capitolo 4

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Seattle casa Cross, ore 23:00

Rimasi tutto il giorno rinchiusa nella mia stanza a pensare a cosa fare con Emma, ma non mi venne niente di sensato in mente, quindi rinunciai per il momento.
Bussarono alla porta, un'altra volta. Nell'arco della giornata tutti erano venuti a convincermi ad uscire senza risultato, la persona che aveva insistito maggiormente era stata Emma, ma lei non capiva, se le restavo lontano era meglio per lei.
<<Sei di nuovo tu, Emma?>>.
<<Sì, ti prego, aprimi>>, chiese per l'ennesima volta, ma io non demordevo.
<<No!>>.
<<Ti prego, se è per prima, ti chiedo scusa>>.
<<Tu non mi devi nessuna scusa, quindi sta tranquilla>>, la rassicurai.
<<Allora perché non vuoi uscire?>>, mi chiese continuando a disperarsi.
<<Ho bisogno di stare lontano da te... Ti prego, vattene>>.
<<No, che non me ne vado. Puoi starne certo, che in un modo o nell'altro io entrerò>>.
Come pensava di entrare? Di certo non aveva la chiave perché l'unica copia l'avevo io e non era in grado di passare attraverso i muri. Che avesse intenzione di buttare giu la porta? Ne era capace? Speriamo di no.
Non si sentiva più, che se ne fosse andata via? Non è che era andata a cercare Tyler per buttare giù la porta? Speriamo di no.
Dopo un po' sentii un rumore proveniente da fuori, che fosse qualche animale selvatico? Decisi di andare alla finestra a dare un'occhiata. Aprii la tenda e non credetti ai miei occhi. Fuori c'era Emma con una scala intenta ad arrampicarsi. Fui colta da una risata improvvisa.
Aprii la finestra e mi affacciai. <<Signorina, che sta combinando?>>, le chiesi ironicamente.
<<Non lo vede signore, sto tentando di entrare nella sua stanza>>, mi rispose con altrettanta ironia, <<ora cosa vuole fare, lasciarmi qui finché non si deciderà ad uscire, oppure vuole farmi entrare?>>.
Finsi di pensarci un po'. <<Dai entra, prima che ci ripensi>>.
Mi fece un sorrisetto compiaciuto. Dovevo proprio ammetterlo, mi aveva proprio fregato.
Dopo che l'aiutai ad entrare, andai a chiudere la finestra e vidi Tyler di sotto nel giardino che si gagnasciava dalle risate.
<<Tyler, aspetta che mi capiti a tiro e vedrai>>, lo minacciai in modo scherzoso, <<e portati via questa scala>>. Che traditore.
Chiusi la finestra, mi voltai verso di lei che si gettò tra le mia braccia stringendosi forte a me. <<Scusa, non volevo farti arrabbiare, perdonami se puoi>>, piagniucolò.
<<Sciocchina, io non ce l'ho con te, semmai con me>>.
Alzò il viso dalla mia spalla per guadarmi negli occhi. Aveva le guance rigate dalle lacrime, avrei tanto voluto asciugarle con i miei baci, ma non potevo.
<<Perché ce l'hai con te?>>, mi chiese ad un tratto.
Le asciugai le lacrime con i pollici e le dissi: <<Per il semplice fatto che ti amo, anche se non dovrei>>.
Si appoggiò di nuovo alla mia spalla. <<Perché pensi che non dovresti amarmi?>>.
<<Perché sono una ragazza, come te>>.
Alzò un'altra volta il viso dalla mia spalla per poi prendere il mio tra le sue morbide mani per guardarmi con intensità togliendomi il respiro. <<Sciocchina, quando si tratta di amore niente è sbagliato. L'amore è improvviso, senza età, cieco, senza regole, ma soprattutto, è bello>>.
Le sue parole mi toccarono fin nel profondo dell'anima, ma come potevano essere vere?
<<Grazie>>, le dissi dandole un bacio sulla fronte.
<<Ora se non ti dispiace, vado a mettermi il pigiama, così possiamo andare a dormire>>. Si incamminò e quando fu davanti alla porta l'aprì facendo scattare la serratura, <<Questa la prendo io>>. Mi mostrò la chiave che aveva in mano e se ne andò via lasciandomi di sasso.
Quella ragazza di certo un giorno o l'altro mi avrebbe fatto impazzire.
Nell'attesa andai nella cabina armadio a mettermi il pigiama. Venti minuto dopo bussarono alla porta, doveva essere lei. Aprii la porta ed era lei. <<Adesso che fai, bussi?>>.
Mi fece una smorfia dicendomi: <<Spiritoso>>.
La squadrai da capo a piedi per un secondo, ma che si era messa! Aveva addosso un top attillato e dei pantaloncini striminziti, che lasciavano intravedere tutto.
<<Che ti sei messa!>>, la rimproverai.
<<Che c'è? Vedi che questa volta mi sono coperta di più>>, si lamentò.
<<Scusa, ma non hai niente che non lasci intravedere tutto!?>>.
Ci pensò un po' su. <<Sì, ma è solo per l'inverno, e poi, chi mi deve vedere la notte!>>, si lamentò un'altra volta.
<<Io ad esempio... be', se vuoi continuare a dormire con me dovrai metterti qualcosa di più decente. Se non ce l'hai, provvederò io a procurartela, intesi?>>, le precisai.
<<Ok, va bene, basta che non fai più il geloso con me>>.
<<Io non sono geloso!>>.
<<Ah no? Allora dimmi, oggi quando gli stilisti mi hanno preso le misure non eri geloso?>>. Mi aveva messo alle strette.
<<Non è che fossi geloso... solo che, mi dava fastidio che ti toccassero>>.
<<Al mio paese questo si chiama essere gelosi, e poi non ti va che mi vesta così solo perché non vuoi che Tyler rischi di vedermi, ammettilo>>.
<<Che assurdità vai dicendo!?>>.
<<Tu non vuoi che nessuno mi tocchi e mi guardi, dai ammettilo>>.
Andai a sedermi ai piedi del letto. <<Il solo pensiero che... che qualcuno ti guardi o ti tocchi mi uccide>>, le confessai.
Si avvicinò sedendosi accanto a me. <<Non devi, perché come ti ho già detto, nessuno mi ha mai toccata>>, mi rammentò.
<<Lo so! Però c'è stato qualcuno che ti ha toccato, baciato e altro ancora...>>, mi si strozzò la voce in gola al solo pensiero.
<<Te lo ripeto. Nessuno mi ha mai toccata>>.
Con quelle parole cosa cercava di dirmi?
<<Che intendi dire che... che sei, vergine?>>.
Mi guardò imbarazzata. Sì, avevo indovinato, era vergine.
<<Com'è possibile? Cioè, voglio dire, una ragazza bellissima come te>>, non riuscii a biascicare una parola sensata.
<<Ti ricordi com'ero alle superiori, no? Ero timida e me ne stavo per i fatti miei, e così non ho mai trovato nessuno... e poi, come sai dopo il liceo la mia vita è cambiata radicalmente>>, si rattristò a quel ricordo.
<<Scusami tanto, non volevo riaprire una vecchia ferita>>.
<<Non ti preoccupare>>, mi disse facendomi un sorriso anche se nei suoi occhi vedevo tristezza.
Decisi di cambiare argomento. <<Dimmi, visto che nessuno ti ha mai toccata, questo vuol dire che nessuno ti ha mai baciata?>>. Mi guardò come se l'avessi colta con le mani nel sacco.
<<Be'... insomma io... sì, è vero nessuno mi ha mai baciata, e con ciò!? Dimmi, tu hai mai baciato nessuno?>>.
<<Mm, sì. No. Forse. Può darsi>>, la sviai.
<<Così non vale>>, piagnucolò.
<<Chiudi gli occhi e pensa a qualcuno che ti piace e vorresti baciare>>.
<<E perché mai?>>, mi chiese come se fossi fuori di testa.
<<Perché questa persona ti sta per baciare>>, le spiegai.
<<Mi stai per baciare?>>, mi chiese scrutandomi.
<<Non proprio, se chiudi gli occhi ti bacerà la persona che ti piace. Allora ci stai?>>, le chiesi e lei ci pensò.
<<Mm, va bene>>, acconsentì.
Mi avvicinai a lei: <<Chiudi gli occhi>>, la intimai.
Riuscivo a sentire il suo respiro profumato accelerare sempre più, anche il mio cuore accelerava sempre più. Stavo per sfiorare le sua labbra, quando gridò: <<No!>>. Mi spinse via facendomi cadere dal letto.
<<Aih!>>, fu l'unica cosa che riuscii a dire quando mi scontrai con il pavimento.
<<Oh, scusa non volevo>>, si scusò.
<<Insomma, stai per caso cercando di ammazzarmi o cosa?>>, mi lamentai.
<<No, certo che no!>>.
Cercai di alzarmi, ma ci riuscii a fatica.
<<Che dolore, ho bisogno di un po' di ghiaccio>>.
<<Un po' di ghiaccio. Sì, va bene, lo vado a prendere subito>>. Sfrecciò via dalla stanza.
Cercai di rimettermi sul letto. Caspita se era forte! Dovevo stare in guardia con lei, non si sapeva mai, nel caso volesse uccidermi. Qualche minuto dopo tornò ansimante col ghiaccio.
<<Ecco... il... ghiaccio...>>, ansimò.
<<Ehm, sì, grazie>>. Lo presi e me lo appoggiai sulla schiena dolorante.
<<Se continui così, mi toccherà andare dal chiropratico>>, ci scherzai un po' su perché era davvero preoccupata e dispiaciuta per me.
<<Ti chiedo scusa>>, si scusò per l'ennesima volta guardando il pavimento per la vergogna.
<<Non ti preoccupare, me lo meritavo dopo che ho cercato di baciarti con quell'assurda scusa>>. Ero stata una deficiente, ma come mi era venuta in mente una cosa così meschina solo per baciarla!
<<Sì, ma anche oggi ti ho scaraventato per terra>>, mi rammentò.
<<Giusto, ma ho sempre tentato di baciarti>>.
<<Sì, ma non avrei dovuto scaraventarti per terra... il fatto è che entrambe le volte ero imbarazzata ed ho reagito d'istinto>>, mi confessò tormentandosi le mani.
<<Eri solo imbarazzata>>, le dissi ridendo.
<<Non ridere di me!>>, si lamentò.
<<Non rido di te, semmai di me. Il fatto è che credevo oramai perduta la ragazza timida che ho tanto amato, e ora scopro che non se né mai andata, era solo nascosta da qualche parte>>. Dopotutto non era cambiata così tanto.
<<Sì, hai ragione. Basta cercare un po'>>.
<<Già. Che dici, dormiamo che domani devo lavorare?>>.
<<Sì, va bene>>.
Ci infilammo sotto le coperte.
<<Buonanotte Emma>>.
<<Buonanotte... Ti posso chiedere un favore?>>, mi chiese imbarazzata.
<<Sì, certo, qualunque cosa>>.
<<Posso dormire appoggiata alla tua spalla?>>, mi chiese timidamente.
Mi avvicinai a lei e le dissi: <<Sì, certo, accomodati pure>>.
Mi fece il sorriso che adoravo tanto e si accomodò sulla mia spalla. <<Buonanotte signor Cross>>.
<<Buonanotte signorina Greene>>. Chiusi gli occhi e sprofondai immediatamente nel sonno.

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