capitolo 13

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Emma

Dopo aver steso anche Mary, Erika si voltò verso di me per guardarmi con il suo sguardo che tanto amavo, dicendomi: <<Torniamo a casa>>. In quel momento vidi Gregorio che si alzava e puntava minaccioso la pistola contro lei, si voltò, sentii uno sparo e la vidi accasciarsi a terra, il mio cuore in quell'istante perse un colpo, mi sentii morire.
<<Cosa hai fatto!>>,urlai accasciandomi accanto a lei a terra, era immobile in una pozza di sangue che si alargava sempre più. No, non poteva morire. Le lacrime scendevano incessanti dai miei occhi, la mia Erika non poteva essere morta.
Sentii una mano pesante posarsi sulla mia spalla, mi voltai per scacciarlo via ma mi accorsi che era Tyler.
<<Stia tranquilla è al sicuro adesso>>, mi tranquillizzò con la sua voce calda e profonda.
<<Tyler... le hanno... sparato>>, non riuscivo a smettere di singhiozzare.
<<Non si preoccupi, ci penseremo noi>>. Oh, Tyler, anche se da fuori faceva vedere che era calmo, sapevo benissimo che era in ansia per lei.

Erika era stata trasportata con emergenza all'ospedale più vicino ed io ero andata con Tyler, non l'avevo mai visto guidare in quel modo, mi aveva spaventato.
Non riuscivo a capire più niente, mi girava la testa. I medici volevano visitarmi ma io mi rifiutai, ero troppo in ansia. Le ore passavano e lei era ancora lì in sala operatoria e non mi davano nessuna notizia. La mia Erika, senza di lei la mia esistenza non avrebbe più avuto senso, lei era l'angelo che era venuto a salvarmi. Io la amavo.
Lei mi aveva detto e dimostrato che mi amava ed io come una vigliacca non riuscivo a dirgli quelle semplici parole che venivano dal mio cuore, e adesso rischiavo di perderla per sempre.
Mi sentivo morire, le gambe e le mani mi tremavano, sentivo di star per svenire da un momento all'altro.
<<Signorina, perché non va' a stendersi un po'? Le ultime ore sono state stressanti e faticose per lei>>. Tyler si preoccupava per me ma non m'importava niente di me, volevo solo sapere se la mia Erika ce l'avrebbe fatta.
<<Grazie Tyler, ma voglio restare qui ad aspettare>>.
<<Come vuole, nel frattempo desidera un tè?>>.
<<Sì, grazie>>. Ne avevo proprio bisogno la mia gola era talmente arida da farmi male.

Le ore passarono fino a quando finalmente il medico uscì dalla sala operatoria per poi dirigersi verso di noi, la sua espressione mi fece raggelare il sangue fino a raggiungere il mio cuore.
Mi alzai di scatto dalla sedia per poi raggiungere il dottor Black.
<<Come sta?>>, gli chiesi in lacrime.
<<Ha perso molto sangue ed è molto debole, noi abbiamo fatto il possibile, ora spetta solo a lei fare il resto>>. Riusciva a dirmi solo questo! Che spetta solo a lei fare il resto! Che dottore era?!
<<Posso vederla almeno?>>. Se mi avesse detto di no, non avrei risposto di me.
<<Una persona alla volta e per pochi minuti>>, si raccomandò per poi andarsene.
Mi voltai verso Tyler e Greta che mi guardarono come per dirmi che dovevo andare io per prima. Gli sussurrai a entrambi un grazie e mi diressi in stanza di rianimazione.
Quando trovai la stanza, la vidi lì in quel letto piena di tubi e fili. Sembrava così indifesa e fragile, non era la Erika forte e coraggiosa che conoscevo, non più almeno. Non sapevo che fare, ero come pietrificata, era tutta colpa mia se si trovava in quelle condizioni. Io ero debole e fragile e mi cacciavo sempre nei guai e lei ogni volta veniva sempre a salvarmi. Non mi meritavo il suo amore. Non meritavo lei. Però io la amavo e lei non l'avrebbe mai saputo.
Mi avvicinai a lei, mi abbassai per sussurrarle: <<Ti amo>>.

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