Capitolo 24

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"Dai prendimi se ci riesci!" Dice Ophelia a Nathan ridendo
"Mi stai sfidando? Guarda che sono molto veloce" le risponde Nathan.
I due si stanno rincorrendo per il parcheggio ridendo come due pazzi, ad un certo punto Nathan la afferra per i fianchi, la fa sedere sulle sue spalle e continua a correre. Io invece sono seduta sul marciapiede assieme a Chad.
"Guardali, in questi momenti sembrano senza pensieri" dico continuando a guardarli
"Già, starei ore a sentire la risata di mia sorella. Sta vivendo davvero una brutta infanzia." Dice Chad con un tono di malinconia
"Raccontami un po' di voi" dico io "Cioè sempre se ti va"
"Si tranquilla. Noi abitavamo assieme ai nostri genitori in uno dei grandi palazzi a San Francisco, il nostro appartamento era al secondo piano. Le cose andavano piuttosto bene, finché non è successo il disastro, una forte scossa di terremoto durante la notte, ha fatto crollare il palazzo su se stesso. Io condividevo la stanza con Ophelia, appena ho sentito quel forte boato l'ho presa fra le braccia e siamo corsi fuori sul terrazzo, idea stupida vero? Eppure siamo ancora qui. Non so bene perché io l abbia fatto, forse è stata la paura, sta di fatto che son saltato giù dal secondo piano, con mia sorella fra le braccia."
"Oddio"
"Mi sono quasi rotto entrambe le gambe, non so se per fortuna o per grazia divina, ma me la sono cavata con un paio di botte e mia sorella invece con nemmeno un graffio"
"E i tuoi genitori?"
"Non lo so Amber" risponde seccamente lui. Ho schiacciato un tasto dolente, mi pento subito di averglielo chiesto. "Scusami io non.."
"Tranquilla cara, non credo tu abbia una storia migliore della mia."
"Ognuno di noi ne ha una, non ne esistono di migliori o peggiori..."
"Hai ragione"
Restiamo seduti a guardare Nathan e Ophelia giocare, finché non comincia a calare il sole.

Siamo tutti seduti davanti ad un piccolo fuocherello, ci stiamo raccontando delle barzellette, tanto per passare il tempo.
"Vai Chad tocca te, tocca a te!!" Dice felice la bambina
"Okay okay, allora cosa dice un gatto ad un procione?" Chiede rivolgendosi a lei
"Uhm... non saprei..." dice triste lei
"Gli dice 'miao' " dice Chad
"Ma non fa ridere!"
"Ophelia, non fare la difficile, lo sai che non sono bravo" dice ridendo lui.
Nathan si alza e Chad fa l'occhiolino, credo. Magari ho visto male. Si allontana da noi sorridendo e scuotendo la testa. Poi si gira "Hey Amber. Puoi venire qui un attimo?" Chiede Nathan dall'altro lato del parcheggio
"Certo arrivo!" Rispondo io. Mi alzo dal marciapiede e lo raggiungo.
"Che succede?" Chiedo al ragazzo
"Ho bisogno di parlarti, seguimi" dice in tono serio. Mi spaventa quando fa così, non so mai cosa aspettarmi.
"E non diciamo nulla a Chad?" Chiedo io
"Chad è a posto."
Allora lo seguo in silenzio, con mille pensieri che mi martellano la mente. Usciamo dal parcheggio, svoltiamo a destra e imbocchiamo un vicolo. Continuiamo a camminare finché non raggiungiamo una recinzione oscurata.
"Chiudi gli occhi, è una sorpresa" mi dice con un accenno di sorriso. E così faccio. Lo sento spostare qualcosa.
"Bene ora sta attenta, accucciati a terra e gattona in avanti"
"Ma.." Provo a ribattere
"Amber, stai tranquilla. Sarò io tuoi occhi."
"Mi fido" dico tenendo gli occhi serrati
Mi accuccio, sento l'asfalto freddo sotto le mani e gattono in avanti con gli occhi chiusi, finché non raggiungo dell'erba umida.
"Amber vai più avanti così ci passo pure io" dice Nathan
Faccio come dice "Ora che faccio?" Chiedo
"Alzati ma non aprire gli occhi"
Con qualche incertezza mi rimetto in piedi.
"Bene, ora apri gli occhi"
Li apro e mi trovo davanti ad una meraviglia: è il giardino di una villetta, al centro si trova un laghetto che, anche se pieno di alghe e ninfee rimane comunque incantevole. Al centro di esso si erige la statua di un angelo.
È circondato da panchine di pietra mentre, alla mia destra, c'è un grande salice piangente. Ma la cosa più bella, è la distesa di lucciole. Sembrano tante piccole stelline cadute dal cielo, che illuminano l'ambiente.
"Caspita" dico incantata
"Bello vero?"
"È meraviglioso, come hai scoperto queso posto?"
"Ci sono già stato qui, con degli amici. Vedi, questa casa è abbandonata da più di cinque anni e durante l'estate io e la mia compagnia venivamo qui a fare qualche festa, era molta strada da casa ma ne è sempre valsa la pena"
"Dev'essere stato divertente"
"Sono stati momenti indimenticabili" fa una pausa, sorride e poi continua "pensa che una volta, avevamo la musica abbastanza alta e il vicino di casa, un po' anzianotto, ha chiamato la polizia, appena ce ne siamo accorti abbiamo spento tutto e ci siamo nascosti sotto i letti finché non se ne sono andati. Povero quel signore, avrà pensato di essere diventato pazzo."
"Hahaha solo tu puoi fare certe cose"
Ridiamo assieme, poi alzo lo sguardo e vedo la luna, piena e bellissima. Mi sento lo sguardo di Nathan puntato addosso.
"Amber"
"Che c'è?"
"Vuoi vedere una cosa più meravigliosa di questo posto?"
"Perché esiste?"
"Si, chiudi gli occhi"
Con un sorriso sulle labbra faccio come dice. Aspetto che mi dica fare un passo o di muovermi in avanti per portarmi a vedere qualcos'altro. Ma succede qualcosa di inaspettato. Mi bacia.

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