Capitolo 16

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Che è sta luce? Non riesco a dormire. Apro gli occhi. Guardo la sveglia e sono le sette e mezza. Ho lasciato il balcone aperto e la luce  è entrata a disturbare il mio sonno. Ho bisogno di dormire. Ho la testa che mi scoppia.

Ah, che bella dormita. Mi stiracchio e apro gli occhi. È l'una! Ho perso completamente la cognizione del tempo. Fa molto caldo ormai anche se siamo solo a metà giugno.
Esco sul balcone anche se sono in pigiama. Non mi è mai piaciuta la vista in piena città. Palazzi e automobili, automobili e palazzi,
il parco e qualche albero qua e là.
È tutto così monotono, grigio.
Vorrei vivere sul mare, ah come sarebbe bello. Mi alzerei ogni mattina, aprirei il balcone e vedrei quella immensa forza blu, che nessuno domina, mi darebbe il coraggio per affrontare ogni giornata.
Respirerei a pieni polmoni quell'aria iodata pungente, passerei i pomeriggi a leggere i miei adorati libri in riva al mare, la notte starei a guardare le stelle con il rumore delle onde che si infrangono sulla sabbia e sarebbe tutto così perfetto per la mia vita quiete.
Rientro in camera, oggi ho intenzione di stare in pigiama tutto il giorno,tanto non ho nulla da fare.
Arrivo in cucina dalla quale esce un buon profumo, fammi indovinare...spaghetti al sugo!
«Buongiorno bambina mia, spero tu abbia dormito bene.»
Ha un sorriso così dolce, forse le cose iniziano ad andare meglio, forse l'idea di partire la rende felice.

Provo a fare mente locale. Sono uscita con Rebecca, abbiamo incontrato Tom per il gelato, vuoto.
Immagini offuscate di me e Tom abbracciati sulla panchina, vuoto.
E poi, non ricordo bene, un viso, ma non riesco a mettere a fuoco chi fosse.

Zhhh.
Cosa vuole Jordan ora? Non ci vediamo dagli esami.
"Come ti senti? Stai bene? Mi hai fatto preoccupare!"
Eh? Ma di che sta parlando? Di cosa lo avrei fatto preoccupare?

Tuuuu...tuuuu.
Dai Reb, rispondi!
Niente, ha il telefono staccato. Provo a chiamare Tom, forse lui saprà dirmi qualcosa.
«Tom?»
«Pronto, ciao Marti! Va tutto bene?»
Perché tutti sono così preoccupati per me?
«Si tutto bene ... cioè.. diciamo.»
«Che ti ha fatto lo stronzo?»
Eh? Perché sta parlando di Jordan ora?
«Io..io.. non ricordo bene cosa è successo ieri..»
«Ah... Proprio nulla?»
No. Inizio a preoccuparmi. Ha abbassato la voce, che cosa è successo ieri?
«Tom, parla!»
«Forse è meglio se ci vediamo e ne parliamo di persona!»
Mi sta salendo l'ansia e la voglia di vomitare.
«Va bene, alle diciotto fatti trovare sotto casa mia e andiamo al parco.»
«Mh... A dopo!»
«Ciao Tom!»

Zhhh.
" Marti ci sei? Dimmi che stai bene almeno, per favore!"

Visualizza e non rispondere. Visualizza.

Cosa cavolo può essere successo?
Ok ,ricordo di aver voluto fare una canna con Tom, ma non pensavo che sarebbe stata la perdita di memoria l'effetto. Metto un pantaloncino della Nike, un top e mi precipito  fuori dal palazzo. Ho il cuore in gola, spero che non sia peggio di quanto possa immaginare.

«Tooom! Eccomi!»
Ha dei riccioli biondi che fuoriescono dal cappello, gli occhi azzurri, sempre così dolci. Non capisco perché vada appresso ad una ragazza come Luky quando le potrebbe avere tutte ai suoi piedi per come è bello. Gioca a calcio e ha gli addominali scolpiti. Cosa vorreste di più da un ragazzo? Non è neanche stronzo, darebbe il cuore per una persona a cui tiene, e quella stupida non se ne rende conto.

Gira i pollici tra le mani, è nervoso.
«Tom stai tranquillo, qualunque cosa è successa, non sarà nulla di grave.»
O almeno spero, ma non ci credo neanche io.
«Allora, ieri, dopo aver fumato l'erba, ci siamo seduti su questa panchina...»
Deglutisce...
Fino a qua ricordo anche io...
«Poi...»

«Eccoti cazzo! Ma mi vuoi fare diventare matto?»
Jordan si scaraventa nella mia vita nell'esatto modo di un uragano su un paese. Prima o poi dovrà smettere.
Perché mi stava cercando? Cosa vuole?

«La vuoi fare fumare di nuovo brutto idiota? Così si sentirà male e ne potrai approfittare eh! Sparisci prima che ti ammazzo!»

Che cosa? Tom non mi sfiorerebbe neanche con un fiore. Che cosa sta blaterando questo essere viscido che dovrebbe vivere a chilometri lontano da me?
Sta di fronte a me, mi scruta, forse vuole capire se sono fatta. E anche se fosse? Non gli riguarda affatto.
Tom fa per alzarsi e andarsene,ma stavolta non glielo permetterò.
Mi alzo in piedi e con tutta la grinta che ho, provo a non farmi intenerire da quegli occhi castani.
«Tu non puoi arrivare da un momento all'altro e stravolgermi la vita. Io decido cosa fare, quando farlo e con chi farlo. Non permetterti più a rivolgerti in quel modo a Tom. Non è lui a dover andarsene, ma tu!»
Faccio un bel respiro profondo e mi rendo conto che i suoi occhi sono diventati di ghiaccio.
Il suo sguardo è tagliente ed è pronto a colpire, a strappami l'anima.
« Tanto lo sai anche tu che non vuoi, non vuoi che me ne vada, non lo hai mai voluto e non lo vorrai mai. Tu sei mia e non riesci a starmi lontana per più di ventiquattro ore!»
Sogghigna.
Un brivido mi percorre tutto il corpo, ma non starò zitta mentre lui mi umilia così .
«Mi sembra che quello che è venuto a cercarmi sei tu, non io!»
Ricambio il sorriso falso e torno a sedermi da Tom.
Non credevo di poterlo fronteggiare a parole, anche Tom mi guarda con aria fiera, ma in cuor mio so che Jordan ha fottutamente ragione.

Sono passati dieci minuti e Jordan e ancora in piedi lì fermo a scrutarmi.
Dieci metri di distanza, un centimetro dal cuore.

«Tom per favore dimmi cosa è successo ieri, in fretta!»
No, non è possibile. Mentre sento le parole uscire dalla bocca di Tom, comincio a ricordare e a mettere insieme i frammenti di immagine che ricordavo. Come si era permesso a portarmi via da Tom? Non ne aveva il permesso, non poteva farlo. Come mi ero permessa io a baciarlo? Non sarebbe più dovuto succedere, me lo ero promessa. Come pretendo che Jordan mi rispetti se sono io la prima a non farlo?

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