17.

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Zayn alzandosi, quella mattina, non ci mise molto per prepararsi e per salire in macchina, dirigendosi verso la casa di Judith. Era preoccupato, anzi, terrorizzato dalle domande che la rossa aveva fatto a Louis circa una settimana prima, ma fortunatamente non aveva più toccato l'argomento e il moro sperava che lei avesse lasciato perdere, dimenticando ancora una volta quelle gare.

Ma, la verità era un'altra e Judith quella mattina si svegliò con la stessa ansia del migliore amico: forse per la relazione in bilico con Harry, forse per le mille domande che aveva sulle gare doppie e delle quali non riusciva a liberarsi. Cercò su internet ogni tipo di informazione, ogni tipo di prova possibile che dimostrasse l'avvenimento di quelle gare al Recall, ma niente riuscì a chiarire le idee a Judith. Fu costretta ad abbandonare quei pensieri quando vide Zayn fuori casa sua e allora, confusa, uscì chiudendosi la porta dietro e raggiungendo l'amico nell'auto.

«Che ci fai qui?» chiese lei, chiudendo lo sportello una volta entrata.

Zayn scrollò le spalle, sorridendole dolcemente come sempre.

«Ti porto a scuola, no?»

«Non c'è più bisogno, mi hanno restituito le chiavi.» rispose subito Judith, un po' gelida e ferma sul proprio posto.

Non riusciva a far finta di niente, non riusciva a far finta di non aver sentito quella conversazione misteriosa di Zayn ed Harry sulle gare doppie e non riusciva a trattare i suoi due amici normalmente dopo ciò.

«Ehi, Judith, guardami.» affermò Zayn, dopo esser rimasto per qualche secondo a osservare il viso contratto della ragazza, la quale aveva gli occhi fissi sulla strada davanti a sé.

Judith fece finta di non aver sentito e rimase a guardare oltre il cruscotto dell'auto ferma. Si portò il labbro inferiore tra i denti, mordendolo ripetutamente e quasi con aggressività. Sentì poi una mano del moro poggiarsi sulla propria spalla e lei fece un movimento veloce, quasi come se fosse stata appena scottata da quel tocco, che in realtà era stato delicato.

«Angelo, guardami.» la voce di Zayn si ammorbidì maggiormente, accorgendosi del fatto che qualcosa in Judith non andasse quella mattina.

«Stiamo facendo tardi.» rispose bruscamente lei, senza girarsi a guardarlo.

Non le importava niente della scuola, ma voleva solamente uscire da quella situazione, visto che non sarebbe potuta uscire dall'auto a causa delle porte bloccate.

«Jo, angelo, ho bisogno che tu mi guardi negli occhi ora.»

La voce di Zayn sembrava quasi spezzarsi lungo la frase e questo fece girare Judith, che finalmente portò i suoi occhi in quelli scuri del moro, leggermente lucidi. Lui sospirò pesantemente, per poi trattenere il respiro, mordendosi nervosamente il labbro.

«Ho bisogno di sapere delle cose, Zayn.» affermò lei, senza distogliere lo sguardo.

Zayn sapeva che fosse arrivato il momento, il momento tanto temuto e che sperava non arrivasse mai. In realtà questo tragico momento non sarebbe mai dovuto arrivare, e sia lui che Harry lo sapevano, ma purtroppo le cose erano uscite fuori e lei qualcosa era riuscita a scoprirla.

«Non posso,» disse il moro, che vedendo subito il volto di Judith arrabbiarsi, continuò a parlare. «Non posso dirtelo qui e ora.»

«Perché?» chiese immediatamente lei.

«Dovrebbe essere Harry a farlo.»

Passò qualche secondo o minuto dopo questa frase e i due rimasero semplicemente a fissarsi, in attesa di qualcosa. Gli occhi di Judith divennero lucidi e delle lacrime di rabbia rigarono lungo il suo volto, facendola girare immediatamente e asciugandole. Odiava farsi vedere così e non avrebbe dovuto piangere.

«Ehi, ti prego, non piangere.» disse preoccupato Zayn e fece per avvicinarsi alla ragazza, ma lei si scostò.

«Lasciami uscire.» disse lei. «Sblocca la portiera, Zayn.» insistette subito dopo, con voce fredda e distaccata.

«Ti prego Judith, parliamone.»

Ma lei si era già allungata verso il bottone per sbloccare le portiere e uscì dalla macchina, continuando a sentire Zayn urlare il suo nome, inutilmente.

Non poteva sentirsi peggio, così vuota.

Zayn si affrettò a chiamare Harry; avrebbe dovuto negare tutto, dire che non c'era niente che lei non sapesse, ma non ce la faceva più a mentirle, era passato già troppo tempo da quell'accaduto.

'Zayn, ora mi spieghi dove cazzo sei.'

'No, Harry, devi ascolt—'

'Brutto imbecille, mi hai fatto correre in bagno per risponderti.'

'Harry, sent—'

'Sai, a differenza tua, io sto a scuola e-'

'Porca puttana Harry! Devi chiudere quella bocca di merda che ti ritrovi e aprire le orecchie, perché le cose si stanno mettendo veramente male!'

'Cosa succede?'

'Judith, lei... sospetta di qualcosa, ci ha sentiti parlare delle gare doppie al Recall e ovviamente non ne sa nulla. Io penso che le dovremmo dire tutto.'

'Ti sei per caso bevuto il cervello? Che cazzo hai fatto? Non hai negato?'

'Come facevo a negare l'evidenza, Harry? Come?'

'Dire semplicemente che è una sua pippa mentale? Certo che sei poco furbo.'

'Porca troia, non voglio mentirle più.'

'Non doveva sapere niente di questo, Zayn, non doveva, cazzo.'

'Lo so, ma è uscita fuori e sai anche tu che prima o poi sarebbe successo.'

'Non sarebbe dovuto accadere, cazzo!'

'Harry, ascoltami, devi parlarci.'

'Io? Così come minimo mi ammazzerà.'

'Ricordati che io non c'entro un cazzo in tutta questa storia e ci sono sempre andato contro.'

'Porca puttana, troverò un modo.'

'Parlaci.'

Detto questo Zayn sentì il familiare 'tu tu tu tu' che affermava che Harry avesse appena attaccato. Non sapeva come il riccio volesse risolvere la situazione, ma dal tono che aveva appena usato sapeva che non sarebbe stato niente di buono. Purtroppo ci era andato in mezzo anche lui in quella storia, era stato inevitabile, ma colpa era totalmente di Harry e dei suoi pensieri del cazzo. Zayn l'aveva ormai "perdonato", ma rimaneva sempre scettico su quell'argomento e aveva sempre voluto dire tutto a Judith, a differenza di Harry, che continuava a nascondere la cosa con piena tranquillità. Era stanco di dire bugie, di mentire alla propria migliore amica, ma come poteva dirle che metà della sua vita era stata tutta una menzogna? Come poteva dirle che le avevano mentito per tutto quel tempo? Come poteva dirle dell'esistenza delle gare doppie? Come poteva dirle dell'incidente? Come?

Semplicemente non poteva e se mai avesse raccontato lui tutta la storia, Judith non avrebbe più voluto vederlo... e lui, senza lei, era il nulla. Un vuoto completo.


Sono una persona orribile, ma maggio è stato un parto per quanto riguarda la scuola come tutti voi ben sapete; comunque sono di nuovo qui, non vi prometto che i prossimi capitoli arriveranno presto, ma sappiate che non me ne andrò mai. Grazie di tutto e spero non siate andati tutti via!

xx

Recall ||н.ѕ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora