Harry quella notte pensò tutto il tempo a Judith e a come restaurare un rapporto con lei. Zayn gli aveva detto di andarci piano, di cominciare semplicemente a parlarle come se niente fosse, ma senza essere appiccicoso né invadente. Ptf, come se Harry potesse essere appiccicoso. Quindi la mattina dopo si alzò molto prima del previsto anche avendo dormito solo due ore e si preparò, per poi dirigersi in moto verso casa di Judith.
La ragazza aveva appena finito di prepararsi, quando il suo cellulare squillò. Sgranò gli occhi appena notò un messaggio da parte di Harry.
"Scendi."
Diceva solo questo. Judith, confusa, si affacciò alla finestra della sua camera e notò Harry poggiato alla sua moto che guardava davanti a sé. Si allontanò allora dalla finestra, prendendo un lungo respiro per non scendere e tirargli una scarpa in faccia. Che diavolo ci faceva a quell'ora davanti casa sua? Maledizione, più non lo voleva vedere, più se lo trovava intorno.
Dopo aver salutato la madre con un bacio sulla guancia uscì di casa, pronta a prendere a parolacce il riccio. Ci fu, però, un piccolo problema. Era uscita con la consapevolezza di essere incazzata con lui, ma appena lo vide sorridere ampiamente nella sua direzione, tutta la rabbia svanì e sentì il cuore batterle forte nel petto e dei brividi percorrerle la schiena. L'espressione di Judith si addolcì e andò verso di lui, facendogli un cenno con la testa.
«Cosa c'è? Farò tardi a scuola.» disse velocemente Judith, sospirando.
«Sali.»
Harry disse solo questo, per poi afferrare una mano di Judith, incitandola a salire sulla moto dietro di lui, dopo averle dato un casco. Anzi, il casco. Harry non l'aveva mai buttato, quello fu il primo casco che comprò a Judith e che lei usava ogni volta che andava in moto con lui.
Judith, anche se sorpresa che lo portasse ancora con sé, lo afferrò comunque e salì sulla moto senza nemmeno pensarci.
«Tieniti forte, piccola, sarà un lungo viaggio.»
Judith aggrottò le sopracciglia, ma prima che potesse dire o fare qualcosa, la moto partì velocemente e lei si trovò costretta ad allacciare le braccia attorno al busto di Harry, che nel frattempo stava sorridendo compiaciuto. Dio, ma in cosa si era cacciata?
Chiudendo gli occhi Judith rivide tutte le scene degli anni passati insieme, di quando la andava a prendere a casa a mezzanotte per portarla al centro della città, oppure al mare. E fu lì che Harry la portò quel giorno. Il ragazzo sapeva perfettamente quanto lei amasse quel posto e non aveva esitato a portarcela quella mattina, facendo rimanere completamente a bocca aperta Judith.
«Harry, tu... mi-mi hai portato al mare.» disse lei, scendendo dalla moto e togliendosi il casco, mentre i capelli si muovevano per il vento.
Si guardò intorno, sorridendo inconsapevolmente ed Harry conosceva benissimo quel sorriso. Lei in quel momento era felice ed era stato lui a renderla così. Judith non si sarebbe mai aspettata niente del genere e senza pensarci, si tolse le scarpe, camminando verso la riva con i piedi nudi a contatto con la sabbia fresca. Il vento le scompigliava i capelli, facendoli muovere all'indietro e quando arrivò vicino alla riva si sedette sulla sabbia, guardando come le onde si rompevano una volta arrivate al bagnasciuga. Poggiò la borsa alla sua sinistra e con la coda dell'occhio vide Harry sedersi alla sua destra. Il riccio si avvicinò alla ragazza che tremava leggermente per il freddo; notandolo lui sorrise e si tolse il giaccone – sentendo anche un po' di caldo – per poi poggiarlo sulle spalle della ragazza che sobbalzò, girandosi confusa e con le sopracciglia aggrottate.
«Sentirai freddo.»
Detto questo Judith fece per togliersi il giaccone, ma Harry la bloccò, scuotendo la testa.
«Sto bene, tranquilla.» sorrise lui.
La ragazza sospirò, rimanendo in silenzio per qualche minuto. Si sentiva solo il suono delle onde del mare rompersi contro gli scogli poco lontani.
«Perché?» chiese lei, di punto in bianco.
Harry si girò verso di lei e la ragazza fece lo stesso.
«Perché cosa?» aggrottò le sopracciglia, il riccio.
«Perché fai tutto questo?»
Harry sospirò, portando tra i denti il proprio labbro inferiore e si avvicinò al viso di Judith che non riuscì a muoversi di un centimetro e si limitò solo a trattenere il respiro, mentre lui la guardava profondamente negli occhi.
«Mi manchi, ecco perché.» mormorò sulle sue labbra.
Judith passò lo sguardo dalla bocca di Harry ai suoi occhi, cercando di elaborare nella testa le parole che il ragazzo aveva appena pronunciato. Judith non si era mai dimenticata di lui, mai. E anche se non l'avrebbe mai ammesso a se stessa, lo amava ancora, come se fosse il primo giorno, ma le immagini della morte di Thomas le ritornavano in mente e l'unico colpevole non poteva che essere Harry.
«Harry, mi spieghi cos'è successo con Thomas?»
Lui sospirò, allontanandosi dal viso di lei.
«Thomas quella sera aveva dei giramenti di testa. Gli avevo detto di non correre assolutamente perché non sarebbe stato sicuro, ma lui è salito su quella moto e beh, io... ho provato a fermarlo, Jo, te lo giuro.» distolse lo sguardo.
Judith non sapeva che Thomas avesse insistito per salire sulla moto, perché non era presente prima della gara.
«Perché non me l'hai detto prima?» chiese lei, aggrottando le sopracciglia.
«Non me ne hai lasciato il tempo.» rispose lui, con la mascella tesa.
Judith rimase in silenzio. Harry aveva ragione: lei non gli aveva lasciato il tempo di spiegare nulla. Si era rifiutata di sentire ogni tipo di parola uscire dalla bocca del riccio da quella sera, perché pensava che la colpa fosse solo sua, che aveva messo in testa a Thomas di correre su quella moto. Ma non era così.
«Mi dispiace, Harry.»
«Io ti amo ancora, Judith.»
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Recall ||н.ѕ||
Fanfiction«Benvenuti tutti al Recall, che la corsa abbia inizio!» - «Ti ho vista, al Recall. Sei tornata per correre?» «Mi prendi per il culo?» «Non innervosirti, angelo, le tue mani stanno tremando.» «Ma chiudi la bocca.» "Distruggersi, e poi mancarsi. Per...