18.Capitolo

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18.Capitolo

Più la guardava, e più si sentiva strano, perso.
Più guardava i suoi occhi chiusi, e più sperava di poter vedere il loro colore dorato, per perdersi all'interno di essi.
Più la stringeva forte contro il suo petto, e più desiderava non lasciarla mai andare.
Draco Malfoy, aveva deciso di portare Hermione Granger, là dove in un certo senso era iniziato tutto.
La Torre di Astronomia risultava ancora più bella sotto la timida luce delle poche stelle che ornavano il cielo buio.
Hermione, con la testa invasa dai mille pensieri che la tormentavano, si era addormentata tra le braccia forti e muscolose del Serpeverde.
Quelle braccia che la facevano sentire protetta, al sicuro.
Perchè in fondo tutti, anche la persona più acida di questo mondo, ha bisogno di un paio di braccia pronte ad accoglierti nel momento del bisogno. Quel bisogno che può essere o fisico o mentale, ma che in entrambi i casi ti distrugge dall'interno.
Lui la osservava in silenzio, cercando di capire cosa fosse la sensazione che provava alla bocca dello stomaco.
Cercando di dare un nome a quella sensazione che non aveva mai provato prima.
La osservava mentre dalle sue labbra socchiuse uscivano dei lievi sospiri, un sorriso da bimba dipinto su esse.
Aveva sempre pensato che fosse inquietante osservare le persone mentre dormivano.
Ma ora, ora doveva confermare il contrario.
Era come se in quel momento la sentisse ancora più vicina, come se osservasse quel lato di lei, che normalmente lui non conosceva.
Sorrise mentalmente a quel pensiero, spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, quel movimento fece svegliare la Grifondoro, che si guardò intorno confusa, per poi puntare i suoi occhi in quegli ghiaccio del ragazzo biondo che la stringeva tra le braccia.
«Hey, piccola Granger»sussurrò quest'ultimo, lasciandole un leggero bacio sulla mandibola.
A quel soprannome la ragazza si sentì arrossire, e distolse gli occhi dai suoi, per poi puntarli sul cielo buio e poco stellato.
«Piccola...piccola Granger?»chiese poi, con voce estremamente timida, titubante e roca a causa del sonno.
Per un po' tra i due regnò il silenzio, il quale fece pentire Hermione di aver fatto quella domanda, ma alla fine Draco rispose.
«Già, piccola Granger. Non ti piace?».
«Si, solo... cosa siamo noi, Draco?»chiese ancora la mora, e quando le sue labbra pronunciarono il nome del biondo, il cuore di quest'ultimo perse un battito, forse più di uno.

Cose erano loro? 

Nessuno dei due lo sapeva, o forse, nessuno dei due voleva ammettere quello che realmente sapevano di provare.
In fondo avevano paura, paura di star sbagliando.
Ma come dice quel vecchio proverbio, che sbagliando si impara?
Se Draco sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco alla quale non sapeva dare un nome, Hermione era convinta che quella sensazione, almeno nel suo caso portasse il nome di amore.

Amore.

Cinque lettere, due consonanti, tre vocali.
Se si cerca la parola amore in un qualsiasi dizionario, si troverà qualcosa del tipo:

  /A·mó·re/  sostantivo maschile

1.Dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità.

E Draco Malfoy era in grado di fare questo, era in grado di renderla felice, come nessun altro aveva mai fatto.
«Siamo errori diversi»mormorò la voce seducente del ragazzo, distraendo la Grifondoro dai suoi pensieri.
«Errori diversi?»ripeté questa, guardandolo negli occhi.
«Si»confermò lui.
«Ma gli errori non dovrebbero fare quello che facciamo noi»disse a voce bassa della ragazza, riferendosi ai baci rubati dietro le statue, al-"allora adesso sei mia"-detto da lui o a quel-"sei la mia droga"-che le aveva fatto battere il cuore ad un ritmo talmente tanto forte da farla preoccupare.
«Non ho mai detto che siamo errori perfetti. Siamo errori imperfetti, che solo insieme formano l'errore perfetto»rispose infine lui, per poi premere le sue labbra su quelle morbide della giovane strega.
Le loro labbra ormai erano diventati gli unici due pezzi mancanti, di un puzzle quasi completo, e soltanto quando si univano, riuscivano a completarlo, dando al puzzle una fine.
Proprio come la prima volta in cui si erano baciati, anche in quel momento si stavano assaporando piano piano. 
Si staccarono un attimo, incatenando i loro occhi, presto le labbra morbide del biondo iniziarono a lasciare una scia di baci sul collo della ragazza, mentre le sue mani si andavano a poggiare lentamente sotto il maglione che la Grifondoro aveva indossato quella mattina, prima di uscire dall'infermeria.
Accarezzò la pelle dei suoi fianchi, stringendoli delicatamente tra le mani, per poi risalire sempre con la stessa delicatezza sulla curva dei suoi seni, le lasciò un baciò sotto l'orecchio, per poi fissarla negli occhi.
Aveva bisogno di lei.
Ne aveva bisogno dalla prima volta che l'aveva baciata.
Aveva la necessità di sentirla sua in tutti i modi umanamente possibili.
Ma non l'avrebbe mai costretta.
Continuò a guardarla negli occhi, per minuti, forse ore.
La mano ancora sotto la sua maglia pesante, vicino al suo seno.
«Fai l'amore con me»sussurrò Hermione, non ricevendo nulla come risposta.

***

Ciao ragazze!!! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ditemi cosa ne pensate, un bacio💕




Ti amo con l'anima (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora