Capitolo 5.

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La mattina dopo mi sveglio con un mal di testa allucinante, ho pianto ancora un po' durante la notte.

Due giorni dopo siamo in centro per comprare il regalo a Giulia; decidiamo di fare un regalo in comune e le compriamo un paio di tacchi a cui sbavava da qualche tempo. La sera del 30 aprile arriva e alle 8 dovevamo essere da Giulia.

Dopo essere uscita dalla doccia mi infilo i pantacollant neri, la gonna, una camicia bianca con la cravatta stile grifondoro e un maglioncino sempre nero.

Controllo se ho tutto nella borsa, prendo le chiavi della macchina e mi avvio a casa di Giulia. Alle 8 arrivo insieme a Emi e a Sere e notiamo di essere vestite rispettivamente da Luna, Ginny ed Hermione: scoppiamo a ridere ed entriamo.

Giulia era bellissima, era vestita anche lei da Hermione ma versione ballo del ceppo.

-È stupenda.- mi giro e vedo Manuel imbambolato a guardare Giulia.

Sorrido e mi metto appoggiata alla parete. Di fronte a me c'è Stephan. Sono ancora imbarazzata per essere scoppiata a piangere davanti a lui l'altro giorno.

-Allora, così sei Hermione Granger!- dice.

Era arrivato di fianco a me e non me n'ero accorta.

-Ehm, si, in persona!- rispondo.

-Ti va un ballo?- chiede facendomi notare tutti i nostri al centro della pista.

-Ma io non...- mi tira e mi mette le mani sui fianchi.

Mi dondolo leggermente sui piedi cercando di non guardarlo. Sembravo un peperone. Non ballo mai lenti o robe simili; mi piace ballare altro.

-Non ti piace ballare?- mi chiede.

-Mi piace, ma non ballo musica del genere.- rispondo.

Fortunatamente la musica finisce, ci stacchiamo e vado di nuovo a fare compagnia alla parete. Mi raggiunge Serena.

-Non bevi niente?- chiede.

-Per ora no.- rispondo sorridendo.

-Daaai, la cucina è piena di roba da bere!- mi dice.

Sbuffo e la seguo in cucina. Prendo un bicchiere di jack e coca e ritorniamo in sala. Sorseggio piano la bevanda cercando di non pensare a niente di brutto; piano fallito.

-Sere tieni un attimo, devo andare a prendere una boccata d'aria.- dico andando fuori.

Prendo una boccata d'aria fresca e mi siedo sul gradino tenendomi la testa tra le mani. Dovevo bloccare quei ricordi, dovevo bloccare loro, eliminarle dalla mia vita, erano nocive per me, ma non ci riuscivo.

-Ehi tutto bene?- mi chiede Lulo.

-Si, solo pensieri brutti, tranquillo.- rispondo abbozzando un sorriso.

Entriamo insieme, era il momento dei regali. Appena vide il nostro rimase senza parole. Non se l'aspettava!

-Io vi amoooooo!- ci abbraccia.

Mangiamo la torta e poi decido di andare a casa. Saluto tutti e mi avvio verso casa con la macchina.

Non volevo ammettere a me stessa che era finito tutto, così da un momento all'altro e per uno sbaglio mio per di più! Per una parola di troppo avevo buttato all'aria 16 anni di amicizia. 

Perché sono fatta così, stuzzico, stuzzico, stuzzico e poi me la prendo se la gente mi urla addosso. 

Sono gelosa, troppo, e quella è venuta a frugare tra cose mie, cercando un mio momento di debolezza per fregarmi le persone più care che avevo.

Due facce della stessa medaglia. |StephanElShaarawy|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora