Capitolo 22

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Delle mani forti mi prendono per la vita.
"Maledizione Nathan lasciami!" Urlo pingendo "Lasciami andare, non voglio più stare qui!"
"Amber ti prego! Mi sei rimasta solo tu! Non posso continuare da solo. Io non voglio mollare adesso, non voglio aver fatto così tanta fatica per nulla. Sono stanco anche io, sono mentalmente distrutto, ma voglio continuare. E tu farai lo stesso, lo farai per Aaron, per la tua famiglia, per mia sorella, ma soprattutto per te. Non è giusto far finire tutto così." Mi dice lui piangendo
Ascolto le sue parole e non posso fare a meno di buttarmi fra le sue braccia. Lo abbraccio forte, affondando il viso nella sua maglia. Restiamo così per una decina di minuti, finché non mi stacco e lo guardo "Scusa Nathan, scusa davvero. È così difficile, Aaron mi manca un sacco e Connie.." Non riesco nemmeno a finire la frase che riscoppio a piangere
Nathan tira su con il naso e dice " Dai Amber, dobbiamo andare avanti. Va bene?"
"Si..." Dico poco convinta "E cosa facciamo adesso?"
"Non lo so davvero... Intanto possiamo sistemarci qui dentro per la notte"
Quindi entriamo in una stanza, la prima che troviamo appena entrati dal terrazzo. È una camera e, tranne per la carta da parati strappata e la sporcizia a terra, è ancora in buone condizioni. Al suo interno si trovano: un letto, un grande armadio con delle ante a specchio, un paio di comodini di legno e una poltrona rossa molto impolverata. Io ispeziono l'armadio, mentre Nathan i comodini. Apro una delle due ante: nulla. Provo ad aprire la seconda, ma mi accorgo che è chiusa a chiave. Ora non ho proprio voglia di cercare la chiave o provare a scassinare la serratura. Quindi mi giro, mi levo le scarpe e mi rannicchio in un angolino del letto. Dopo un po' chiudo gli occhi, non ho sonno, ma non ho voglia di parlare, quindi fingo di dormire.
Sento Nathan frugare nei cassetti dei comodini e poco dopo lo sento sedersi sull'altro bordo del letto. Piange, cerca di non farsi sentire, ma con scarso risultato, poi tira su con il naso. Dio non possiamo aver perso anche Connie! Al pensiero sento nuovamente le lacrime uscire dagli occhi, cerco di trattenerle ma non ci riesco, quindi piango in silenzio. Poco dopo Nathan si stende, si avvicina piano a me e mi abbraccia. Mi rassicura molto sapere di avere ancora lui. Non passa molto prima che io riesca ad addormentarmi, anche senza sonno.

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Apro lentamente gli occhi, la luce del sole cade proprio sul mio viso e mi obbliga a ripararmi con una mano. Mi giro, Nathan non c'è. Così mi metto a sedere sul letto, metto le scarpe e mi alzo per stiracchiarmi.
"Nathan dove sei?" Chiedo senza ricevere alcuna risposta
Esco dalla stanza "Nathan?"
Ma ancora niente, inizio a preoccuparmi così comincio disperatamente a chiamarlo più forte.
"Nathan dove diavolo sei?!" Chiedo ormai con le lacrime agli occhi
Allora cerco disperata per le stanze, finché non sento la sua voce "Amber! Non preoccuparti sono qui sto bene!" E lo vedo corrermi in contro.
"Oh grazie al cielo! Dov'eri? Io ero così preoccupata e non volevo rimanere sola. Oh sapessi quanta paura ho avuto, io davvero..."
"Amber tranquilla, respira. Io adesso sono qui. Sono uscito a... Beh... Sono uscito a portare via Connie... Sai, stamattina finalmente stavi dormendo tranquilla, questa notte hai avuto un sonno molto tormentato e non volevo svegliarti. Mi dispiace averti lasciata sola, non succederà più" mi dice lui
"Oh ... Okay" dico io
Deve essere davvero difficile per lui. Lo è anche per me, ma io non ho mai avuto una sorella o un fratello. Certo era la mia migliore amica, io la consideravo la sorella che non ho mai avuto. Ma non credo sia lo stesso legame che si ha tra due fratelli veri. Nathan l'ha vista crescere, l'ha vista fare i primi passi, l'ha sempre sostenuta, anche durante la difficile situazione fra i loro genitori. Ammiro molto ciò che lui ha sempre fatto per lei. E ammiro ancora di più il fatto che lui continui a lottare. Ieri volevo farla finita, ma stavo facendo un errore madornale: avrei lasciato solo un ragazzo che per me c'è sempre stato, anche quando diceva di odiarmi.

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