[CAPITOLO 18]

88 15 12
                                    

//spazio autrice
non so perché ma wattpad mi ha pubblicato prima il capitolo 17 e poi il 16, ma sarebbe il contrario, gli eventi e tutto il resto.

Ho riletto dall'inizio i miei capitoli e devo ammettere che non mi fanno impazzire, anzi il contrario, purtroppo non sono soddisfatta della mia storia e mi dispiace molto per questo... ma comunque è la mia primissima storia e spero di migliore più avanti.
Scusate se trovate eventuali errori:)
-Alessia.


Mi sveglio lentamente, solo ora mi accorgo che mi sono addormentata sul divano, sono le 11:45 del mattino e ho una coperta addosso.

Con un scatto veloce mi alzo dal divano e corro in camera di Dane, devo sapere assolutamente tutto.
Non busso nemmeno e apro la porta, ritrovandomi davanti solamente la sua camera disordinata.
C'è il lenzuolo per terra, vari vestiti appoggiati sulla sedia e i libri tutti in disordine sparsi qua e là.
Mi cade subito l'occhio sul comodino, dove fino a stanotte c'era appoggiata la droga, cosa che ora è scomparsa.
Sbatto la porta sfrustata e corro in camera mia per prendere dei vestiti nuovi e dell'intimo per farmi una bella doccia.
Appena apro la porta del bagno mi viene una specie di illuminazione: Papà e Anne.
Dove sono?
Oggi è Domenica, non dovrebbero lavorare.
Corro di nuovo in camera mia per prendere il caricatore del mio cellulare insieme ad esso, lo attacco alla spina che c'è in bagno e mi appoggio sul lavandino -sperando che non si rompa-
Incomincio digitando velocemente il numero di Papà, fa 6 squilli al massimo e poi scatta la segreteria, provo un'altra volta, stessa cosa.
Vado in rubrica e chiamo subito Anne che, diversamente da Papà, non fa nessuno squillo ma parte subito la segreteria.
Blocco il cellulare e faccio un grosso respiro.
Mi tolgo tutto ciò che ho addosso e mi butto sotto il getto d'acqua fresca, che percorre i vari lineamenti del mio corpo.
Dopo una bella mezz'oretta passata sotto la doccia vado in cucina per prepararmi qualcosa da mangiare.
Apro il frigo ma un forte mal di testa mi impedisce di prendere ciò che vorrei prendere.
Mi siedo sulla sedia e appoggio le mani sul mio viso, prendo di nuovo il cellulare e compongono il numero di mio padre e in seguito quello di Anne; sono ormai le 14 e non rispondo.
Ho una brutta sensazione e solitamente, le sensazioni che ho io sono sempre vere.
Preoccupata compongono il numero di Dane, sperando che almeno lui mi risponda, ciò che fortunamente succede.

<<pronto?>> dice tranquillamente Dane, non so perché ma la sua voce mi tranquillizza.

<<ehm sono Megan>>

<<lo so, dimmi>>

<<sai dove sono Papà e Anne?>>

<<perché? Non sono a casa?>>

<<no>> rispondo freddamente.

<<ma non sono ancora tornati da ieri sera?>>

<<ieri mi sono addormentata ma non ho sentito nessuno, e la macchina non c'è.... scusa ma te da quanto manchi?>>

<<io e Sharise siamo andati a fare colazione stamattina, non volevamo svegliarti quindi ti abbiamo lasciato dormire>>

<<dove siete  ora?>>

<<panchina>>

<<solita?>>

<<solita>>

<<posso venire?>>

<<muoviti>> e mi riattacca.

Mi sembrava molto tranquillo al telefono, come se ciò che è successo non fosse mai accaduto, ma sto andando lì per sapere le risposte, non posso continuare ad andare avanti in mezzo a questa menzogna e la mia curiosità che mi divora.




Brøkən Dreåm§ ||Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora