Capitolo 4

500 30 4
                                    

"Togli pure la benda tesoro" mi dice mia madre.
Slego il foulard e lo tolgo dai miei occhi. Ho la vista offuscata ma riesco a capire benissimo dove siamo. Respiro profondamente e realizzo. Siamo in un Tattoo shop. Attorno a me ci sono i miei genitori, Connie e il signore con la voce profonda che deduco sia il tatuatore.
"Ehm, oddio. Cioè voi.. Io.. Ehm" balbetto un po' di parole a caso ancora incredula, finché non riesco a formulare una frase sensata "Ho bisogno di spiegazioni"
Mamma, papà e Connie si guardano un attimo e poi papà comincia " Beh, è iniziato tutto qualche settimana fa. Non sapevamo cosa regalarti al compleanno, così ci siamo rivolti a Connie, che probabilmente ti conosce più di noi. Lei ci ha raccontato che da molto tempo desideravi avere un tatuaggio, uno in particolare, ovvero tre elefantini. Io e tua madre non eravamo molto convinti di quest'idea inizialmente, poi pensandoci su abbiamo capito che per te sarebbe potuto essere importante e quindi lo abbiamo prenotato. "
Ebbene sì. Era proprio ciò che desideravo da molto tempo. L'elefante simboleggia la famiglia, i tre elefantini quindi rappresentano me, mia madre e mio padre, per questo tenevo molto a farlo. Non credo che i miei genitori ne conoscano il significato, ma preferisco non dirglielo di mia spontanea volontà.
Dopo questo pensiero rispondo "Ah.. Beh ora si spiegano molte cose. Ma cosa siete usciti a fare oggi? Cioè il post-it sul frigorifero è stato molto inquietante."
"Quando tornerai a casa lo vedrai." Mi risponde la mamma
"Quando la smetterete di essere così vaghi?"
Ricevo come riposta un sorriso e il discorso finisce così.
Il tatuatore si intromette nei nostri discorsi rivolgendosi a me dicendo "Allora? Sei pronta?"
"Sono ancora sotto shock ma si, sono pronta."
"Perfetto! Dove lo vorresti?"
"Mi piacerebbe sull'avambraccio destro verso l'interno, appena sotto il gomito"
"Bene, capito tutto."
Vedo i miei genitori allontanarsi e sedersi su delle buffe poltroncine colorate, Connie invece sta al mio fianco e (che novità) sta facendo un video. Nulla è davvero importante senza una ripresa di Connie. Il tatuatore ritorna con un foglietto di carta lucida, con disegnati sopra tre teneri elefantini. Mi guarda e dice "Beh? Come pensi di farti il tatuaggio con la felpa addosso?"
Imbarazzata rispondo "Ehm oh.. Si.. Scusa" allora mi tolgo la felpa e rimango in canotta.
Mi prende il braccio e ci appoggia sopra il disegno, tenendolo premuto per qualche secondo, poi lo toglie e il disegno rimane stampato sulla mia pelle. Accende qualche macchinario che produce un brusio e prende in mano la pistoletta che inietta l'inchiostro nella pelle. Si avvicina sempre di più al mio braccio finché non sento pizzicare. Non so nemmeno io come descrivere quella sensazione, ma è tutto tranne che piacevole.

Dopo circa una mezz'oretta di sofferenza sento la voce profonda del tatuatore dire "Ecco a lei Milady"
Guardo il mio braccio, è arrossato e brucia ma il disegno mi piace moltissimo. Oddio sono così felice! Spalmo sul tatuaggio un po' di pomata e poi lo fascio con una garza e poi, io e i miei, riportiamo Connie dai suoi nonni e ci avviamo verso casa dove, a quanto pare, mi aspetta un'altra sorpresa.

Il viaggio in macchina è sembrato interminabile, ma finalmente siamo arrivati. Scendo dall'auto impaziente di scoprire cose mi aspetta. Corro verso la porta d'entrata, in velocità infilo le chiavi nella serratura, apro aspettandomi chissà cosa e semplicemente non trovo nulla. Mi giro verso i miei genitori con aria interrogativa.
"Dai corri in casa a cercare!" Mi dice la mamma.
Allora entro in casa e passo a setaccio stanza per stanza senza però trovare nulla. Mi blocco qualche secondo e penso. Che cos'ho dimenticato? IL GARAGE! Mi fiondo verso la stanza, veloce come un razzo. Okay, lo ammetto sono un po' curiosa. Apro la porta e rimango senza parole. Davanti a me si trova un auto. Una mini Cooper grigia nuova di zecca. Mi trovo senza parole e con le mani tremanti. Cioè, dopo un tatuaggio, i miei genitori mi hanno regalato pure un'automobile. Non so se urlare e correre felice senza una precisa meta o piangere e abbracciare l'auto e i miei genitori. Non sapendo ancora ben cosa fare, corro dai miei a ringraziarli e ad abbracciarli con le lacrime agli occhi. Dopodiché chiamo Aaron e Connie dicendo loro di farsi trovare svegli alle 9.00 per andare da Starbucks a far colazione, ovviamente con la mia nuova auto.

Prima che io possa rilassarmi un attimo arriva subito l'ora di cena. Siamo tutti e tre seduti a tavola e per cominciare un discorso chiedo "Avete sentito del nuovo virus in Europa?"
"Ne ho sentito parlare alla radio. Ma da dove deriva?" Mi chiede papà
"Non lo sanno ancora, ma da come lo descrivono sembra abbastanza grave."
"Eh già. Prova ad accendere la TV, magari ne stanno parlando al Tg."
E così faccio. Accendo il televisore e mi metto alla ricerca di un canale nel quale trasmettano un Tg. Trovato questo, alzo il volume e dopo qualche notizia la giornalista comincia " Bene, ritorniamo a parlare del nuovo virus presentatosi in Europa. Due delle infermiere incaricate di prendersi cura del paziente infetto sono state contagiate dal virus, pare che il paziente, non abbia assimilato totalmente i sedativi sottopostogli e così, mordendo e ferendo le due infermiere, ha passato loro il virus. Ora i tre sono stati portatati in una stanza di sicurezza vista la loro situazione. Si tratta di un caso mai riscontrato prima. Aspettiamo nuovi aggiornamenti, è tutto. Buona serata e grazie."
Guardo i miei genitori, sono entrambi pietrificati "tutto okay?" Chiedo
"Si sì, scusa. È che mi sembra così strana questa nuova 'malattia'. Cioè sembra davvero pericolosa." Dice papà cercando di mostrarsi il più tranquillo possibile. Ma è spaventato, lo si legge nei suoi occhi. Tento di cambiare discorso "Comunquee.. Domani passo a prendere Aaron e Connie e andiamo da Starbucks. Ovviamente con la mia macchina nuova!"
"Stai attenta Amber" mi raccomanda la mamma.
" Tranquilla, sono una persona responsabile." E detto questo mi cade dalle mani il bicchiere d'acqua che stavo per bere.
"Appunto" dice papà.

No escapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora