Capitolo 2.
Era cieco. Questo spiegava tutto. Questo era il motivo per cui non mi guardava; lui non poteva guardarmi. Non avevo detto nulla fino a quando non stavano andando via, quindi probabilmente non sapeva nemmeno che ero lì. Mi sentivo così stupida.Tornai a lavoro, ma non smettevo di pensare a lui. I suoi morbidi capelli, i suoi luminosi occhi verdi...
Volevo vederlo di nuovo. La prossima volta vorrei parlare con lui, fargli sapere che esisto, ma il pensiero di incontrarlo, in realtà, mi rese nervosa. Non ho mai conosciuto una persona cieca. Si sarebbe offeso se gli avessi chiesto qualcosa? Dovevo stare attenta su quello che dicevo intorno a lui.
"Cassie," la voce di mia madre mi distolse dai miei pensieri.
"Cosa?" Domandai, distogliendo l'attenzione da una scatola di utensili da cucina per guardarla.
"Perche non vai in camera tua e cominci a mettere a posto le tue scatole? Hai bisogno di organizzare il materiale scolastico prima di lunedì."
Annuii e salì al piano superiore. Aprii il resto dei scatoloni sul letto e pensai a quando dovevo incontrare Harry di nuovo. Volevo farlo quel giorno, ma sarebbe stato troppo presto. Inoltre, avevo molto lavoro da fare. Decisi che avrei aspettato che il week-end finisse, e vedere se sarebbe venuto a scuola. Non ero sicura che una persona cieca potesse andare in una normale scuola.
Aprii un'altra scatola che conteneva alcuni miei libri. Amavo leggere più di qualsiasi altra cosa, e possedevo almeno una centinaia di libri. Ne ho talmente tanti che mi ci sono voluti ben quattro scatoloni per contenerli tutti. Cominciai a tirarli fuori dalle scatole e li posai sugli scaffali in ordine alfabetico.
Continuavo a pensare a quell'angelo dai capelli ricci che era davanti il mio porticato proprio venti minuti fa. Non vedevo davvero l'ora di vederlo. Era strano come ero ossessionata quando ero con lui, ci siamo solamente incontrati una volta. Non ho mai provato una cosa del genere con i ragazzi, ma con Harry era diverso. Era così carino. I ragazzi di solito non vengono descritti come "carini", ma onestamente lui lo era.
Harry era come un lavoro d'arte che vorresti vedere in un museo; era bellissimo, ed era unico. E per alcune ragioni il fatto che lui non aveva la vista, lo rendeva ancora più attraente. Lo faceva risaltare.
Quella notte quando andai a letto, non vedevo l'ora che arrivasse lunedì. Se Harry non fosse stato nella mia nuova scuola, sarei andata a casa sua. Anne ha dato il loro indirizzo a mia madre, quindi non avevo nessun problema nel cercare la loro casa.
•••
Tre corti giorni e sette lunghe ore stressanti di scuola più tardi, stavo camminando per il mio quartiere, in fretta per vedere il fantastico ragazzo che incontrai pochi giorni prima. Non era venuto a scuola, il che non mi sorprese. Avevo ottenuto il suo indirizzo da mia madre, quindi ora ero sulla strada verso casa sua. Questa era proprio dietro l'angolo della mia, con esattamente cinque case in mezzo. Viveva in una casa carina; era più piccola della mia, ma aveva un aspetto più accogliente. Nervosamente bussai alla porta, e pochi minuti dopo ad aprirmi fu Anne. Sembrava così felice di vedermi."Ciao, Cassie. Come stai?" mi chiese.
"Tutto bene." Risposi educatamente. Volevo chiederle se Harry fosse a casa ma lei continuava a parlarmi, e non volevo essere maleducata. Dopo almeno dieci minuti, finalmente chiese, "Perché hai deciso di venire?"
"Sono venuta per vedere Harry. E' in casa?"
"Si," rispose, facendosi da parte per far si che entrassi. Guardai il salotto. Era davvero organizzato. Probabilmente non era una buona idea avere una casa disordinata con una persona cieca dentro. Si sarebbe ferito continuamente.
"Harry è nella sua camera. Sta facendo i compiti, ma li ha quasi finiti" mi disse Anne.
La ringraziai e mi portò davanti la stanza di Harry, bussai.
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Blinded// H.S {Traduzione italiana}
FanfictionPensai a cosa chiedere. Infine, dissi: "Che cerchi in una ragazza?" Lui rispose subito. "Personalità interessante, di talento, onesta..." Avrei voluto chiedergli qualcos'altro. Non avevo nessuna delle caratteristiche che stava dicendo. Una volta che...