Sogno o son morto?

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"Straordinario", disse Edward sorridendo. Fu meraviglioso constatare che Carlisle avesse ragione che c'era davvero qualcosa dopo la morte. Non si aspettava tutto quello, non credeva che avrebbe meritato la grazia di trovarsi nuovamente Bella accanto... o forse era l'Inferno? Poco importava: lei era davanti a lui e le sensazioni erano così vive che sembravano reali.

"Edward torna subito all'ombra! Muoviti!". La voce di Bella era rotta dalla fatica e dalla paura, ma non per questo fu meno potente. Perché era così preoccupata? Ora avevano davvero tutta l'eternità davanti.

"È incredibile, sono stati velocissimi. Non ho sentito niente... che bravi", disse Edward mentre, con gli occhi chiusi, le baciava i capelli. "La morte che ha libato il miele del tuo respiro, nulla ha potuto ancora sulla tua bellezza". I versi di Romeo e Giulietta gli sembrarono così giusti, in quel momento, che li recitò col sorriso sul volto. Era stupefacente la capacità dell'al di là di conservare ogni più piccolo dettaglio, perfino l'odore.

"Hai lo stesso profumo di sempre", aggiunse Edward, inspirando a pieni polmoni fra i suoi capelli.

"Non sono morta", sbottò Bella. "E nemmeno tu! Ti prego, Edward, dobbiamo muoverci. Ci prenderanno!". Perché preoccuparsi ancora? Perché temere qualcosa?

"Puoi ripetere?", le chiese educato. Sebbene fosse certo di essere morto, la reazione di Bella gli insinuò un dubbio.

"Non siamo morti, non ancora! Ma dobbiamo andarcene prima che i Volturi..."

Bella non era morta... lui non era morto... Un lampo di lucidità gli attraverso lo sguardo, in tempo per realizzare il pericolo. Con un gesto rapido prese Bella e la portò con sé all'ombra aprendo poi le braccia per proteggerla. L'odore di vampiri si era fatto decisamente troppo forte e due figure si mostrarono presto davanti a loro. Edward sapeva che Aro avrebbe voluto conoscere Bella, che avrebbe cercato di trasformarla o peggio di separarli per sempre. Non voleva che Bella varcasse quella soglia troppo pericolosa, né desiderava affrontare i Volturi debole com'era. Se fino a qualche istante prima avrebbe dato qualsiasi cosa per morire, ora bramava la vita come non mai.

"Buon giorno signori", disse Edward con tono calmo e pacato, sebbene dentro stesse tremando per la paura. "Non credo che oggi varò bisogno dei vostri servigi. Vi prego soltanto di portare i miei ringraziamenti ai vostri padroni". Per quanto avesse pronunciato quelle parole con convinzione, sapeva perfettamente che non sarebbero servite a molto.

"Vogliamo continuare la conversazione in un luogo più consono?", sussurrò minaccioso uno dei due. Edward s'irrigidì non solo nei muscoli ma anche nella voce.

"Non credo sarà necessario. Conosco le vostre istruzioni, Felix. Non ho infranto alcuna regola". Era vero, almeno in parte. Era evaso e aveva cercato di mettere in ridicolo i Volturi a casa loro ma Bella lo aveva fermato prima che ciò accadesse, perciò, tecnicamente, non aveva infranto alcuna regola.

"Felix allude alla luce del sole. Cerchiamo un riparo migliore". La seconda voce, più suadente della prima, proveniva da un vampiro decisamente più pericoloso di Felix: Demetri. Edward non aveva scelta se non quella di assecondare le richieste dei Volturi ma la sua preoccupazione più grande era Bella.

"Vi seguo", replicò infine. "Bella", aggiunse poi in direzione della ragazza, "perché non torni in piazza a goderti la festa?"

"No, la ragazza viene con noi", sussurrò Felix. Edwrad non poteva permettersi di portare Bella tra le fauci dei Volturi: lei sapeva dei vampiri e loro sapevano che lei sapeva... troppo pericoloso.

"Puoi scordartelo", imbeccò Edward. Non c'era via d'uscita se non lo scontro ma finché fossero rimasti all'aperto nessuno avrebbe attaccato o, almeno, così credeva. Eppure, sia Edward che Felix tesero i muscoli pronti allo scontro. Fu Demetri a prendere le redini della conversazione.

"Felix, non qui", disse rivolto al compagno. Poi, volgendo il suo sguardo spietato su Edward aggiunse "Aro desidera soltanto conversare di nuovo con te, se infine hai deciso davvero di non sfidarci". Era un tranello?

"Certamente", rispose Edward, "ma lasciate libera la ragazza". In cuor suo sperava di poter evitare a Bella un incontro con i Volturi e chiamandola semplicemente "la ragazza" si augurava di far perdere interesse ai vampiri.

"Mi dispiace, temo non sia possibile. Dobbiamo obbedire alle regole", ribatté Demetri frantumando ogni speranza.

"Allora temo che non potrò accettare l'invito di Aro, Demetri"

"Aro sarà molto deluso", sospirò il vampiro. Non vi era una sola briciola di comprensione in quelle parole al veleno che nascondevano una grossa minaccia ed Edward lo sapeva. Aveva tentato in ogni modo di lasciare Volterra senza incontrare nuovamente Aro ma ogni suo tentativo era naufragato. Non gli rimanevano altre possibilità se non quella di perseverare.

"Sono certo che sopravvivrà al dispiacere". Non c'era sicurezza nella sua voce, né speranza, solo la determinazione di chi non si arrenderà mai al suo destino. I due vampiri allargarono i mantelli chiudendo ogni via di fuga Edward e Bella e costringendoli a proseguire verso l'incontro. Edward non si mosse di mezzo centimetro ma s'irrigidì ancora di più, convinto che in un modo o nell'altro sarebbe finita presto e che lui avrebbe combattuto fino alla fine. Poi, di scatto, tutti e tre i vampiri si voltarono in risposta ad un lieve rumore.

"Vogliamo darci un contegno?", chiese una voce cristallina e assai famigliare. "Non ci si comporta così di fronte a delle signore". Alice avanzava verso di loro, elegante e apparentemente calma. Edward si rilassò, anche se di poco, mentre Felix e Demteri s'irrigidirono maggiormente non gradendo l'idea di un confronto alla pari.

"Non siamo soli", sussurrò Alice guardando un punto tra la folla. Una famigliola li stava osservando, parlottando fra loro. Attirare così l'attenzione non era una delle prerogative dei Volturi e ciò non avrebbe fatto altro che infuriare di più Aro.

"Ti prego Edward, ragioniamo". Era una preghiera sincera: Aro non avrebbe mai perdonato a Demetri e Felix un simile errore. Era l'occasione per tentare, nuovamente, la fuga.

"D'accordo. Ce ne andiamo subito, pari e patta", disse Edward.

"Almeno lascia che ne parliamo in privato". Non mollavano la presa. Non credo che riusciremo a convincerli, Edward pensò Alice, trovandolo d'accordo. Aveva ragione, questo era innegabile, ma che scelta avevano?

"No", replicò saldo. Pronto a correre? Ah già, dimenticavo: è pieno giorno Edward, dove possiamo nasconderci senza rivelare la nostra natura? Il sarcasmo di Alice non serviva ma la vampira aveva paura quanto lui. Loro due da soli non avrebbero mai potuto sopravvivere ad uno scontro, soprattutto Edward che non si nutriva da troppo tempo. Siamo soli, Edward. Il vampiro stava per rispondere ma una voce lo fece trasalire.

"Piantatela". Era una voce giovane e melodiosa sebbene carica di quel sadismo che Edward conosceva fin troppo bene. Era davvero finita e la rassegnazione si fece evidente sul volto di Edward nell'istante stesso in cui pronunciò il nome al quale apparteneva la voce.

"Jane". Non c'era più alcuna speranza di sopravvivere né di salvare Bella. Dobbiamo seguirli, Edward e sperare che Aro abbia davvero buone intenzioni. Non puoi salvarla... non così, gli disse Alice tranquilla. Le spalle del vampiro si abbassarono, sciogliendo la tensione mentre un sorrisetto beffardo si dipingeva sul volto di Jane. Insieme, seguirono quella giovane dall'aria così poco rassicurante, scendendo per quel viale stretto che li avrebbe portati da Aro. Edward non voleva lasciare Bella, non dopo averla ritrovata e così la teneva attaccata a sé, con forza e determinazione. Ancora una volta, per colpa sua, Bella si trovava in pericolo e per quanto quella riflessione lo facesse star male c'era qualcosa di diverso dalle altre volte. Per un istante gli tornarono in mente le parole di un'amica incontrata per caso, parole sussurrate in un piccolo salotto qualche settimana prima.

Perché non importa quello che facciamo per amore, la vita ci ha fatto un dono e, quanto è vero Dio, quel dono ti appartiene. È stato creato per te, per renderti felice e più chiuderai la strada che conduce al tuo cuore più la vita ti mostrerà altre vie che ti condurranno a lui. Non troverai nessuno come lei, Edward. Nemmeno se navigassi nel mare dell'eternità fino alla fine del tempo.

Jacqueline aveva ragione: non avrebbe mai trovato un'altra Bella. Ora lo sapeva, ora l'aveva capito: loro due erano stati creati per stare insieme e non avrebbe avuto alcuna importanza quanto sforzo lui mettesse per tenerla lontana. Erano uno la vita dell'altra e senza l'uno, l'altro non sarebbe sopravvissuto comunque.


Edward's New MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora