capitolo 1

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Solita routine, lavoro, casa e di nuovo lavoro e casa. Ora mai non sapevo far nient'altro. La notte era così malinconica a ritrovarsi sempre da soli. A volte pensavo se tutto ciò avesse un senso. Sì,  ero una tra le persone più ricche al mondo, è vero, ma che senso aveva tutto ciò se non avevi qualcuno con cui condividere tutto questo? Era inutile illudersi, perché in tutta la mia esistenza non avevo mai trovato l'amore. Ogni volta che mi innamoravo il mio amore era a senso unico e sempre lo sarà, purtroppo. E poi non ero tipo da dichiararsi. Così avevo deciso di buttarmi a capofitto sul lavoro, ma per avere tutto il successo che avevo avuto ho dovuto cambiare certi aspetti della mia vita. Ho dovuto cambiare identità. Perché nel mondo degli affari le donne non erano molto considerate, perlopiù, se vogliono essere a capo di una multi società.

Seattle, ore 06:00

Come al solito mi svegliai presto per prepararmi, questa era una delle cose che mi irritava molto, perché dovevo fare in modo che nessuno si accorgesse della mia identità segreta, ma per il resto non mi dispiaceva indossare abiti maschili, perché erano fatti su misura e secondo i miei gusti, dai stilisti più famosi al mondo. Se ve lo state chiedendo, ebbene sì, gli stilisti sono a conoscenza del mio segreto, ma per mia fortuna dispongo dei migliori avvocati di cui si possa disporre. Oltre a loro, a conoscere il mio segreto erano, ovviamente, il mio medico, la mia fidata guardia del corpo, la mia domestica, la mia assistente e infine la mia famiglia.

Seattle, ore 08:00

Come al solito a portarmi in ufficio era la mia guardia del corpo, Tyler, col mio SUV. Lui era un tipo alto almeno due metri  e muscolo, con un taglio alla militare e uno sguardo che ti faceva impallidire.
Quando arrivai in ufficio, come al solito c'era la mia assistente, Margaret, ad accogliermi con la sua solita tiritera.
<<Signor Cross, è in ritardo, come al solito, oggi ha molto da fare, ha un paio di riunioni molto importanti e deve approvare dei progetti....>>. Ogni volta che attaccava non la smetteva più e andava a finire come al solito... che non l'ascoltavo più, e iniziavo ad attaccare con; sì, sì. Va bene. Ok.
Lei era la classica assistente, fisico perfetto,  capelli lunghi e mossi e quel rossetto rosso che non mancava mai. Per fortuna era anche intelligente e seria, oltre ad essere bella.
Finita la solita predica andai alla riunione con i giapponesi. Quando entrai in sala riunioni i giapponesi erano lì ad aspettarmi, al mio arrivo si alzarono e si inchinarono come da loro tradizione e stessa cosa feci io, per buona educazione. Discutemmo delle solite cose; acquisti e vendite, ma i giapponesi come al solito erano degli ossi duri e non cedevano tanto facilmente. Poi ad un tratto, il più anziano si alzò e mi chiese, <<Lei conosce belle ragazze?>>.
In quel momento rimasi di sasso. Che intendeva dire? Dove voleva andare a parare con quella frase?
<<Come, scusi?>>.
Così il vecchio ci riprovò. <<Lei conosce posto dove ci sono belle ragazze?>>.
E in quel momento capii... il vecchio era un maniaco pervertito. Tutti a me dovevano capitare? Così mi giocai la mia carta.
<<Ehm, se vi porto da belle ragazze, voi concludete l'affare?>>.
<<Prima lei porta da belle ragazze e poi vedrà>>.
Sapevo che non sarebbe stato così facile, ma non avevo altra scelta, non mi restava altro da fare, se non accettare la richiesta del vecchio.
<<Va bene, vi porterò da belle ragazze>>. Alle mie parole tutti esultarono. Da quanto tempo è che non vedono una bella ragazza? Mi chiesi.
Dopo di che si alzarono e prima di andarsene il vecchio mi disse,
<<Stasera noi veniamo qui e lei porta da belle ragazze>>, e se ne andarono senza lasciarmi il tempo di ribattere.
E dove le trovavo queste belle ragazze?!

Seattle casa Cross, ore 20.00

Finito il lavoro avevo giusto il tempo per tornare a casa e prepararmi per la così detta serata fra uomini. Salii in auto, salutai Tyler con un, ciao per caso conosci un night club? Per poco non ci andammo a schiantare per l'accelerata brusca che fece lui, per fortuna che da adolescente faceva gare automobilistiche.
<<Ehm... sì, signore. Posso chiederle il perché?>>. Dallo specchietto retrovisore vidi che era diventato rosso dall'imbarazzo.
<<Non è per me, è per i giapponesi. Se non li porto lì non concluderanno l'affare>>, gli spiegai.
<<Capisco... per quando è l'evento?>>.
<<Giusto il tempo di tornare a casa e cambiarmi>>.
<<Se è un affare molto importante, la porto nel migliore night club della città>>.
<<Perfetto!>>.
Di ritorno a casa andai di filato nella doccia, mi lavai per bene col mio bagno schiuma costoso, nella speranza che rimanesse l'odore di pesca bianca, dopo di che mi vestii e in fine mi passai un po' di gel fra i capelli per domare il mio ciuffo ribelle. Andai nell'atrio dove ad aspettarmi c'erano Tyler e Greta, la mia domestica.
<<Allora, come sto?>>, chiesi facendo un giro su me stesso.
<<Sta benissimo signore>>, mi dissero all'unisono con un sorriso stampato in faccia.
<<Allora possiamo andare, Tyler>>.
<<Buona serata, signore>>.
<<Grazie, Greta>>.
Salii sul SUV ed andammo a prendere i giapponesi per  dirigerci verso il night club. Arrivati alla meta mi rivolsi a loro, ovviamente non prima di aver fatto loro l'inchino, <<Qui ci sono tante belle ragazze. Va bene questo posto per voi?>>.
<<Sì, sì, belle ragazze, va bene>>, mi rispose il vecchio maniaco pervertito.
<<Ok, allora entriamo>>.
Ad un tratto il vecchio mi si avvicinò e mi disse all'orecchio, <<Pagare lei>>. Cosa!? Non solo era un vecchio maniaco pervertito, ma pure tirchio era. Purtroppo non avevo altra scelta se volevo concludere l'affare. <<Certo, pago io>>, gli dissi con un sorriso sforzato, nella speranza che questi qua non mi lasciassero al verde.
Quando entrammo la puzza di fumo e di alcol mi invase dandomi un senso di nausea e di soffocamento.
Santo cielo, ma come fanno a stare in questo postaccio!? Pensai.
È vero c'erano un sacco di belle ragazze, ma erano tutte mezze nude e in quel momento provai una gran vergogna.
Mi avvicinai a Tyler il più possibile sussurrandogli di starmi vicino. Lo ammetto, avevo un po' timore di loro, nel caso volessero provarci con me, e non era un lusso che potevo permettermi, perché non potevo rischiare che mi scoprissero.
Mi guardai intorno e notai che i giapponesi erano spariti. Caspita, da quanto tempo era che non si avvicinavano a una bella ragazza? Poi ad un tratto sobbalzai perché sentii una mano afferrarmi da dietro, mi voltai e chi era... il giapponese maniaco. In quel momento pensai di tirargli una scarpa in testa, ma mi tratteni dal farlo perché era un cliente importante. <<Si? Cosa c'è?>>.
<<Lei è uomo molto gentile>>.
<<Ma si figuri, per così poco>>, gli dissi anche se non era vero visto che pagavo tutto io, e si sa, in questi posti si spende parecchio anche se si spende poco.
<<Per ringraziarla io fatto regalo per lei>>.
<<Come... scusi, non ho capito>>, balbettai. Che aveva in mente quel vecchio?
<<Io comprato bella ragazza per lei>>, mi disse come se niente fosse, di certo se avessi avuto qualcosa da bere in bocca glielo avrei sputato tutto in faccia.
<<Cos'ha fatto!?>>, quasi gli urlai dallo stupore. Poi ad un tratto Tyler mi si avvicinò all'orecchio e mi bisbigliò, <<Signore, credo che gli abbia prenotato un appuntamento con una delle ragazze>>. Quasi non credevo alle mie orecchie.
All'improvviso il vecchio mi trascinò via con se.
<<Dove stiamo andando?>>, gli chiesi in preda al panico.
<<Da bella ragazza. Io pagare extra per avere bella ragazza adesso>>, mi spiegò continuando a trascinarmi e con Tyler che ci seguiva.
<<Lei prendere ricevuta e chiedere di bella ragazza>>. Mi diede la ricevuta e se ne andò via. Presi la ricevuta e la diedi a Tyler. <<E adesso cosa faccio? Non posso presentarmi da lei, mi scoprirebbe>>. Mi passai la mano fra i capelli dal nervosismo.
<<Signore, si può considerare molto fortunato>>. Ma che avevano tutti oggi? Come potevo considerarmi fortunato?
<<Tyler, ti ci metti anche tu! Ma che vai dic...>>. Non mi diede il tempo di finire di parlare, che mi zittii con una mano e disse, <<Signore, lei si incontrerà con, si guarda ma non si tocca>>.
<<E chi sarebbe?>>.
<<È una ragazza molto richieste perché è molto bella, ma non ti concede di toccarla o di avvicinarla, in pratica non ti fa fare niente, ma a molti uomini piacciono certe cose>>. E di certo Tyler non era uno di quelli, lui era più un tipo fisico.
<<Allora, non avrò nessun problema?>>, gli chiesi.
<<Nessuno signore>>.
<<Va bene, mi voglio fidare di te Tyler...ma se ti dovessi sbagliare, considerati licenziato>>.
<<Sì, signore>>.
<<Bene, allora io vado, se accade qualcosa preparati ad intervenire>>.
<<Ricevuto>>.
Mi avvicinai all'uomo appostato davanti alla porta dandogli la ricevuto e mi disse, <<Prego signore, mi segua>>, così feci.
Lo seguì in un lungo corridoio, fino a quando non raggiungemmo l'ultima porta in fondo, poi l'uomo si rivolse di nuovo a me, <<Prego, la signorina la sta aspettando>>.
Aprii la porta con la certezza che qualcosa sarebbe cambiato. Quando entrai, un profumo indescrivibile m'invase, era un odore bellissimo, che ti dava un senso di benessere, come se niente avesse più importanza, eccetto quel profumo. Dentro di me sentivo come se avessi già sentito quel profumo, ma non riuscivo a ricordare dove e quando lo avessi sentito. Poi la vidi, l'essere più meraviglioso e straordinario che avessi mai visto. Un Angelo caduto dal cielo. No che stavo dicendo! Era molto di più, esso sarebbe sfigurato al confronto con la sua bellezza.
Iniziò ad avanzare verso di me, ed io iniziai a indietreggiare. <<Non temere, non ti mangio>>. Aveva una splendida voce cristallina e sensuale. <<E così ho l'onore di incontrarla signor Cross>>, mi disse con aria divertita.
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