De profundis

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In un attimo tutto quello in cui aveva sperato crollò davanti ai suoi occhi, sgretolandosi in milioni di pezzi. Non poteva credere a quello che Rosalie aveva appena detto perché se fosse stato vero allora Bella era morta e lui non avrebbe mai potuto perdonarsi per quello. Il suo cervello sembrava congelato in quell'istante, incapace di ragionare e formulare un pensiero. Fu l'istinto a venire in suo soccorso e le dita si mossero prima di comprendere ciò che stava facendo, digitando il numero di casa di Bella. Doveva sapere se fosse reale, doveva avere conferma di ciò che sua sorella gli aveva detto e l'unico modo per farlo era chiamare. Non sapeva nemmeno cosa avrebbe potuto dire...

Dopo un paio di squilli, fu Jacob a rispondere. Edward impiegò qualche secondo per fare la domanda che più temeva, perchè non si aspettava che il lupo fosse a casa di Bella. O forse, sì? Era rimasto lontano da Bella così tanto da permettere a quel cane di prendere il suo posto? Era davvero bastato così poco perché Bella si dimenticasse di lui? Ma se lei aveva trovato la felicità, perché si era suicidata? Allora era ancora viva? Cercò di ricacciare in gola il ringhio che risaliva perché, in fondo, poteva essere normale che Jacob fosse a casa Swan... Poteva essere normale se Bella era...

"C'è Bella?", disse telegrafico e con la voce tremante. Pregava che Jacob non gli dicesse che Bella era morta, scongiurava qualunque dio che Rosalie avesse detto una menzogna. Il fragile equilibrio che teneva insieme i pezzi della sua anima tremava e, se fosse stato umano, il suo respiro sarebbe stato affannato e avrebbe sentito nelle orecchie il battito convulso del suo cuore.

"Non è in casa. È al funerale", rispose Jacob, riagganciando subito dopo. È al funerale... Quelle tre parole rimbombarono nella sua testa, facendogli perdere il controllo.

Ecco quale deve essere la sensazione di cadere nel baratro dell'Inferno, pensò Edward, una caduta libera fatta di terrore e dolore. La sua mente precipitava mentre la vista si appannava. L'ultima volta che aveva provato una cosa simile si trovava fra le braccia di Carlisle in un letto di ospedale, quando stava per morire. Stritolò il cellulare, che si ruppe fra le sue mani come fragile cristallo, e si passò una mano fra i capelli, incapace di stare in piedi. Dovette appoggiarsi al letto per non cadere. Tutto girava, vorticava intorno a lui.

Era la fine.

Bella era morta. Persa per sempre. Per colpa sua.

Come avrebbe mai potuto continuare a vivere sapendo di aver ucciso Bella per la sua stupida presunzione di poterla rendere felice? Aveva sbagliato tutto, come sempre. Un urlo rabbioso uscì dalla sua gola mentre crollava sulle proprie ginocchia, tenendosi il volto fra le mani. I vetri della camera andarono in frantumi e i cani nelle vie buie di Rio presero ad abbaiare spaventati. Fu un grido disperato, carico di dolore e morte, e tutti quelli che lo udirono sentirono il vero terrore scorrere nelle proprie vene. Il tempo stesso si fermò davanti al suo lutto e l'Universo pianse quelle lacrime che Edward non poteva versare.

Quando la gola stanca non riuscì più a sostenere lo sforzo di gridare, Edward mantenne la bocca aperta senza farne uscire alcun suono. Rimase così, come chi brama aria dietro un sacco di plastica, incapace di muoversi anche solo di un millimetro. Poi, traballando si rimise in piedi. Sapeva perfettamente cosa fare.

Con un balzò uscì dalla finestra e atterrò in strada, incurante di chi o di cosa lo potesse vedere. Corse a perdifiato, corse verso l'Oceano. Passava vicino ai negozi chiusi, ribaltando i tavolini e facendo volare pezzi di carta qua e là. Quando passò accanto a due ubriaconi, questi nemmeno si accorsero di ciò che stava accadendo, ma sentirono solo una folata di vento gelido. Freddo come la morte. Si tuffò in acqua, facendo schizzare l'acqua con violenza, e lasciò che le ampie bracciate lo guidassero in quel profondo blu dal quale non voleva più riemergere. Le immagini di Bella gli scorrevano davanti agli occhi mentre tutto il mare osservava stranito quella creatura secolare che nuotava nel suo silenzio. I pesci scappavano, impauriti da quell'animale mai visto prima e nemmeno gli squali sembravano avere la tentazione di inseguirlo. Edward avrebbe voluto che uno di quei bestioni si accanisse su di lui, facendolo a pezzi, ma sapeva che non sarebbe accaduto. La sua pelle, così dura, non sarebbe stata nemmeno scalfitta dai denti del pescecane mentre la povera bestia si sarebbe frantumata la mascella poderosa nel tentativo di mangiare.

Tutto era avvolto dal nero profondo dell'incertezza: perché Bella l'aveva fatto? Perché non si era ricostruita una vita con Jacob? Maledisse quel cane per essere stato così incapace di fare l'unica cosa buona che potesse fare: lasciare che lei s'innamorasse di lui. Ma Bella aveva un solo amore e quello stupido l'aveva abbandonata a se stessa nel bosco. Edward non aveva più certezze, eppure era sicuro solo di una cosa: sarebbe andato in Italia e l'avrebbe fatta finita. Se i Volturi si fossero rifiutati di ucciderlo, allora avrebbe fatto in modo che venissero obbligati. Per la prima volta dopo tanto tempo, Edward si sentiva pronto per fare una carneficina se fosse stato necessario: avrebbe ammazzato così tante persone che i Volturi non avrebbero potuto permettersi che rimanesse impunito. Vampiri di ogni epoca erano stati uccisi per molto meno e questo gli dava fiducia. Non aveva più nulla per cui valesse la pena vivere e nemmeno Alice avrebbe potuto impedire che il suo piano giungesse alla fine. Anche se avesse corso più veloce di lui, non lo avrebbe distolto dal suo obiettivo.

*******

Era il tramonto quando alcuni turisti che passeggiavano lungo la costa avvistarono un tizio che emergeva dalle acque. Era pallido e i pochi lembi di pelle esposti alla luce del sole sembravano brillare come tanti cristalli. Il vampiro raggiunse la riva, senza degnare di uno sguardo le persone curiose che lo osservavano e a passo deciso si diresse verso Volterra. Passò accanto ad un cartello che lesse per capire dove si trovasse esattamente: "Benvenuti a Cecina". Era sulla strada giusta e ne ebbe la conferma qualche chilometro dopo quando, in prossimità di un altro cartello, lesse "Volterra, 45 Km".

Sorrise e riprese a correre, lasciando la strada per seguire le campagne. Da lì a breve sarebbe stato al cospetto dei Volturi e tutto, finalmente, sarebbe finito.


Edward's New MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora