al massimo.
Mi avvicinai a lei ma qualcuno si mise in mezzo e mi abbracciò.
Assaporai quel suo così buon odore, rilassandomi tra le sue braccia.
-Thomas..- dissi piano, cercando di farmi sentire solo da lui.
-Mi dispiace così tanto-
Non mi importava dove era stato, che aveva fatto, l'importante era che era lì in quel momento, e mi stava stringendo come avevo sempre desiderato.
Per un paio di minuti mi aveva fatto dimenticare del pasticcio in cui eravamo, mi aveva fatto sentire viva.
Quasi caddi a terra quando Tommy fu trascinato via, lasciandomi vedere Marty strattonata da Gally.
La rabbia sembró congelarmi il sangue, cercai di avvicinarmi ma ancora una volta fui bloccata.
Un uomo robusto ,che si occupava della fattoria,mi bloccò, tenendomi le braccia piegate, procurandomi un dolore atroce.
Speravo solo che Martina non stesse provando tutto quello dolore, non lo meritava.
-Ma che diavolo?!- dissi cercando di scalciare, dimenarmi, ma la forza di quel ragazzo era il doppio della mia.
-Questa è solo colpa vostra!-urlò Gally spingendo a terra Martina, che atterrò fortunatamente sulle mani, procurandosi un danno minore, ma solo vedere il suo corpo a contatto con la terra mi fece andare su tutte le furie.
-Figlio di p..!-
-Sembra che non ti importi di quello che facciamo a te, Emma. Questa ragazza è più importante della tua vita?- domandò quell'essere spregevole accennando un sorriso, aveva in mente qualcosa e voleva portarla al termine.
-È così infatti- dissi sputando quelle parole.
-Bene- disse Gally facendo un segno con la mano al ragazzo che mi teneva.
Il freddo della lama del coltello mi fece rabbrividire quando entró in contatto con il mio collo.
-Brutto psicopatico!- urlò Martina cercando di alzarsi.
-Tu sta ferma!- sbraitò il ragazzo schiacciandole con il piede il torace,togliendole il respiro.
-Gally questa me la pagherai!- dissi urlando spingendomi in avanti. Cominciai a sentire il coltello premere contro il collo.
-GALLY!- la voce di Newt spezzò quel momento, facendo tacere tutti. Solo in quel momento mi accorsi che tutti i radurai stavano a guardare e Thomas era a terra privo di sensi.
Newt si avvicinò a Gally e lo stese con un pugno, mentre Alby buttò a terra il ragazzo dietro di me.
Sostenni il ragazzo di colore che ancora con non molte forze, si era sforzato un po' troppo. Newt si catapultò da Marty, aiutandola, mentre io corsi verso Thomas che giaceva ancora a terra.
-Thomas!- cominciai a scuoterlo, ad agitarlo finché lentamente aprì gli occhi.
Sospirai, lasciando scorrere lungo le mie guance delle lacrime tiepide.
-Grazie al cielo stai be..- Cercó di parlare ma lo bloccai, con le mie labbra.
Forse non era il momento migliore, ma avevo bisogno di lui.
Restammo lì,tra gli occhi di tutti e la paura sulle spalle, ma volevamo goderci il momento, dimenticando ancora una volta tutto quello che stava accadendo.
Un rumore ci fece sobbalzare.
Non un rumore qualunque.
Il ruggito di un dolente.

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