3

13.6K 756 135
                                    

Decisi di leggere qualcosa, cosí tirai fuori dal bagaglio a mano "Le fiabe di Beda il bardo" e iniziai a leggere.

LA STORIA DEI TRE FRATELLI

C'erano una volta tre fratelli che viaggiavano lungo una strada tortuosa e solitaria al calar del sole. Dopo qualche tempo, i fratelli giunsero a un fiume troppo profondo per guardarlo e troppo pericoloso per attraversarlo a nuoto. Tuttavia erano versati nelle arti magiche, e così bastò loro agitare le bacchette per far comparire un ponte sopra le acque infide. Ne avevano percorso metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. E la Morte parlò a loro. Era arrabbiata perchè tre nuove vittime l'avevano appena imbrogliata: di solito i viaggiatori annegavano nel fiume.
Ma la Morte era astuta. Finse di congratularsi con i tre fratelli per la loro magia e disse che ciascuno di loro meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle.
Così il fratello maggiore, che era un uomo bellicoso, chiese una bacchetta più potente di qualunque altra al mondo: una bacchetta che facesse vincere al suo possessore ogni duello, uan bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte! Così la Morte si avvicino a un albero di sambuco sulla riva del fiume, prese un ramo e ne fece una bacchetta, che diede al fratello maggiore.
Il secondo fratello, che era un uomo arrogante, decise che voleva umiliare ancora di più la Morte e chiese il potere di richiamare altri dalla Morte. Così la Morte raccolse un sasso dalla riva del fiume e lo diede al secondo fratello, dicendogli che quel sasso aveva il potere di riportare in vita i morti.
Infine la Morte chiese al terzo fratello, il minore, che cosa desiderava. Il fratello più giovane era il più umile e anche il più saggio dei tre, e non si fidava della Morte. Perciò chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. E la Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il proprio Mantello dell'Invisibilità.
Poi la Morte si scansò e consentì ai tre fratelli di continuare il loro cammino, e così essi fecero, discutendo con meraviglia dell'avventura che avevano vissuto e ammirando i premi che la Morte aveva loro elargito.
A tempo debito i fratelli si separarono e ognuno andò per la sua strada.

Ad interrompere la mia lettura, fu Neville Paciock, che aprí gli sportelli del nostro vagone, mi guardó e poi disse:
"Hermione, siamo quasi arrivati, dovete indossare le divise!"
Quando vide che nel vagone con me c'era solo Malfoy sgranó gli occhi.
Arricciai il naso per fargli sapere che non mi importava, e se ne andó con aria sconvolta.
Alla fine, cosa c'era di male?
Un serpeverde e una grifondoro. Solo perché non c'erano piú posti.
Ma Harry e Ron?
Dovevo cercarli.
"Vado a vedere dove si sono cacciati Harry e Ron.." Dissi.
Vidi Malfoy, annuire e uscii velocemente.
Passai verso i posti solitamente occupati dai serpeverde, e vidi che nel vagone di Blaise Zabini e Pansy Parkinson c'era un posto libero. Ma..
"Blaise dove cazzo é Draco?"
Sentii dire dalla Parkinson.
"Che ne so io, spero solo che si muova ad arrivare, siamo quasi ad Hogwarts."
Rispose l'altro.
C'era qualcosa che non quadrava, ma decisi che non mi importava.
Non trovai neanche Harry e Ron, cosí mi arresi e decisi che ci saremmo visti piú tardi ad Hogwarts. Una volta tornata al vagone vidi che Malfoy si era addormentato, così mi presi un
secondo per guardarlo.
Era vestito dei soliti vestiti neri, e teneva le braccia incrociate.
Passai al viso. I lineamenti perfetti, i capelli biondo platino che gli incorniciavano perfettamente il volto...
Ma che stavo pensando?
L'ho sempre odiato e lui ha sempre odiato me.
Allora perché ha mentito per stare in questo vagone?
Avevo troppe domande in testa, da non accorgermi che i suoi occhi si erano aperti e mi stavano scrutando.
"Ti piace fissare le persone Granger?"
Disse riportandomi alla realtà.
Scossi lentamente la testa e presi coraggio. "Uhm..no, non ho trovato nè Harry né Ron, comunque credo che i tuoi amici ti stiano cercando.."
Sgranó gli occhi.
"Ehm..si, forse è meglio che io vada."
Sussurró.
Annuii, e i nostri occhi si incrociarono un'ultima volta, prima di vederlo scomparire nei corridoi del treno.

ObliviateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora