Capitolo 12

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A volte mi chiedo come sarebbe la mia vita ora se tre mesi fa non avessi perso quel maledetto libro, se non avessi mai parlato con Jordan, se il mio amore per lui fosse rimasto un sentimento mio.

Che ci faceva Luky alle 4 di notte con Jordan? Tra l'altro erano ubriachi...
Anche se avessi voluto credere che Jordan dicesse la verità l'altro giorno e che era stata Luky a mandare i messaggi, questa è la conferma che lui non mi ama, che si sta solo prendendo gioco di me.

Era da un po' che non stavo in questa posizione, chinata a far uscire il mostro che il mio stomaco vuole fare uscire, però sta volta insieme al mostro escono anche i miei sentimenti con le lacrime... non so cosa ne rimarrà di me... davvero.
Sento ogni giorno che le mie energie, le mie forze si stanno prosciugando.
Mi risuona la voce di Luky in testa
«Ciaooo MARTIII! AHAHHAHA!»
Tra un ora mi dovrò alzare per andare a scuola e io non ho chiuso praticamente occhio. Dovrò vedere sia lui che lei e dargli la soddisfazione di avermi ridotta così di nuovo. Sta volta no.

Prendo i trucchi, comincio a coprire le occhiaie... mh si dai non è male... stendo un po' di fondotinta, metto un po' di mascara, un rossetto rosa pesca e un po' di blush per non essere bianca cadaverica. Sta volta gli rido in faccia, davvero.

Esco di casa, prendo il pullman, ecco Rebecca,seduta con Frank. Da quando si sono fidanzati si è un po'allontanata da me, non c'è nulla da fare, l'amore rincoglionisce e tanto.
Arriviamo a scuola e scendiamo insieme, Tom ci aspetta all'entrata.
«Ehi Marti, come va?»
Semplicemente,non va.
Vorrei gridarlo, ma no.
«Tutto bene e tu? L'amore ti fa male Reb! Ahahhah!»
Nenache il tempo di finire la frase che è già arrossita, alla fine è una bravissima ragazza e merita solo il meglio.
«Tutto benissimo, adoro Franck,stiamo fin troppo bene insieme!»
«E tu Tom? Come va?»
Ha quasi finito la sigaretta, picchietta il dito sul filtro, è nervoso.
«Stanotte Luky mi ha inviato una vocale! Era ubriaca!»
La mia espressione cambia di colpo. Come non potrebbe?
«Che cosa ti ha detto?»
Tom stringe i pugni.... Come lo capisco..
«Diceva che mi voleva bene e rideva, dio come rideva...»
Un brivido mi percorre la schiena, forse dallo schifo!
A che gioco stanno giocando tutti?
In qualunque caso non ho intenzione di parlarne con nessuno, almeno per ora.
«Buongiorno prof!»
«Buongiorno ragazzi, mancano tre settimane agli esami, siete pronti? Avete finito i percorsi?»
Ci mancava altra ansia da aggiungere al resto. Credevo finalmente di essere in grado di controllare l'ansia, di controllare il mio mostro, che il sopravvento lo avevo preso io finalmente...era solo un'illusione.
Che stupida che sei Martina.

Suona la ricreazione,esco in cortile con Tom, Reb è andata con il suo ragazzo.
È l'ora della sigaretta per cacciare via i pensieri.
«Tom, andiamo a sederci lì!»
«Va bene Martí.»
Non faccio in tempo a fare un passo in avanti che vedo Jordan, Luky e tutta la loro compagnia.
Mi pietrifico. Non avrei voluto, ma è impossibile resistere agli impulsi del mio corpo.
«Che c'è Mar...»
Tom non finisce neanche di parlare che nota quello che sto fissando io e anche lui rimane lì bloccato.
«Basta, non permetterò che mi condizionino ancora la vita. Coraggio Tom, andiamo! Sfodera il miglior sorriso che hai!»
Ok, vorrei credere anche io a quello che ho detto, ma dentro, la mia pancia non è molto concorde a fare ciò.
Ci avviciniamo e ci sediamo a un metro di distanza da loro e ci accendiamo una sigaretta.
Inizio a parlare di cose senza senso, faccio battute stupide per far finta di ridere, ma Tom ha gli occhi incollati su di loro e non si rende nenache conto delle grandi cazzate che sto dicendo.
Che sta succedendo.
No.
Stai fermo dove sei.
No.
Si sta avvicinando.
Dio mi odia e lo so.
Si siede al gradino affianco al mio.
Comincio ad avere caldo.
«Tom potresti lasciarci soli un attimo?»
Tom mi guarda come per chiedermi il permesso per andare e lasciarci soli. Vorrei che non se ne andasse, dall'altra parte vorrei restare per sempre sola con Jordan. Voglio che finisca questo bipolarismo. Non ne posso più ...

Mi guarda negli occhi, io li abbasso, se lo guardo ho perso... o forse l'ho già fatto.
«Scusa.»
Che sta dicendo? Non capisco.
Avvicina la sua mano al mio volto e lo accarezza delicatamente. Avevo dimenticato quanto fosse buono il suo odore, no, non lo avrei mai potuto dimenticare cosa dico. Alzo la testa, e mi specchio nei suoi occhi nocciola.
Ogni volta mi fanno lo stesso effetto e mi ci perdo dentro.
Non posso e non devo distrarmi dalla realtà e da cosa sta succedendo. Mi stacco di colpo dalla sua mano, ne rimane sorpreso e lo rimango  anche io.
Mi guarda smarrito, incredulo.
Wow addirittura è lui che non capisce perché mi comporto così. Prima mi spezza il cuore e poi sono io che mi comporto in modo strano. Non fa una piega, proprio no.
«Cosa vuoi?»
Questo tono non è il mio, non sono neanche io a controllare le parole.
Mi guarda con quegli occhi da bambino a cui nessuno riesce a dire di no...
«Ieri... Ieri..»
Lo interrompo «sisi eri ubriaco perché Luky ti aveva fatto bere ma non siete nulla e ti interesso io giusto?»
Non lo sto dicendo davvero, sono orgogliosa di me stessa, gli sto tenendo testa finalmente.
«Non .. non è così...»
Gli trema la voce, mi fa tenerezza.
Suona la campanella, è finita la ricreazione finalmente.
Mi alzo , Tom mi raggiunge, mi prende la mano e mi tira via.... ma, qualcun'altro mi ha afferrato il braccio.
«Non puoi andare... dobbiamo parlare..»
È quasi supplicante, vederlo così mi distrugge il cuore... ma Tom mi tira via e io non mi volto indietro.
Entriamo in classe e Tom si siede accanto a me.
«Che ti ha detto quello stronzo?»
Che mi ha detto? Fondamentalmente nulla.
«Nulla.»
Rimango in silenzio a pensare fino alla fine dell'ultima ora e giuro che non riesco a trovare un senso logico al suo comportamento.

Vado a prendere il pullman. Oggi alla fermata non c'è quasi nessuno, tutti iniziano già a prendere le vacanze, tranne noi di terza, noi abbiamo gli esami. Mi siedo a terra , metto le cuffiette, accendo una sigaretta e comincio ad uscire dalla realtà per entrare nel mio mondo.

«Ora possiamo parlare?»
Mi ha tolto una cuffietta e me lo ha sussurrato all'orecchio. È seduto affianco a me. Mi stringo nelle spalle e mi allontano un po' di più da lui.
«Ora hai anche paura di me?»
Si ho paura che mi baci.
Tolgo anche l'altra cuffietta.
«Parla se devi parlare!»
La mia voce è fredda, piatta, non traspaiono emozioni.
«Ho molto da spiegare. Ieri... Ieri era un giorno difficile per me!»
Si, immagino chissà quale grande catastrofe, forse avrà spezzato una sigaretta.
Abbassa lo sguardo a terra..
«Esattamente ieri, un anno fa, sentii le ultime parole di mia madre, prima di perderla per sempre.»
Sento il vento soffiare e non riesco ad emettere suoni. Non riesco a parlare.
Sono travolta dal dolore, dal mio, dal suo e rimango ferma a guardare il vuoto aspettando che lui continui.
«Avevamo scoperto da pochi mesi che era malata di cancro... cancro terminale e non c'è stato nulla da fare. Mi ha lasciato qui solo, mio padre ci ha abbandonati quando avevo tre anni. Ora vivo con mia nonna. Il giorno dopo la morte di mia madre ho cominciato a fumare e ieri...ieri non ce l' ho fatta. Avevo bisogno di qualcosa di forte per non pensare, non ricordare.»
Sta piangendo, vedo le lacrime rigargli il volto e mi sento tremendamente in colpa per non avergli creduto. Tutto il male che prova mi sta logorando l'anima, vederlo in queste condizioni fa più male di credere di essere stata tradita. Gli prendo il volto tra le mani, non sono in grado di consolarlo con le parole, posso solo condividere il suo dolore perché so bene cosa si prova. Mi avvicino a lui e mi stringe fra le sue braccia, la mia casa. Sento i suoi battiti andare a mille.
«Da quando ho conosciuto te, ho visto uno spiraglio di luce illuminarmi la vita e ho pensato che forse non ero spacciato, forse potevo uscire dal buio.»
Sono senza parole. Ora sento le mie guance rigate dalle lacrime, mi sta stupendo. Mi asciuga le lacrime con il palmo e mi da un bacio.
«Non devi piangere bambina mia. Non ti allontanare più da me. Mai.»

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