Scusate il ritardo e se ci sono errori, perché non ho ricontrollato. Buona lettura!
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«Sì, è finita la punizione.» pronunciò finalmente quelle parole la madre di Judith, una settimana esatta dopo la domenica sera passata al Recall.
«Era ora.» borbottò lei, ma senza farsi sentire.
Teneva la fascia alla mano, perché ancora troppo debole, almeno così diceva il medico che la stava seguendo dall'incidente che aveva avuto. I genitori si erano decisi a lasciarla uscire quando voleva, ma la loro fiducia era calata molto, anche se a lei più di tanto non importava, visto che erano sempre al lavoro, non dandole nemmeno un minimo d'importanza. Proprio mentre Judith stava per togliersi gli occhiali e mettersi le lenti, qualcuno suonò al campanello di casa; ovviamente non andò ad aprire, pensando che l'avrebbe fatto sua madre, ma giustamente si era dimenticata che i genitori fossero appena usciti a fare qualcosa di strambo, come loro. Così, sconsolata, dovette riposarsi gli occhiali sul naso e rimettere la lente nel contenitore, per poi andare alla porta, aprendola senza chiedere chi fosse a rompere le palle all'ora di pranzo.
«Ehi.»
Niall.
«Oh, beh, Niall... ciao.» aggrottò le sopracciglia lei, confusa dall'improvvisa comparsa del biondo.
«Non ci vedevamo da tanto, così, ho pensato che... beh, di venire qui.» fece spallucce.
Probabilmente il biondo non aveva saputo nulla di tutto il casino che era successo, ma comunque a Judith fece piacere quella visita.
«Entra, mi preparo un attimo e usciamo.» sorrise lei, cercando di essere il più cortese possibile.
Il biondo annuì ed entrò, chiudendosi la porta dietro. La rossa gli disse di accomodarsi e poi scomparve al piano di sopra, togliendosi nuovamente gli occhiali e mettendosi le lenti a contatto. In quella settimana le cose con Violet erano migliorate, ma non tornate ancora come prima, visto che Judith si era sentita veramente tradita da lei per quel bacio. Con Harry andava tutto bene, ma nessuno dei due (essendo troppo orgogliosi per farlo) avevano ancora parlato del loro strano rapporto. Con Zayn andava alla grande, erano tornati ad essere dei veri migliori amici e, anche se spesso lo vedeva strano, non ci pensava più di tanto. Al Recall, inoltre, aveva conosciuto altri ragazzi dei quali non ricordava però i nomi. Tutto sembrava essersi regolarizzato, anche se a scuola dopo quella scenata tutti spettegolavano e inventavano cose su di lei, ma non le importava un granché.
Dopo aver preparato i vestiti sul letto si girò verso il comodino, dove un pacchetto (che non toccava da un bel po') stava lì abbandonato, con all'interno – forse – due o tre sigarette con accanto l'accendino. Alzò gli occhi al cielo e facendo spallucce si avvicinò al comodino, sfilandone una dal pacchetto e accendendola, per poi cominciare ad inspirare ed espirare fumo. Tutta la tensione accumulata in quel periodo la sfogò in quella sigaretta, che però poi divennero due; la seconda fu costretta a tenerla tra le labbra mentre si infilava i jeans e poi la maglietta. Non appena arrivata ad allacciarsi le scarpe la sigaretta era finita.
«Eccomi, scusa il ritardo.» disse Judith, raggiungendo Niall che si trovava seduto sul divano.
Il biondo sorrise, alzandosi e insieme uscirono di casa, dopo aver chiuso la porta a chiave. Judith decise di raccontare a Niall tutto ciò che era successo e lui, interessato, continuava a farle domande, cosa che un po' le diede fastidio. Fortunatamente arrivarono velocemente alla gelateria, dove Niall insistette per pagare anche il gelato della rossa, la quale, imbarazzata, lo aveva ringraziato di cuore. Lei amava il gelato, infatti con Zayn molti anni prima era diventata tipo un rito: andare tutti i giorni a mangiare un gelato. Poi, pian piano, ovviamente le abitudini si sono smontate e loro si sono allontanati, ma il fatto di averlo ritrovato a Judith faceva solo che un piacere enorme.
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Recall ||н.ѕ||
Fanfiction«Benvenuti tutti al Recall, che la corsa abbia inizio!» - «Ti ho vista, al Recall. Sei tornata per correre?» «Mi prendi per il culo?» «Non innervosirti, angelo, le tue mani stanno tremando.» «Ma chiudi la bocca.» "Distruggersi, e poi mancarsi. Per...