Parole su parole, frasi su frasi, pronunciate in una lingua che solo lei poteva comprendere.
Una ad una le anime prendevano forma nella sala, riversandosi fuori dagli specchi, come cascate luminose.
Ognuna di loro splendeva di luce propria, illuminando lo spazio circostante, sentivo che finalmente dopo tanto tempo, qualcosa stava andando per il verso giusto.
Guardandomi intorno mi sentivo come se fossi uscito da quel luogo infernale, come fosse già tutto finito.
Le anime iniziarono a prendere sembianze di ciò che erano prima e si guardavano stupite, come se si vedessero per la prima volta.
Sorridevano, altri nemmeno credevano di essere stati liberati, ed in parte la loro felicità era merito mio, mi sentivo bene.
Quando Elise terminò, la guardai soddisfatto, fiero di noi, di quello che eravamo riusciti a fare.
- Ascoltate - disse ad alta voce, loro smisero di parlare tra loro e la guardarono.
- Sapete tutti quello che vi è accaduto, dunque non mi perderò in chiacchiere. Il nostro compito è quello di trovare lo Yateveo che si aggira tra le stanze di questo ospedale nell'attesa di qualche altra anima di cui cibarsi, e porre fine a tutto questo -.
Non sapevo davvero quasi nulla sulla sua vita, ma ero certo che la sua determinazione derivasse da una sorta di rabbia, come se il suo infondere forza a chi le stava intorno, fosse mosso da delle situazioni terribili vissute in passato.
Nessuno osò porre domande o rifiutarsi, in fondo erano coloro che lo Yateveo aveva massacrato, fatto a pezzi, coloro che erano stati costretti da sempre a subire, e questa volta avevano la possibilità di contrastare la sua forza e distruggerlo.
Solo una donna anziana, dal volto sereno, si fece largo tra la folla di anime ed arrivò di fronte a noi.
- Cosa dobbiamo fare una volta che lo avremo trovato? - chiese.
Trasmetteva tranquillità solo a guardarla.- Bella domanda... - disse Joel, che al contrario di tutti noi stava ancora tremando e sembrava preoccupato.
Gli lanciai uno sguardo di ammonizione, lui girò la testa dall'altra parte.
- Semplicemente... dobbiamo unirci. Dobbiamo unire le nostre forze - rispose Elise.
La seguimmo per l'edificio rimanendo gli uni accanto agli altri.
Stavolta eravamo noi i cacciatori, lui la preda.
Arrivammo nell'atrio principale, troppo tardi per salvare quello che ormai era il cadavere di una donna, disteso per terra.
Lui era lì, chinato su di lei.
Era arrivato il momento.
Entrai anch'io a far parte di quel piccolo universo, ci unimmo prendendoci per mano e sprigionammo talmente tanta energia da poter riuscire a superare qualsiasi ostacolo.
Non appena si accorse di noi, fuggì.
Correva come il vento, provava forse paura?
Un mostro... un demone... una creatura così, aveva paura di noi anime?
Attraversammo corridoi e stanze, oltrepassammo muri alla velocità della luce.
Nessuno poteva più fermarci, eravamo come un esercito assetato di giustizia.Il caso volle che lo Yateveo rimanesse intrappolato in un vicolo cieco, senza poter più fare nulla.
Una volta raggiunto emanammo una luce così grande e potente da attraversare il suo corpo e farlo in mille pezzi, come un foglio di carta.
Esattamente come quel foglio che trovai sulla scrivania, dove per la prima volta vidi la sua immagine.
Quando tutto finì, mi ritrovai avvolto dal buio.Accadde tutto così rapidamente che non ebbi neanche il tempo di accorgermi cosa mi stesse capitando.
Riuscivo a intravedere solo una flebile luce in lontananza, probabilmente proveniva dalla serratura di una porta.
- Elise? - dissi, - Joel? - ma come risposta ottenni solo il mio eco.
Non sapevo cosa fare, stavo cominciando a preoccuparmi.
Avanzai verso la poca luce che vedevo, ma ad ogni mio passo questa si allontanava.
Cosa stava succedendo?
Ogni direzione in cui andassi, non trovavo mai muri, nè stanze, niente.
Il vuoto.Preso dal panico iniziai a urlare i nomi di Elise e Joel, di Eliott, di June... nessuno rispose.
Era questo allora il destino che mi attendeva?
La fine di cui tanto si preoccupava Elise?
Vagavo da solo, nelle tenebre.
Riuscii a sentire solo un verso strozzato, e una voce dentro di me che diceva: "Corri".
Probabilmente ero davvero costretto a vivere in un incubo senza fine.
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The echo of silence
Horror"E' lì che vive: nell'oscurità, nella paura, nella morte. Se ti vedrà, non avrai scampo."