Ero tornata indietro nel tempo. Ero in macchina con mamma e papà e fuori pioveva, avevo un gioco nuovo e mi stavo divertendo un mondo, ero felicissima. Volevo mostrare a mamma e papà cosa sapeva fare il mio gioco nuovo, così richiamai la loro attenzione. Si voltarono sorridendomi, li ricambiai con gioia. Ad un tratto tutto mutò. Tutto mi faceva male ed ero ricoperta di rosso, cercai di camminare ma non ci riuscii, così provai a strisciare verso mamma e papà. Cercai di scuoterli e di richiamare la loro attenzione ma non mi sentivano. Erano immobili.
Fui catapultata più avanti nel tempo, ero all'orfanotrofio. Lì ero sola e non parlavo con nessuno neanche con la mia presunta migliore amica, ma lei non riusciva a colmare il vuoto che avevo nel cuore. Più il tempo passava e le mie amozioni più andavano a scomparire.
Un altro tuffo nel tempo. Ero al liceo ed ero più sola che mai, mi sentivo fuori posto in quel mondo a me sconosciuto. Davanti a me apparve una scena a me conosciuta, mi trovavo davanti a quella porta bianca. Entrai in aula e in fondo alla classe c'era una ragazza che scriveva su un diario, decisi di avvicinarmi a lei. La ragazza smise di scrivere e alzò lo sguardo verso di me. A prima vista i suoi occhi mi apparvero grigi, ma erano verdi. Mi sorrise, per poi dirmi: <<Ti amo>>.
Mi svegliai di colpo, non riuscivo a capire, dove mi trovavo? Sentii qualcuno singhiozzare accanto a me, mi voltai verso quella fonte e vidi una ragazza in lacrime, era la mia Emma.
Mi tolsi la mascherina che avevo in faccia per riuscire a parlare, <<Emma... stai bene?>>. Ero preoccupata per lei, non volevo che piangesse.
Tentai di avvicinarmi a lei ma ero bloccata da dei fili. <<Emma, non piangere>>. Sentii delle lacrime calde scendere prepotenti e rigarmi il viso, <<vieni qua, abbracciami>>.
Mi si gettò tra le braccia con cautela stringendosi a me.
<<Va tutto bene>>, la tranquillizzai.
<<Ho temuto... di... perderti>>, continuò a singhiozzare.
Le accarezzai i capelli e la strinsi ancor di più forte a me. <<Shh... sono qui, non vado da nessuna parte>>.
Alzò il viso per guadarmi negli occhi. <<È tutta colpa mia>>, si accusò.
<<No, che dici, è solo mia la colpa, avrei dovuto proteggerti meglio amore mio>>. Ero solo io la colpevole e non lei.
<<Non avrei mai dovuto dubitare di te, sono una stupida>>. Altre lacrima scesero per rigarle il suo bel viso.
<<Shh... non dire così. Sono solo io la responsabile e basta>>. Cercò di ribattere ma la zittii poggiandole un dito sulle sue labbra morbide che tanto desideravo baciare. <<Ti amo>>, le sussurrai.
Mi sorrise. <<Ti amo>>. Non riuscii a credere alle mie orecchie, probabilmente ero morta.
<<Come, scusa?>>, le chiesi incredula.
Rise di me. <<Ti - a-mo>>, scandì le parole.
Probabilmente sorridevo come un idiota ma non mi importava, perché ero al settimo cielo. Mi avventai sulle sue labbra e la baciai come non mai.
Poco dopo Tyler mi riferì che gli Smith e Mary erano stati arrestati per rapimento e tentato omicidio. Questo mi rese felice perché finalmente i miei genitori, il padre di Emma e le altre povere vittime che Gregorio aveva tolto di mezzo potevano riposare in pace. Tyler mi disse anche che ciò che era accaduto sul rapimento di Emma e sul mio gesto eroico era su tutti i giornali e ne parlavano tutti. Tutti avevano apprezzato il mio gesto eroico e stranamente a nessuno importava che ero una ragazza in realtà.Rimasi in ospedale per ben una settimane, se non fosse stato per la mia testa dura ci sarei rimasta molto più tempo. Non mi piaceva stare rilegata in un letto d'ospedale, mi era bastato quando ero piccola.
Quando rientrammo a casa, Greta mi saltò al collo piangendo come non mai. <<Su Greta, sto bene, tranquilla>>. Risi un po' a quella scena.
<<Oh, mi scusi>>. Si staccò da me imbarazzata asciugandosi le lacrime.
Mi avvicinai a lei e la abbracciai forte. <<Ti voglio bene, Greta>>.
<<Oh, anch'io>>, piagnucolò.
Qualcuno si schiari la voce, mi voltai e vidi che era Tyler, che fosse geloso di me?
<<Tranquillo Tyler, non te la rubbo>>, ridacchiai.
<<La tengo d'occhio signore>>, mi disse con aria scherzosa.
<<Avete finito di fare i cretini?>>, si lamentò Emma intromettendosi. <<Vieni, andiamo in camera, il dottor Black si è raccomandato di stare al riposo>>. Mi prese per un braccio trascinandomi via con se.
<<Ok mammina>>.
Si voltò verso di me fulminandomi con lo sguardo. <<Che c'è?>>, le chiesi.
<<Niente>>, si limitò a dire.
L'attirai a me. <<Non essere gelosa di Greta, lei per me è come una mamma, sei tu il mio unico amore>>, le sussurrai dolcemente.
<<Lo so>>, mi sorrise dandomi un tenero bacio.
Quando fummo arrivati in camera Emma mi disse: <<Mettiti il pigiama e va' a letto>>.
<<Non ci voglio andare>>, piagnucolai.
<<Sì, invece>>, mi disse decisa.
<<No!>>. Mi opposi incrociando le braccia al petto.
<<Sì!>>. Mi guardò storto.
<<Costringimi>>, la provocai.
Si mise a ridere. <<Non ti conviene>>, mi disse divertita.
La guardai alzando un sopracciglio. <<Perché?>>, le chiesi curiosa.
Si avvicinò a me con passo lento. <<Mm... perché potrei farti molto male>>. La sua voce aveva un tono seducente.
Avvicinai la bocca al suo orecchio. <<È quello che voglio>>, le sussurrai maliziosa.
<<Non mi provocare>>, mi disse divertita, <<sai che per un po' rimarrai in bianco>>.
<<Antipatica!>>. Finsi di fare l'offesa e mi gettai di peso sul letto.
<<Che scema che sei>>. Rise di me.
Feci ancor di più l'offesa. Emma si avvicinò cautamente al letto salendoci sopra. <<Dai non fare così>>, si lamentò punzecchiandomi il piede sinistro. <<Non voglio che ti si aprano i punti>>.
<<Be', almeno posso baciarti o mi è proibito anche quello?>>.
<<No, quello puoi farlo>>, sorrise.
Con l'indice le feci segno di avvicinarsi e baciarmi. Si avvicinò a me dandomi un tenero bacio sule labbra. <<Ti amo>>, mi sussurrò a fior di labbra.
<<Ti amo>>, le dissi a mia volta.
Si poggiò a me nel lato buono. <<Non provare più a farmi spaventare a quel modo>>.
<<Ci proverò>>. Non potevo prometterglielo, perché finché qualcuno le avrebbe voluto far del male io l'avrei salvata in ogni modo umanamente a me possibile.
<<Comunque sia, se fossi morta...>>.
<<Non dire certe cose>>, mi rimproverò interrompendomi.
<<Stavo dicendo, se fossi morta...>>, la zittii con un dito prima che mi interrompesse un'altra volta, <<Tu saresti diventata proprietaria dei miei averi>>.
Mi guardò torvo. <<Che vuoi dire?>>.
<<Non credere che sia talmente stupida da lasciar il mio patrimonio a degli assassini. Sapevo che quel Smith avrebbe firmato senza leggere, così ho escogitato un piano>>.
<<Che piano?>>, mi chiese confusa.
<<Ho fatto scrivere in quei documenti che alla mia morte lasciavo tutto a te e una piccola parte a Tyler, Greta, il dottor Black e all'orfanotrofio e che lui sarebbe entrato in possesso di quel patrimonio solo quando tu saresti morta di vecchiaia>>, le spiegai.
<<Mia cara, hai una mente contorta>>, commentò.
Scoppiamo entrambe a ridere.
STAI LEGGENDO
Amore Segreto
RomanceQuesta storia parla di una persona che pur di fare successo nel mondo degli affari ha dovuto rinunciare a tutto, perfino alla sua identità, ma tutto cambierà quando incontrerà... . . . . . . DA REVISIONARE.