Alex's P.O.V.
Marciavo, correndo, in avanti. Calpestando a ritmo quel denso sangue. Non davo importanza a ciò che respirava. Se non a Steve, io ero lì solo per Steve. In quel momento non pensavo altro che a Steve: ''Sta bene?'' , ''E' vivo?'' , ''Dove si trova adesso?'' , ''Creepy è lì con lui?'', ma le risposte a quelle domande non erano altro che polvere al vento... piccole inutili anime pronte a sparire. Cambiava terreno, più molle diventava, come se fosse sabbia... ma era scuro, con tante forme al suo aspetto. Quando camminavo su quella ''sabbia morta'': non riuscivo a correre come prima, mi sentivo come tirata, da un invisibile filo rosso che ci tiene tutti uniti. Finalmente torno sulla Netherrack, e riesco a correre. Salto una voragine che portava alla lava, rischiando di cadere. Ma eccomi esausta, ferma, davanti ad un enorme muro di quel famoso, denso, sangue. Respiro, nulla, ma respiro... mi guardo intorno e noto di essermi allontanata di molti blocchi dal portale, poi guardo davanti a me, quel muro di sangue... inutile... forse. Noto che ''il muro'' è come una grande fetta di formaggio rossa, infatti era ricoperto di buchi... decido così di entrare in uno di essi. E dopo aver attraversato quella porta, mi ritrovo di fronte all'enorme fortezza. La mia anima era pronta a tutto, pur di poter riabbracciare le calde fattezze del suo amato.
Steve's P.O.V.
-Steve! Caro Steve! Ti vedo con le spalle al muro...- Disse la ragazza, tendendo l'arco -Sappi che non è arrivata la mia ora!- Strinsi la spada, mentre i miei occhi mangiavano paura. Lei si limitò a sorridere, continuando a mirarmi con l'arco, come se stesse aspettando qualcosa. Ma un urlo spezza il silenzio. -STEEEVE!- ; -ALEX!- Sorpreso da poterla riascoltare, e lei da potermi rivedere, entrambi urliamo i nostri nomi. 25 si gira di scatto, realizzo che devo agire, comincio a correre verso la ragazza. Passa un secondo e sono arrivato a destinazione... senza pensare ai sensi di colpa, spingo la mia vittima giù dalla fortezza. Sentire urlare una donna, non era mai stato così doloroso.
Bernadette's P.O.V.
Non riuscivo a credere di aver tradito il mio padrone. Caddi, lasciando la presa dell'arco, facendo partire la freccia... la quale esplose sulla più alta cima. Morivo, pian piano, ma morivo. Osservavo il cielo rosso di quel mondo, continuando a precipitare verso la lava. Cullavo le case della fortezza, dove avevo vissuto per anni, nascosta da coloro che mi rifiutavano. Un povero, inutile, errore stava cadendo, dopo aver perso l'umanità nel campo, adesso stava perdendo l'anima. Tutto quel che volevo era divertirmi... ma esagerai... e quando esageri finisci per cadere. Caldo, sempre più caldo... ma c'è un limite a tutto. Ed ecco, infatti, che finalmente comincio a vedere il vuoto. Morendo nel mondo dei morti, la mia anima non trovò pace...
-Bernadette ha provato a nuotare nella lava
Alex's P.O.V.
-STEVE!- Urlai -Oh mio Dio! STEVE!- Corsi verso di lui, saltando di casa in casa, finalmente arrivai al suo tetto e lo abbracciai. Un lungo abbraccio, decorato dalle nostre lacrime, le quali raffreddavano il caldo terreno. Nonostante quel segno di affetto sembrava infinito, le nostre anime si staccarono. Non ci stavamo parlando, ci stavamo guardando... osservando la paura nei nostri occhi, verdi e azzurri, in tono con le nostre magliette. -Alex... Creepy ci ha lasciati...- Nonostante quelle parole fossero come un messaggio di morte, non mi scolpirono minimamente... ormai avevo visto le peggio cose. -Dove sono gli altri?- I miei occhi divennero lucidi, abbassai la testa e lui capì... eravamo rimasti in due, con le nostre armi ed il nostro cuore, pronti ad affrontare l'entità dagli occhi bianchi. -Michael... è soffocato sotto le macerie... mentre Mad... Mad si sacrificata per salvarmi...- Informai il ragazzo dalla tunica azzurra della morte di coloro che ci erano vicini... ma lui sembrava non voler parlare di cosa accadde a Creepy. Improvvisamente cambiò l'atmosfera, il ragazzo rivolse lo sguardo verso la fortezza che dormiva davanti a noi. -Alex. All'interno di quella fortezza si trova una delle lettere di mio padre. Andiamo?- Mi guardò, dandomi le spalle, porgendomi la mano... io lo guardai, con l'espressione ancora vuota, afferrando la sua mano. E fu in quel modo che insieme, riuscimmo a saltare lo spazio che ci divideva dalla verità, perchè ora noi potevamo lasciarci il falso alle spalle... unite, le nostre anime, potevano avverare qualsiasi obiettivo.
Steve's P.O.V.
Atterrammo dall'altra parte, per poi rotolare fino all'interno della stanza. Mi rialzai ed aiutai Alex ad imitare quella mia azione. La stanza del Re non era esattamente come me l'ero immaginata... ma il Nether ha culture diverse dall'Overworld, quindi in quel momento, non era altro che la mia mente ad offuscare la verità. La stanza era alta ma piccola, con delle strane colonne bianche, storte e poco simmetriche tra loro, che contrastavano il rosso buio dei mattoni di quel piccolo mondo. La stanza era piena di librerie, ognuna riempita con una diversa sfumatura di scritto. Non c'era molta luce, soltanto un semplice blocco di glowstone, attaccato al soffitto da una catena... il quale dava la sensazione di trovarsi in una fitta foresta, durante la notte, con qualche piccolo filo di luce che attraversa gli alberi... ed illumina il cammino, di chi non ne ho idea... fatto sta, che però, colui che viaggia in quella foresta, non è altri che un'anima incerta, intrappolata dalle grandi ed imponenti sbarre della mortale curiosità. Ero distratto dalla stranezza di quell'abitazione, ma venni risvegliato da un pronunciare di Alex -Steve! Nella stanza non c'è la lettera...- Guardai la ragazza, era stanca, ma sembrava aver dimenticato tutto il terribile orrore a cui i suoi occhi avevano parlato -Forse... dovremmo cercare al piano di sopra.- Suggerì, io, indicando con la mano una leva -Ma di che parli...? Io non vedo alcuna scala, o cose del genere...- Alex era confusa, io le sorrisi, mi avvicinai alla leva -Sei pronta Alex?- Lei mi guardò, confusa -Pronta per... cosa?- Non ebbe tempo di mettere espressione alla sua frase, che io tirai la leva azionando un meccanismo di Redstone. Improvvisamente si accesero delle lampade intorno alla stanza, poi il trono sprofondo, blocco per blocco, al di sotto del pavimento... facendo, invece, nascere un imponente scala di mattone. -Oh mio Dio! Ma come è... come è possibile una cosa del genere!?- Ad Alex brillavano gli occhi di conoscenza e stupore, le sue mani erano chiuse, sopra al petto e sotto al mento, come un bambino che scopre infinite verità -Forza Alex! Andiamo e troviamo il libro!- La incoraggiai a smettere di esultare, lei mi guardò felice ed annuì. Salimmo le scale lasciandoci dietro il passato, fu questione di pochi passi e ci trovammo fuori... ma le nostre aspettative furono distrutte da due paia di occhi... di due anime che in quel momento non ci aspettavamo di incontrare...
Herobrine's P.O.V.
Il ragazzo... quel ragazzo... mi stava guardando, come fulminato, dalla densa paura che le mie vuote iridi portavano. Se osava proferire parole, il terrore lo mutava, pietrificando la sua realtà... lasciandone uno scheletro disanimato. Ma ecco che i nostri sguardi si riempiono e che le sue pupille si abbassano a mo' di rabbia... io invece li sorrido aumentandogli la rabbia. -Steve Crafting!- intonammo insieme io ed il Re, guardando il ragazzo, l'essere rosso era calmo, con lo scritto in mano, e come sempre, senza un espressione precisa, data la sua mancanza di bocca e ciglia. Ripensandoci non ho idea di come possa parlare questo Semi-Superiore, a differenza sua, il Nether King originale... o semplicemente mio padre, era molto diverso: di carattere, e d'aspetto. Aveva dei lunghi capelli corvini, che toccavano terra... bruciandola, sulla sua violacea schiena riposavano due ali, diverse dalle attuali Elytra, infatti li permettevano di spiccare il volo. Aveva la pelle buia e violacea, come l'ossidiana, i suoi occhi erano bianchi, lunghi e sottili, simili ai miei... se non per il fatto che emettevano una scia trasparente, color ghiaccio. Come il suo cuore, ghiaccio freddo e condensato... indossava una lunga giacca nera, che toccava anch'essa terra, osservando i pantaloni strappati, dello stesso colore ma un po' più chiaro. Era duro con coloro che lo minacciavano, ma anche con gli innocenti. Nonostante fosse un forte sovrano, venne presto a far conoscenza col buio. Un giorno come tanti, il vecchio Re decise di attraversare il portale e portar morte nell'Overworld. La sua era un'impresa facile, che a momenti riuscì, ma venne ucciso da un'enorme essere mangia mondi, simile alla tempesta della leggenda dell'ordine. Io non potei diventare il nuovo Re, dato che mio padre aveva violato la pace tra il Nether e l'Overworld, così venni esiliato, per versioni e versioni, in quel luogo maledetto che porta il nome di vuoto. Ma quel giorno, la mia mano ricevette compagnia, un ragazzo: occhi rossi, felpa nera... nient'altro. Si chiamava Void... ed è... o meglio era... l'unico Hardcore verso il quale non ho mai portato rancore. Il resto della storia è soltanto anima piangente...
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Minecraft: The Hardcore
AdventureSteve Crafting è un essere macchiato dalla modalità Hardcore. Ogni momento per lui potrebbe essere l'ultimo. Ma nonostante l'alto rischio che sta correndo... Quel giorno, illuminato dal verde degli occhi della ragazza, decide di fuggire da quella tr...