Non mi è mai piaciuta la religione, né tanto meno la chiesa. Era da anni che non ci entravo, e non avrei mai immaginato di entrarci per il funerale di mio padre. Ancora non mi capacito di come sia possibile e non credo che me ne farò mai una ragione.
Fa così freddo qui dentro. Vorrei che ci fosse Jordan a scaldarmi adesso, ma lui non c'è. La chiesa è piena di gente di cui io ne conosco a malapena la metà. C'è chi piange, e chi rimane impassibile al dolore. Poi c'è mia madre, buttata a terra, aggrappata alla bara. La ferita è ancora troppo fresca per lei, il dolore la sta uccidendo.
Mi sento a disagio, rispetto a tutti sembro quella più serena e calma. Apparentemente sembra che io stia bene e non provi dolore, eppure l' apparenza inganna. Il dolore mi sta divorando dentro, il buio mi risucchia, ma sto bene.
La cerimonia per salutare papà è iniziata da circa venti minuti, ma io non voglio salutarlo, se lo farò lui se ne andrà per sempre! Cosa dico? Lui se ne è già andato e senza salutarmi!
Mi manca l' aria e ascoltare persone che quando era ancora in vita non hanno fatto altro che odiarlo e parlarne male ora stanno a pronunciare frasi strappalacrime, mi fa innervosire ancora di più! Che ipocriti!
Esco fuori, tanto nessuno se ne renderà conto. Mi siedo su una panchina per rilassarmi un attimo, ma qui fuori da sola riesco solo a pensare a cose negative.
« Ehi, come ti senti?»
Mi giro, vedo Rebecca, Tom e Luky. Forse qualcuno si è reso conto della mia assenza.
«Bene tranquilli,avevo solo bisogno di un po' di aria fresca.»
Siamo così abituati a dare come risposta un "bene",anche quando nn è così, a nascondere la verità, tanto da rispondere "bene" anche quando si ha solo voglia di non svegliarsi più dal sonno eterno. Cerchiamo di nascondere la verità a noi stessi perchè abbiamo paura di affrontare la realtà dei fatti. Io ho paura di affrontare ogni minuto che passa senza papà accanto, eppure dovrò andare avanti così per una vita intera.
Non è vero che si riesce a fare a meno delle persone, non si può dimenticarle, si impara solo a farne a meno, si ci fa l' abitudine. Mi manca Jordan che è vivo, figuriamoci mio padre!
«Vuoi parlare? Hai bisogno di qualcosa? Noi ci siamo..»
«Grazie, ma ho bisogno di stare un po' da sola!»
Finalmente stanno rientrando in chiesa e posso stare sola. Abbasso la testa, la tengo fra le mani. Fisso il cemento a terra. Sento le urla di mia madre. Ho i brividi. Sembrano così reali, ma sono solo il ricordo di una domenica che non scorderò mai. Domenica 12 Febbraio!
Vedo papà, poi una macchina... BUM! Il buio! Papà inerme, bloccato nella macchina. Mi scende una lacrima, ma non sono io ad asciugarla.
Alzo la testa. É Jordan.
Non mi sento felice, non potrei mai esserlo, ma sono sollevata nel vederlo.Si è seduto accanto a me. Non lo vedevo da tre giorni, dal giorno prima dell'incidente. Ormai sembra che il nostro luogo preferito per incontrarci sia una panchina. Ci guardiamo in silenzio.Vorrei abbracciarlo e placare il male che ho, anche solo per un momento. Non riesco più a trattenermi! Mi stringo forte a lui. Non se l'aspettava,è molto sorpreso, ma allarga lo stesso le sue braccia e le stringe attorno a me.
Sento il calore del suo corpo passare al mio e per un momento dimentico tutto e mi lascio andare sul suo petto. Mi accarezza la guancia, i capelli, è così dolce! Scoppio a piangere. Avevo bisogno di sfogarmi, dovevo solo trovare la persona giusta.
«Ehi, piccola, non piangere...»
È la cosa più stupida che mi potesse dire , ma si sta sforzando di parlare e lo apprezzo. Mi scappa un sorriso. Mi rende felice anche solo un suo sguardo, un suo sorriso. Sta prendendo una sigaretta, l'ha appoggiata tra le labbra. Fa un tiro e lascia uscire il fumo.
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Tutto Scorre
Teen FictionChi avrebbe mai detto che in tre anni si possa essere cambiati così tanto...tanto da non riconoscersi più. Sembra ieri , Martina era una ragazza molto timida, scontrosa, perennemente in ansia , che passava inosservata per la strada. Poi qualcosa è c...