Capitolo 8

49 11 1
                                    

Marzo, forse è il mese che mi rappresenta di più. Il tempo instabile, come la mia vita d'altronde. Piove da tre giorni ininterrottamente, ma a me piace così. Piove ininterrottamente su di me da un mese o più. Inizia ad essere dura qui, senza di te papà al mio fianco, e senza mamma, ormai non posso contare su di lei. Sento tutti i problemi schiacciarsi su di me, che pesano ogni giorno di più, e non riesco a vedere uno spiraglio di luce, una via d'uscita da tutti ciò. Anche il mio cuore inizia a pesare, inizio a farmi domande, domande strane, senza risposte perché è meglio non darle. Ogni giorno che passa sento l'odio accrescere dentro, se solo potessi vedere chi è stato a portarti via da me papà, chi è stato a ridurre la mamma in questo modo, non avrò mai pace. A 13 anni, anzi 14 tra poco, dovrebbe essere tutto più semplice di così, vedo tutti i miei coetanei spensierati, felici, e poi ci sono io che affondo ogni giorno di più nell'oscurità dei miei pensieri.
Mi alzo dal letto, prendo un bel respiro ed esco dalla mia stanza. È domenica, sono le 12, di solito non mi alzavo a quest' ora quando avevo qualcosa da fare, quando c'era papà.
«Buongiorno ma! Stai bene?»
«Ehi piccola ti sei svegliata finalmente, oggi verrà tua nonna a trovarci!»
Oggi sembra essere di buon umore, ma non si sa mai che cambi durante la giornata grazie ai fantastici antidepressivi che un giorno la fanno quasi suicidare e l'altro la fanno stare allegra. Non vedo nonna dall'anniversario della morte di papà.
Una madre che perde un figlio non potrà mai trovare la pace. Penso che l'amore, il legame che ha la madre con il proprio figlio sia più forte di quello che si ha per l'amore della propria vita. Nonna è una persona fantastica, è una di quelle donne instancabili, che amano la vita più di ogni altra cosa e che non si fermano davanti a nulla. Ha una forza d'animo incredibile. Vorrei essere forte come lei per riuscire ad affrontare tutto con il sorriso, ma non ci riesco, vorrei solo restare chiusa in una stanza fino alla fine dei miei giorni e non vedere più nessuno.
Drinnn. Eccola, è arrivata, sempre con il suo sorriso raggiante pronta ad illuminare tutto.
«Nonna! Mi sei mancata molto!»
«Anche tu bambina mia!»
La stringo forte per qualche minuto, è il mio caricatore di ottimismo ed energia.
«Ciao Elena, come ti senti?»
Mamma ha gli occhi lucidi, purtroppo la nonna gli ricorda troppo suo marito, lo percepisco, sta per crollare.
Rispondo io per lei e accompagno la nonna in cucina.
«Magari potremmo cucinare insieme nonna, cosa ne pensi?»
«Certo amore, volentieri.»
Adoro passare il tempo con lei, è così divertente e quando sto con lei riesco a distrarmi da tutto quello che ho in testa.
« Tesoro, come ti senti? La mamma la vedo molto confusa, avete bisogno di qualcosa?»
Voglio essere sincera con lei ...
« Non sento, non sento nulla, mi sento inanimata. Mamma ha iniziato a prendere molte medicine, sembra drogata, sonniferi, antidepressivi e chi più ne ha più ne metta. Ho paura, ho paura di perdere anche lei e rimanere sola!»
Nonna mi stringe forte tra le sue braccia e io scoppio, scoppio in un pianto, nel pianto che racchiude tutto il dolore che ho soppresso fino ad ora, che ho fatto finta di non provare, di non avere.
« Tu non sarai mai sola, hai capito? Mai!»
Continuiamo a cucinare, stiamo preparando uno dei miei piatti preferiti, la lasagna. Per me è sacra e come la fa nonna non la fa nessuno, NESSUNO.

Pranziamo tutte e tre insieme, mamma rimane molto taciturna e pensierosa mentre io sto raccontando a nonna della mia decisione sulla scuola. Lei mi appoggia, se questa è la mia strada io la prenderò. Finiamo di sparecchiare e purtroppo nonna se ne va già. Che palle, non so cosa fare fino a stasera in questa casa. Ormai mi sembra una prigione. Prima mi piaceva stare a casa, era il mio rifugio per ogni problema,ogni male. Ora invece il problema è proprio dentro. Invio un messaggio a Rebecca.
"Ehi Reb, come stai?"
Magari ha voglia di uscire o venire a casa mia, ma preferirei uscire.
"Ehi Marti tutto bene, tu?"
"Bene, solo che non ho voglia di stare a casa, ti va di uscire?"
"Certo, venti minuti e sono sotto casa tua."
Adoro questa ragazza.
"Perfetto. A dopo!"
Eccola è arrivata finalmente, è tutta truccata, sempre perfetta, e poi ci sono io da perfetta barbona.
«Ehi Reb»
«Ciao Marti, cosa vuoi fare?»
Bella domanda, cosa voglio fare?
Sì se fosse per me andrei al mare, magari. Il mio ossigeno. Ma non si può, mi devo accontentare di qualcos'altro.
«Cinema, che ne dici?»
Rebecca annuisce, ottimo.
Prendiamo il pullman per arrivare al cinema. Per tutto il tragitto Rebecca mi racconta di Franck, sono usciti insieme due giorni fa. Dalla sua descrizione sembra un ragazzo molto simpatico e loquace come lei. Ancora non è successo nulla fra i due, ma secondo me presto ci saranno scintille. Lei è proprio cotta. Quando c'è Franck in una stanza insieme a noi lei si disconnette, entra in un' altra dimensione e inizia a contemplarlo. Anche lui non ci scherza ahahah! Secondo me sono perfetti insieme come coppia, speriamo bene! Non c'è cosa più bella di essere ricambiati in amore.... ma che ne so io?! Mi passa per la mente l'immagine di Jordan, una fitta al cuore. Torno alla realtà.
In programmazione hanno solo film sdolcinati strappa lacrime, i preferiti di Rebecca, e sono costretta a vederlo.
Ne scegliamo uno dal titolo
"Despite everything", mi sto già pentendo di aver scelto il cinema.
Entriamo in sala e ci andiamo a sedere tra le ultime file. É tutto pieno, probabilmente di coppiette. La trama parla di una coppia di universitari francesi che grazie al loro amore sono riusciti a superare tutte le complicazioni, il dissenso dei genitori e le differenze dei caratteri.
È passato un quarto d'ora e ho cominciato già a sbadigliare, al contrario Rebecca è molto presa, probabilmente è entrata nel personaggio. Inizio ad esplorare con lo sguardo le persone sedute nella sala, non lo avessi mai fatto! Due file avanti, solo due file avanti a me. Mi manca l'aria, ho bisogno di uscire.
« Reb non mi sento bene, ti prego usciamo..»
È così presa che non mi ha neanche sentito. Decido di uscire da sola.
Accendo una sigaretta. Come cazzo è possibile che ovunque vada mi ritrovi Jordan vicino? Dio, ho capito di non starti molto simpatica, ma ora basta! Per di più era in compagnia di Luky, ovviamente! Sto per avere una crisi isterica, giuro. Faccio l'ultimo tiro alla sigaretta e mi avvicino alla porta per tornare dentro. Apro la porta.
Respira. Respira ancora. Trattieni. Calma.
E ovviamente chi mi posso trovare davanti? Faccia a faccia? Miss stronzo.
« Marti..»
Lo fulmino con lo sguardo​, ho la bocca serrata. Rischio di piangere, ma non gli darò questa soddisfazione. Squilla il telefono. È Rebecca, grazie per avermi salvato anche questa volta. Cerco di passare oltre di lui per entrare mentre rispondo al telefono, ma ovviamente per la legge " Dio mi fotte", mi blocca da un braccio.
« Rebé esci, io me ne devo andare, esci fuori, è urgente!»
«Che sta succedendo?»
Non le dò nenache il tempo di rispondere che ho già chiuso la chiamata.
È buio, non si vede molto. Non devo guardarlo in faccia, se lo guardo negli occhi sono fregata.
«Parlami, per favore!»
Con quale coraggio mi chiede di parlarlo ? Dovrei solo andarmene, scappare lontano da lui.
Alzo gli occhi. Cazzo. Non lo dovevo fare. Sembra preoccupato. No, basta. Non pensarlo nenache. Ti fa solo male.
«Marti stai bene? Cosa succede?»
Ecco Rebecca, spero che mi porti presto lontano da lui.
Ha appena realizzato la scena che ha davanti. È sulla porta e ci fissa. Siamo uno di fronte all'altro. Io sono paralizzata, non muovo un muscolo, lui invece non riesce a stare fermo, si tocca il ciuffo di continuo e si dondola sui piedi. Sta aspettando una risposta, un mio suono. E può solo aspettare.
Rebecca dopo qualche secondo, dopo aver metabolizzato scende il gradino dell'entrata del cinema, tira uno schiaffo a Jordan, mi tira per un braccio e mi porta via. E io in tutto questo non posso fare altro che continuare a fare da spettatrice nella mia vita.
«Che cosa ti ha fatto? Cosa ti ha detto? Io lo ammazzo, lo ammazzo!»
«Niente, voglio solo andare a casa!»

Tutto ScorreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora