6.

404 13 4
                                    

6.

17 Gennaio 2016.

Álvaro:

Non avrei mai creduto di provare emozioni così tanto forti, per una persona conosciuta appena. Sembrava come se la conoscessi da una vita, come se ci fosse sempre stata, solo che ci ha messo tanto ad arrivare. Credevo di aver finito ormai le parole per dire quanto bella fosse; per descrivere le emozioni strane che provavo quando si avvicinava a me, quando mi guardava negli occhi, la strana sensazione allo stomaco che si svegliava in me quando mi abbracciava, quando incastrava le sue dita sottili tra i miei capelli.
Tutto ciò faceva molta paura, perché sì, nella mia vita ho avuto molte ragazze, molte avventure, ma non avevo mai provato le sensazioni che stavo provando adesso con Maria.
Avevo molta paura, avevo paura di sbagliare, di sbagliarmi, ma tutta quella paura, tutta quella eccitazione, ne stava valendo veramente la pena.

Arrivò presto il mattino. Erano le 9:15 ed io ero ancora nel mio letto, a guardare il soffitto, a pensare, a pensare a quella ragazza che, Dio, mi aveva stravolto l'intero sistema nervoso.
Avrei avuto un'allenamento mattutino, verso le 10:00, e poi avrei avuto il pomeriggio libero. Quanto avrei voluto passare altro tempo con lei.

Mi alzai, sbuffando e sbadigliando subito dopo, e andai a farmi una doccia.
Uscii poco dopo e indossai una tuta rosa per l'allenamento, lavai i denti e sistemai i capelli.
Presi, quasi come tutte le mattine, la mia mela, presi il borsone con dentro il necessario ed andai in macchina. Accesi il telefono poco dopo essere entrato e trovai un messaggio da parte di Maria, mandatomi 2 ore e mezzo prima. Mi mancò il respiro appena lessi il suo nome. Avrei dovuto abituarmici, avrei dovuto abituarmi all'idea che quella ragazza sarebbe stata la mia rovina, ormai lo sentivo, lo sentivo scorrermi nelle vene. E tutto quello, per quanto fosse potuto sembrare strano, pazzo, iniziava a piacermi da morire.

Ella~: Buongiorno Álvarito! :)
Tutto okay? Io sto andando a scuola, tu che fai? Appena puoi rispondimi, ho voglia di sentirti.

Quel "ho voglia di sentirti". Mi scordai dove fossero il mio cuore, il mio stomaco, la mia testa.
Ecco, lei mi faceva perdere la testa.
Risposi, nonostante le mie mani stessero ancora tremando.

Io: Hola nena, tutto okay, come vuoi che sia altrimenti? Comunque io.. Ehm.. Io lavoro! Si, sto andando al lavoro.. Ci sentiamo appena puoi, okay? Buona giornata, nena.

Scrissi del mio "lavoro". Me ne ero completamente dimenticato della storia del bar complottata con Simone. Speravo soltanto non avesse avuto sospetti quando avrebbe letto, perché io non ero bravo per niente a dire le bugie, a fingere di essere qualcuno che non ero.
Posai il telefono in tasca e mi diressi a Vinovo, ero già piuttosto in ritardo.

****

«Vi sembra questa l'ora di arrivare?!» urlò Mr Allegri, a me e a Simone, gli unici arrivati un po' in ritardo, mentre eravamo in piedi vicino la rete.
«Ho avuto problemi con la doccia stamattina!» sbottò Simone, con una faccia tutto tranne che seria e abbastanza credibile.
«Si, ed io ho 21 anni. E tu, Álvaro? Come mai così tardi? Già non rendi in campo da un po', adesso ti dimentichi anche gli orari degli allenamenti?» disse e mi infastidii un po', manifestando il mio fastidio stringendo i denti, facendo un po' rumore.
«Mi si è fermata la macchina mentre stavo venendo, mi scusi, non succederà più.» dissi, sotto il loro sguardo.
Il Mister annuì e se ne andò.
Tirai un sospiro di sollievo, quando beccai Simone fissarmi.
«Cosa c'è?» domandai, un po' stizzito.
«Hey, calmati, occhi dolci!» mi diede una pacca sulla spalla mentre rise.
«Occhi cosa?» feci finta di non capire, giusto per scherzare.
«Si vede che hai quella ragazza fissa in testa.. Ah! Com'è andata ieri sera? Cosa ha indossato? Era bella come quella sera? E ti ha abbracciato? E ti-» lo bloccai.
«¡Párate! Fermo! Una domanda alla volta! Comunque.. Si. Era bellissima, meravigliosa, giuro di non aver visto creatura più bella in tutta la mia vita. Era più bella della volta scorsa, appena ha aperto la porta io, io.. Oh! Non riesco nemmeno a descrivere quello che ho provato, sentivo come se tutta la sua bellezza mi avesse oscurato la mente, come se non mi permettesse più di pensare, tantomeno parlare. Non so, non so spiegare, mi sentivo agitatissimo, mi sentivo nervoso, eccitato, un po' in tutti i sensi. Non facevo altro che domandarmi come sarebbe stato stare con lei, cosa sarebbe successo, cosa mi avrebbe detto. Mi sento come se i miei occhi fossero dipendenti dai suoi, fossero dipendenti da lei. Non faccio altro che pensarla, a pensare alla voglia che ho di baciarla, abbracciarla, toccare la sua pelle delicata e liscia, odorare ogni suo centimetro di pelle impregnato del suo profumo che mi ha completamente mandato in fissa, a pensare ai suoi occhi che quando mi guardano mi fanno sentire l'uomo più bello del mondo..» mi bloccai, guardando a terra, sorridendo come un cretino.
«Hai perso la testa, Álva..» disse, mentre alzai lo sguardo per guardarlo.
«Si, credo proprio di sì.. Ma ho paura, ho paura che tutto questo sia solo un'illusione, ho paura che quel poco che abbiamo costruito possa finire, che lei da un giorno all'altro non mi cerchi più, che voglia chiudere ogni contatto con me, che mi stia sbagliando su tutto. Perché sai, è la prima volta che mi capita di provare questo genere di emozioni per una ragazza, in così poco tempo, poi. Ho paura di sbagliare tutto, che magari lei non provi lo stesso per me.» sbuffai poco dopo, dando vita a pensieri paranoici nella mia testa.
«Álvaro, devi smetterla di pensare sempre a questo. Non tutte le ragazze si chiamano María Pombo, non tutte le ragazze starebbero con te per i tuoi soldi, per la tua fama, per sfruttarti. Okay, lei si chiama Maria, ma sono certo che lei è tutt'altra cosa. Da come me ne hai parlato, sembra l'esatto opposto, sembra proprio che tu le piaccia e poi non devi avere paura, non devi correre, siete usciti solo una volta! E poi, parliamoci chiaro, chi non sarebbe fisicamente e mentalmente attratta da uno come te? Cioè, voglio dire, guardati! Fossi gay, ci proverei, ci puoi scommettere, ahaha! E poi, amico, ti ripeto: stai tranquillo, goditi il momento e poi sarà quel che sarà! Andrà tutto per il meglio, tra voi due, lo sento.» parlò ed io lo guardai attentamente; le sue parole mi fecero capire quanto avesse ragione.
«Davvero? Davvero pensi che lei, che noi..» feci gesti strani con le mani e lui sorrise.
«Se penso in un "tu e lei"? Ovvio che si! Percepisco quanto ti piace, e ascoltandoti mentre mi parli di come lei si comporta con te, sono certo che tu piaccia tanto anche a lei.» ci sorridemmo ed io percepii un senso di sollievo dentro di me.
«Io.. Io mi sento come se ci stessimo aspettando entrambi, come se fossimo legati da un qualcosa..» dissi, togliendomi i capelli davanti agli occhi, a causa del vento.
«Semplicemente il destino vi ha fatto incontrare, e siete così uguali che sembrate una cosa sola. Vi siete trovati perché l'uno deve salvare l'altro, è questa la verità, nulla da dire, nulla da dimostrare.» rimasi spiazzato ascoltando quelle parole.
«Lo pensi davvero?» annuì e lo abbracciai.
«Grazie, amico, grazie! Grazie per le parole, parole che nessuno mi aveva mai detto.» dissi, nell'abbraccio.
«È la verità, la semplice verità.» disse staccandosi dall'abbraccio, sorridendomi.
Era la prima volta che una persona mi diceva quelle cose. Mi aveva tolto quell'insicurezza, o almeno, aveva calmato il senso di paura che mi torturava da dentro.
Iniziai ad allenarmi, sorridendo, con solo pensieri positivi nella mia testa, tra cui lei.

Hero. ||Álvaro Morata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora