Avevo la sensazione che il tempo scorresse troppo veloce per me che, in qualche modo, io fossi rimasto indietro.
Era già la terza volta in poco più di un'ora che Francesco mi chiedeva cosa mi passasse per la testa, quale fosse il motivo del mio silenzio. In risposta io mi limitavo a far finta di nulla ma sapevo che non era così, qualcosa c'era, qualcosa che non riuscivo neanche a capire.
Erano passati quasi due mesi da quando ci eravamo rivisti alla sua festa, due mesi e, oltre a quel bacio rubato sul suo divano, non c'era stato altro. Assolutamente nulla. Semplicemente ci continuavamo a frequentare, nei bar, nei ristoranti, ovunque ci fosse gente ad impedire qualsiasi forma di intimità. Mi chiedevo perché insistesse a cercarmi se l'unica cosa che desiderava da me era quella compagnia che non riuscivo più a dargli ma mi chiedevo anche perché io continuassi, ogni volta, ad accettare i suoi inviti intrappolandomi in questo dannatissimo stallo senza senso.
Sì... era questo quello che pensavo mentre continuavo a giocare con il ghiaccio del mio Daiquiri in uno de locali più esclusivi della città. Amavo gli aperitivi e in particolare gli aperitivi in quel posto ma quella sera ero così annoiato che a malapena riuscivo a tenere gli occhi aperti. Francesco aveva anche smesso di farmi domande, semplicemente ce ne restavamo seduti allo stesso tavolo a bere i nostri drink in silenzio, due estranei che condividono lo stesso metro quadrato di pavimento.
Non che quando mi domandasse della mia vita fosse molto meglio, continuavo ad annaspare in noiosi aneddoti senza spessore finendo tutte le volte per spostare il discorso su di lui, su come avesse fatto a diventare un miliardario e su quanto potesse aver sbagliato mio padre ad averlo licenziato anni prima, a non aver creduto in lui e nelle sue idee.
Stavo letteralmente facendo fatica a tenere gli occhi aperti, ripensandoci forse era anche colpa dell'alcool ma sicuramente il silenzio che era calato tra di noi non aiutava affatto, anzi, fossi stato più comodo avrei anche potuto addormentarmi.
Ero ormai giunto alla fine sia del mio Daiquiri che della sopportazione quando chiamai il cameriere perché ci portasse il conto. Francesco ne sembrò infastidito, probabilmente avrebbe gradito che gli avessi prima chiesto se voleva ordinare dell'altro ma, sinceramente, non ne ebbi nessuna voglia. Aveva trentadue anni, sette in più di me, eppure ero sempre io a dover prendere qualsiasi tipo di iniziativa, non mi lamento di certo ma che almeno non si sorprendesse quanto mi azzardo a chiedere un banalissimo conto senza il suo permesso. E poi non era scritto proprio da nessuna parte che se ne dovesse andare via anche lui, ero io quello stufo di quella situazione, lui poteva fare ciò che più riteneva opportuno, non c'erano catene ai nostri polsi.
Non appena arrivò il cameriere mi strappò dalle mani il conto consegnandogli rapido la sua carta di credito. Era la solita storia, la solita sceneggiata, lui che paga per entrambi ostentando i suoi soldi come se questo potesse, in qualche modo, impressionarmi. Non era affatto così, un bacio sulle labbra tra tutta quella gentaglia snob mi avrebbe impressionato, non di certo un altro minuscolo "meno" sul suo conto corrente praticamente illimitato. Ero infastidito ma anche troppo stanco per mettermi a combattere quindi, senza dire nulla, lo lasciai fare.
Volevo disperatamente andarmene da quel posto, tornare a casa, nel mio letto e lasciare che la testa la smettesse di girare. Ci tuffammo in strada alla svelta e mentre io alzando la mano chiamavo un taxi lui cercava nella tasca del giubbotto le chiavi della sua macchina. Non volevo che mi riaccompagnasse a casa, non quella volta. Mi guardò rassegnato senza dire nulla mentre il taxi a pochi passi da me mi aspettava con la portiera già aperta. Ebbi giusto il tempo di salutarlo che il suo braccio mi tirò a sé con decisione. Senza neanche capire cosa stesse accadendo sentii le sue labbra premere contro le mie, proprio in quel posto, proprio in quell'istante in cui tutti avrebbero potuto vederci. Durò solo un secondo ma per me fu abbastanza, poi rapido mi salutò e scomparì dietro al rombo possente della sua macchina. Mentre dicevo al taxi di partire ripensai a quello che era appena successo e, per la prima volta da mesi, lo feci sorridendo. Quello era decisamente meglio di un drink, decisamente meglio di qualsiasi altra cosa.
Nota autore: ... E il primo è andato :D se vi va fatemi sapere cosa ne pensate :) un bacio a tutti.
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LOVE ME BETTER
Romance"Avevo commesso ormai così tanti errori che l'unica cosa che mi era rimasta da fare doveva necessariamente essere quella giusta." ATTENZIONE: Nel libro saranno presenti scene erotiche. AVVISO: Questo libro può considerarsi il sequel di "Fuck Me Har...