Gennaio o forse Febbraio

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Il dolore peggiore che un uomo può soffrire: avere comprensione su molte cose e potere su nessuna.

(Erodoto)



I mesi avevano la capacità di trascorrere indifferentemente dalla percezione del tempo di Edward, che continuava a portare avanti la propria esistenza senza nemmeno tentare di cambiare qualcosa. Aveva un gruppo di azioni che periodicamente ripeteva come un automa, incapace di dar loro un senso: andava a caccia, ascoltava musica, leggeva, passeggiava. Tutte cose che cominciavano sempre con Bella in testa e che terminava sempre con lo stesso pensiero. Doveva cercare di alleviare la perdita, ma come? I vampiri non possono ricorrere agli stessi mezzi degli umani che, sempre più spesso, si trovava ad invidiare. Quando camminava per le strade di Parigi, città nella quale si era trasferito da qualche settimana, si scopriva invidiare la capacità di perdere coscienza degli umani semplicemente esagerando con l'alcool. Ubriacarsi per dimenticare... questo gli aveva detto un uomo, una sera. Edward stava passeggiando lungo un viottolo poco illuminato e, d'improvviso, quell'uomo è apparso in fondo: barcollava tendendo in mano un sacchetto di carta contenente una bottiglia di alcool economica. Edward si era fermato quasi affascinato dall'oblio che quell'essere umano era riuscito a creare nella propria mente, a tal punto da non avere la minima idea di come si mantenesse l'equilibrio. Così, poco dopo, lo sconosciuto gli passò accanto e i loro sguardi s'incrociarono. Edward non avrebbe saputo dire cosa vide quell'uomo, eppure sembrò leggergli dentro.

"Non ne vale la pena, amico mio", gli disse sbiascicando il proprio francese e, vedendo l'espressione incerta dipingersi sul volto del ragazzo, si affrettò a chiarire. "L'amore... non ne vale la pena. Per quanta gioia possa donarti riuscirà sempre a toglierti più di ciò che ti ha dato. È un gioco perverso nel quale si perde sempre"

Quell'uomo sconosciuto era riuscito a vedere nel vampiro la sofferenza e a Edward venne in mente Empedocle... il simile conosce il simile. Era vero, dunque?

"Io ho perso ma non rimpiango di averlo fatto", rispose Edward a mezza voce, guardando in basso. L'uomo scoppiò in una risata alcolica.

"Tu credi? Ah amico mio, allora i casi sono due: o sei tanto stupido o sei tanto stupido", disse fra le risate grasse e i colpi di tosse.

"Perché?". La domanda di Edward fu quasi liberatoria: parlare con uno sconosciuto ti rende le cose sotto una luce diversa e lui desiderava provarci.

"Sai perché sto bevendo?" gli domandò l'uomo. Edward lesse rapidamente i suoi pensieri e rispose.

"Perché vostra moglie ha preferito il suo capo a voi?". L'espressione dell'uomo si fece seria per qualche istante.

"Sei uno stregone?"

Edward rise al modo in cui sbiascicò la parole stregone.

"No"

"Eppure leggi nei pensieri..."

"No, sono solo uno che tira ad indovinare"

"Sì, mia moglie se ne è andata. Così come la tua bella"

Edward annuì.

"Vuoi un goccetto? Bere aiuta a dimenticare" gli disse. Sapeva che l'alcool non avrebbe avuto effetto così acconsentì giusto per non offendere l'uomo. La bevanda economica scese nella sua gola come acqua.

Ecco il problema: quell'uomo poteva annegare il suo dolore nelle bevute mentre Edward no. Non c'era nulla che potesse alleviare il proprio, nemmeno l'alcool.

Quella stessa sera Edward pensò di trasferirsi in Italia, ma accadde qualcosa che, davvero, non avrebbe saputo spiegarsi. Era tornato nella stanza d'albergo con l'intento di preparare le sue cose e incamminarsi per le Alpi, quando un vecchio pensiero si era fatto strada nella sua testa, strisciando perfido. I Volturi... Era passato più di un anno da quella notte in cui aveva scritto le lettere e per la prima volta dopo tanto tempo, stava accarezzando nuovamente l'idea. Ma proprio in quel momento, accadde. Bella apparve davanti a lui, eterea quasi come fosse solo un riflesso nell'acqua. Edward l'aveva guardata meravigliato e lei gli aveva detto "Non puoi farlo, Edward".

Quella visione gli aveva parlato e lo aveva distolto dal pensiero dei Volturi. Erano trascorse settimane da quando aveva visto Bella, stanca e affranta fuori dalla sua casa di Forks, e gli era apparsa così. Lui aveva cercato di allungare la mano per accarezzarle il volto, ma la visione era cessata con la stessa velocità con cui era apparsa. In un certo senso, sebbene fosse strano, quel che aveva visto l'aveva fatto sorridere: poteva vedere Bella. E poco importava il fatto che, con ogni probabilità, stava impazzendo: poteva vedere Bella.

Un pensiero contorto, quasi morboso, attraversò il suo cervello: forse Bella poteva apparirgli nei momenti più pericolosi e tragici. Forse, se lui avesse tentato di mettere in pericolo la propria vita, Bella sarebbe apparsa di nuovo.

Il dolore e la sua assenza lo avrebbero accompagnato per sempre ma aveva trovato un modo per poter stare con lei, anche se per pochi istanti dopo quell'ultimo bacio a Forks.

Un sorriso gli illuminò il volto e si diresse a grandi falcate vero le Alpi sicuro che avrebbe rivisto lo spirito di Bella.


Edward's New MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora