18.

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Judith non parlò con entrambi per un'intera settimana, evitandoli a scuola e tornando velocemente a casa per non essere fermata da loro. Sentiva che non avrebbe potuto fidarsi di nessuno, nemmeno di chi l'aveva accarezzata per anni. Un peso sullo stomaco le bloccava la fame e inoltre i genitori stavano lavorando così tanto che oramai era sempre sola in casa. Era confusa, aveva cercato e cercato ancora, ma non era riuscita a trovare nulla; e allora cominciava a chiedersi se c'entrassero i genitori in quella storia, della quale lei non sapeva nulla. Si sentiva come sfruttata, senza sapere niente, nemmeno una minima cosa che la riguardasse. Stava odiando così tanto Zayn ed Harry che era arrivata a pensare persino che c'entrasse Thomas in quella questione, forse anche il suo incidente e magari loro sapevano cose che lei non sapeva su quel giorno.

Quando, quel sabato, qualcuno suonò al campanello di casa, Judith si affrettò per andare ad aprire la porta e ovviamente lo fece senza controllare, così si ritrovò Harry davanti, che spostava nervosamente il peso da un piede all'altro, mentre sfregava velocemente le mani e si mordicchiava il labbro inferiore. Judith alzò la testa, con superiorità, ricomponendosi, e deglutì.

«Cosa vuoi?» chiese bruscamente, passandosi la lingua tra le labbra secche.

«Ti devo parlare.» disse lui, rispondendo dopo qualche secondo, che fece solamente agitare Judith, tenendola sulle spine.

La rossa annuì, sempre mantenendo la freddezza che le apparteneva e l'aria di superiorità che non aveva intenzione di lasciar perdere, anche in un momento di piena agitazione come quello. Gli disse che sarebbe rientrata un attimo per cambiarsi e poi l'avrebbe raggiunto e così fece, rifiutandosi di farlo persino entrare in casa. Ci avrebbe comunque impiegato poco e sarebbe stato inutile oltre che controproducente. Si infilò un paio di jeans e una maglietta blu, poi scese le scale e raggiunse Harry, il quale la stava aspettando proprio fuori dalla porta, sempre molto agitato.

Camminarono per qualche minuto, poi finalmente lui si decise ad aprire bocca.

«Ti devo raccontare una cosa, importante.» disse lui, sospirando. «Non lo avresti dovuto sapere, ma ti riguarda e mi sembra giusto che tu ne venga a conoscenza, visto che ormai hai capito qualcosa.»

«Muoviti.» disse lei, impaziente.

Harry era talmente nervoso che le mani gli tremavano, sapeva perfettamente che una volta raccontato tutto lei non avrebbe più voluto vedere né lui né Zayn.

«Chiamate un'ambulanza! Velocemente!»

Le urla di quella sera Harry non se le sarebbe mai dimenticate, soprattutto quelle di Zayn che chiamavano ripetutamente il nome della ragazza distesa a terra, svenuta.

«Cosa cazzo è successo, Harry? Cosa?» urlò Zayn, cercando di parlare con il riccio, il quale era immobile, incapace di muovere anche un solo muscolo.

In un attimo era successo di tutto. Era arrivata l'ambulanza, li avevano portati in ospedale ed Harry, sotto shock non riusciva a dire più una parola dopo l'incidente. Ma la cosa peggiore fu la frase che disse il medico riguardo la ragazza.

«La signorina Judith è in coma.»

«Non so quanto ricorderà se si sveglierà.»

«Judith, io... mi disp-»

Ormai numerose lacrime stavano attraversando il viso della rossa ed Harry sapeva che era solo questione di minuti e l'avrebbe cacciato fuori da quella casa senza più volerlo rivedere.

«Zitto.» urlò lei, portandosi la testa tra le mani. «Non... non ci posso credere.»

La mente della ragazza era piena di domande e di pensieri che la stavano logorando. Gare doppie, incidente, ospedale, coma e perdita parziale della memoria. Com'erano riusciti a nascondere tutto ciò?

«V-voi mi avete mentito per così tanto tempo...» scosse la testa, singhiozzando rumorosamente.

Si chiedeva ancora come i genitori non sapessero di quella storia, ma lei non riusciva a ricordare niente e in quel momento non riusciva nemmeno a rivolgere una parola al ragazzo seduto dinanzi a lei. Harry provò ad allungare una mano verso Judith, ma lei si scostò velocemente, indicandogli la porta.

«Non mi toccare, esci subito.» pronunciò quelle parole con la voce tremante e il fiato corto.

«Judith, ti prego, io-»

La ragazza si alzò velocemente dal divano, spingendo il riccio verso la porta e aprendola lo spinse fuori.

«E dì a Zayn che il mio perdono se lo può anche scordare, così come te.»

E gli sbatté la porta in faccia.

Harry si affrettò ad andare da Zayn, sapendo che l'avrebbe trovato al Recall. Spense il motore della moto, lasciandola cadere a terra e raggiunse velocemente il moro, il quale si girò subito verso Harry, guardandolo con preoccupazione.

«Le ho detto tutto.» disse con voce tremante.

«Come faremo ora?» sospirò Zayn, spostando lo sguardo.

«Non vorrà vederci mai più, Zayn.» disse Harry, portandosi entrambe le mani sul viso.

«Pensa se lo dicesse ai genitori, andrebbe a finire male, molto male.» scosse la testa il moro.

«Non lo farà.»

«Ora possiamo solo aspettare e sperare che si calmi.»

Judith nel frattempo era completamente fuori di sé, quasi non riusciva più a respirare per la forte rabbia che provava; aveva cominciato a lanciare le cose e la sua camera era ormai sottosopra. Ringraziò il cielo che i genitori stessero al lavoro e che avrebbe avuto abbastanza tempo per rimettere apposto tutto, ma la cosa che più occupava la sua mente era la grandissima bugia nella quale era vissuta per tutto quel tempo. Harry e Zayn erano riusciti a non dirle niente, a stare zitti e Judith non aveva mai notato un momento in cui avevano provato a dirle o farle capire qualcosa, solo quando si erano trovati costretti a farlo. Harry le aveva raccontato tutto, ma ancora non ricordava nulla di quel periodo, che lei pensava non esistesse prima di quel giorno. E Thomas? Il suo incidente era capitato prima o dopo quello della rossa? Judith non riusciva minimamente a ricordare. Aveva un grande vuoto nella testa e la sua vita le era sembrata normale fino a quel momento, invece c'era una mancanza. Non sapeva quant'era rimasta in coma, dove fossero stati i genitori, se ci fosse Thomas, ma soprattutto non capiva come non ricordasse almeno il risveglio dal coma e l'uscita dall'ospedale. Non ricordava niente di tutto ciò e non era possibile. Avrebbe dovuto fare altre domande a quei due, ma non era riuscita proprio ad aprire bocca con Harry quel giorno.

Ma, in quel momento, l'unica cosa che fece fu addormentarsi.

Tra mille pensieri.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 30, 2016 ⏰

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