Capitolo 5

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Quelle ombre immobili nello specchio mettevano i brividi, più le osservavo, più avevo l'impressione che si stessero muovendo. 
Eliott scomparve di nuovo, era evidentemente troppo debole per poter aiutarci ancora, e noi, dovevamo assolutamente trovare una soluzione.
- So che sembrerò ripetitivo... ma cosa dovremmo fare adesso? Sappiamo con cosa abbiamo a che fare, ma se non risolviamo al più presto, la situazione potrebbe peggiorare - disse Joel, che al contrario mio cercava di non posare il suo sguardo su quegli esseri, tremava ancora. 
- Deve pur esserci un modo per toglierli di mezzo - rispose Elise, a volte mi preoccupava. Era all'apparenza tranquilla e timida, lo dimostrava il suo tono di voce, però in alcuni momenti sembrava ricolma di rabbia e oserei dire... sadismo. 
Non riuscivo nemmeno a vedere le espressioni del suo viso, sempre, perennemente nascosto da quella chioma di capelli dorati. 
- Io non riesco a concentrarmi sul da farsi, con quelli - replicò ancora Joel facendo un cenno verso quelle figure nere. 
Guardandole nuovamente, mi resi conto che si stavano avvicinando, e stavolta non era uno scherzo della mia mente. 
Avanzavano con movimenti ondeggianti, tutti insieme. 
- Dovremmo andarcene... - dissi cominciando a temere il peggio. 
Elise e Joel non ebbero neanche il tempo di girarsi, che quelle cominciarono a schiantarsi contro il vetro dello specchio. 
Emettevano urli, lamenti, si allontanavano per poi schiantarsi di nuovo, uno spettacolo macabro e allo stesso tempo metteva paura, paura che quel vetro avesse ceduto e chissà poi cosa sarebbe successo. 
Il rumore che si creò fu assordante, ad incrementarlo furono gli echi attorno Elise, che spaventata indietreggiò finendo contro lo specchio opposto.
Spalancai gli occhi terrorizzato quando mi accorsi che c'era qualcosa, o qualcuno dietro di lei. 
Un'altra anima impura, era riuscita non so come a oltrepassare il vetro con un braccio.
Le gridai di fare attenzione, ma quella la afferrò dal collo. 
- Joel! - cercai di chiamarlo per aiutarmi a salvare Elise, ma era così terrorizzato che rimase a fissare quella scena di corpi che sbattevano contro lo specchio.
Corsi da solo verso Elise prendendole una mano, quella cosa la stava portando con sè, non potevo permetterlo. 
La tirai via con tutta l'energia che avevo in corpo, finimmo per terra, la figura da dietro lo specchio sparì. 
- Grazie - disse abbassando la testa.
Portai fuori dalla stanza Joel, che sconvolto non pronunciò neanche una parola e riprendemmo fiato. 
- Amico... - dissi posando una mano sulla sua spalla.
- Che ti è successo? - gli chiesi. 
Lui mi guardò ancora scosso - Non li hai sentiti? - disse. 
- Sentito chi? - di che stava parlando? 
- Loro - non riuscivo a capire, era forse impazzito? 
- Joel, dimmi cosa è successo in quella stanza, cosa hai sentito? - intervenne Elise, sembrava spazientita, ma utilizzò un tono piuttosto pacato.
- Quelle anime, dicevano delle cose... io... non ricordo di preciso, ma dicevano che ci avrebbero presi, che sarebbero stati ovunque noi fossimo andati, e che sono con noi anche se non li vediamo... che ci porteranno via con loro -.
Non riuscivo a capire perchè soltanto Joel li avesse sentiti, ma era chiaro che volevano solo metterci paura. 
- D'accordo, è evidente che il nostro problema maggiore adesso non è più lo Yateveo, ma coloro che ci impediscono di annientarlo. Tutto quello che dobbiamo fare, è pensare a cosa potrebbe fermarli - cercai di prendere in mano la situazione. 
- Sono anime, esattamente come noi, non possiamo ucciderli - disse Elise, - Ma possiamo intrappolarli -.
"Sono già rinchiusi" pensai, ma poi mi venne in mente un'idea. Cos'altro potrebbe contenere un riflesso in uno specchio, se non uno specchio stesso? 
- Penso di aver trovato una soluzione, ma dovrete aiutarmi -.



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