Capitolo 10

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La casa profuma di ciambella, la mamma ha preparato il dolce per colazione. Scendo le scale per andare in cucina ma non trovo nessuno..mi sposto in veranda e c'è una tavola pronta per la colazione. Mia madre sta porgendo la ciambella a mio padre sembrano così innamorati, Dimitri invece sta sempre a messaggiare.. fa strage di cuore.

<<Buongiorno tesoro, vieni la colazione è pronta>> sorrido a mia madre e mi avvicino a papà per dargli il bacio del buongiorno.

<<Devochka moya..>> 'bambina mia' mi chiama mio padre.

<<Noi dobbiamo andare ad incontro, torneremo per sera voi ragazzi dovrete far da soli per il pranzo..>> mia madre ci avvisa mentre sorseggia il caffè. Non voglio che vadano, non so.. ho una brutta sensazione.

<<Vi accompagno..>> propongo.

<<Niet! Riguarda questioni di politica..non puoi venire>> il tono di mio padre è piuttosto duro, rendendosi conto del suo tono mi sorride e mi accarezza la guancia <<prastìtie>> 'scusa' sussurra.

La pioggia è fitta non vedo nulla, sono venuta appena ci hanno chiamato. Hanno detto incidente, sono morti, i miei genitori sono morti..L'auto è accartocciata su se stessa, corro verso di essa: mia madre è ricoperta di sangue non respira più..poi sento mio padre sussurrare qualcosa.

<< Papà, papà..>> il sangue gli scivola come un fiume dalla testa.

<<Devochka moya..>> sussurra, io ripeto in continuo sono qui, sono qui, ma sembra non sentirmi. <<Devochka moya..>>

Urlo, urlo ..lo chiamo, ma non risponde.

Mi sveglio agitata, erano anni che non sognavo quell'ultimo dannato giorno.

Ho freddo, cerco di coprirmi con le braccia..ma cosa?! Oh No! Sono di nuovo legata. Sono in una stanza piccola e c'è una luce accesa sulla parete di fronte. Le mie braccia formano una V, delle catene che pendono dal soffitto mi bloccano i polsi. Darko mi ha lasciato con la sottoveste, ho brividi di freddo ovunque e alle braccia non circola più sangue. Mi torturerà...mi ha preparato per questo: torturarmi.

Sono stata addestrata anche a questo, ad esser torturata.. ho superato un corso di un anno: ne porto ancora le cicatrici.

Non so quanto tempo passa, sono in piedi da molto tempo a giudicare dal dolore delle braccia.

<<Ciao Nikita..>> sollevo la testa, Darko entra chiudendosi la porta alle spalle, in mano ha un coltello di quelli da collezione.

<<Ti conviene..liberarmi le braccia..o..o durerò poco>> lo stuzzico, se vuole divertirsi con me vorrei esser al pieno delle forze.

<<MMh non hai paura!?!.. Certo cosa potevo aspettarmi da te, di certo ti hanno addestrata..>> si avvicina, si posiziona di fronte a me e con quel coltello mi alza il mento.

<< E' da tanto che non gioco... e voglio giocare con te o meglio con il tuo corpo>> il coltello scivola verso il seno, fa forza e con uno scatto verso il basso mi straccia la sottoveste che si apre mettendo in mostra un po del seno e le mie parti intime. Se spera di mettermi in imbarazzo si sbaglia!

<<Che visione erotica.... il tuo fisico potrebbe indurmi a perdonarti e a farmi dimenticare che mi hai tradito. Che hai tradito la mia fiducia!>> con rabbia mi strappa di dosso quel poco di sottoveste che avevo.

<<Se questa era la tua fantasia erotica..bastava dirmelo, magari ti avrei accontentato..>> gli dico con sfida. Scoppia a ridere, all'improvviso mi prende il volto tra le mani e mi da un bacio. Questo non me l'aspettavo! Cerca di farsi strada nella mia bocca, la sua lingua mi esplora ovunque.. e di scatto si tira indietro.

Sei mia, Nikita. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora