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Non poteva essere più contrariato e, allo stesso tempo, più d'accordo con la decisione di Bella. La loro storia aveva coinvolto la famiglia Cullen talmente a fondo da meritare un posto nella decisione più difficile di tutte: trasformare Bella in un vampiro. Edward sapeva ciò che la sua famiglia pensava e non avrebbe avuto bisogno di quella votazione, ma capiva quanto per Bella fosse importante. Anzi, in realtà non lo capiva ma si sforzava di farlo. C'era una domanda che davvero non trovava risposta nella sua testa: perché Bella fremeva all'idea di diventare un mostro immortale?

"Salta su", le disse, pronto per portarla a casa sua e dare inizio ad una delle serate più difficili della sua vita. Bella si aggrappò a lui come un koala ed Edward cominciò a correre nei boschi. La stretta di lei attorno al suo collo lo tranquillizzava.

"In qualche modo riconquisterò la tua fiducia", mormorò Edward. "Fosse l'ultima cosa che faccio". Sapeva quanto l'averla lasciata avrebbe influenzato i giorni a seguire: non sarebbe stato facile per Bella dimenticare che lui l'aveva abbandonata, ma era più che mai convinto che avrebbe fatto quanto in suo potere per farsi perdonare.

"Ma io ti credo. È di me stessa che non mi fido", rispose Bella al suo sussurro.

"Spiegati, per cortesia". Edward non aveva compreso il senso di quelle parole... Stava forse dicendo che non credeva più nell'amore che provava per lui?

"Bè... non sono certa di poter essere abbastanza. Di meritarti. Non c'è niente in me che potrebbe trattenerti".

Piccola Bella, pensò Edward. Così terribilmente ignara dalla sua perfezione da non capire quanto fosse importante. Il vampiro si fermò e fece scendere la ragazza dalle sue spalle senza, tuttavia, lasciare la presa dalle sue mani. L'abbracciò forte, stringendola al proprio petto.

"Il mio legame con te è permanente e indissolubile", sussurrò con tutto l'amore di cui era capace. "Non dubitarne mai". Era incredibile quanto Bella non credesse in se stessa e, pensava Edward, il fatto di averla abbandonata l'aveva resa ancora più insicura. Tuttavia, non riusciva a comprendere quale potesse essere la sua paura più grande: in fondo rischiava di perdere tutto, di lasciarsi alle spalle la sua mortalità ed Edward non capiva cosa potesse esserci di peggio.

"Non mi hai ancora detto...", provò il vampiro a chiedere. "Quale sia il tuo problema più grande". Bella allungò un dito a sfiorargli la punta del naso. Era lui? Lui rappresentava ciò di cui Bella avesse più paura? Non avrebbe mai potuto biasimarla, in fondo tutte le cose più brutte che le erano capitate avevano avuto lui come causa. "Sono peggio dei Volturi", rispose mesto. "Penso di essermelo meritato". Era giunto a quella conclusione con dolore.

"Il peggio che possano farmi i Volturi è uccidermi", disse Bella con forza. "Ma tu potresti lasciarmi. I Volturi, Victoria... al confronto non sono niente". In un attimo, Edward risentì l'urlo angosciato di Bella nella notte, i passi svelti di Charlie che accorrevano a consolarla; rivide l'immagine di quella ragazza emaciata e priva di vita che, con lo zaino in spalla, era andata fino a casa sua nella speranza di vederlo nuovamente. Il male, il dolore, che lui le aveva fatto avevano segnato il cuore di Bella nel modo peggiore: lei aveva paura di lui, temeva che lui se ne andasse di nuovo.

"Se solo ci fosse una maniera di farti capire che non posso lasciarti! Immagino che soltanto il tempo riuscirà a convincerti". A Bella tornò il sorriso e a lui bastò.

"Quindi", disse la ragazza con ritrovato buonumore, "visto che hai intenzione di rimanere, posso avere indietro le mie cose?". Edward scoppiò a ridere.

"Le tue cose sono già lì. Sono in camera tua, sotto le assi del pavimento". Edward aveva nascosto tutto, non si era portato via nulla a parte la foto. Non avrebbe retto trovandosi davanti agli occhi i ricordi materiali di loro due assieme, così aveva lasciato ogni cosa proprio in camera di Bella.

Edward's New MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora