dodici

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Alla fine, all'alba delle 6:00 Louis era crollato esausto ma per Harry non ci fu pace. Per questo cinque ore dopo, stanco di studiare il soffitto, senza svegliare il ragazzo sdraiato al suo fianco aveva chiamato la reception ordinando il servizio in camera. Ne aveva approfittato per una doccia veloce e appena uscì dal bagno sentì bussare puntale alla porta. Ringraziò il cameriere e poi tornò al letto con il vassoio tra le mani. Lo posò sul comodino e svegliò Louis con dei soffici baci sulla spalla. Il ragazzo mugugnò, raggomitolandosi maggiormente su se stesso. «Ho ordinato la colazione» lo avvisò e subito Louis piano piano cominciò ad aprire gli occhi. «Mi stai viziando». «Mi piace farlo». Consumarono i cappuccini e i cornetti che Harry aveva ordinato comodamente seduti nel letto. «Io torno al villaggio questa mattina, voglio vederci chiaro riguardo tutta questa storia». «Harry, lascia stare. Guarda la cosa positiva: tornerò a casa prima e potremmo passare più tempo assieme». «Non se ne parla. Non perché non ti voglio, ma perché non è questo il modo. Hai ancora un mese e più di lavoro che ti spetta. Non hai fatto nulla e devono ammetterlo». Louis sospirò «Promettimi almeno che non ti metterai nei guai per me. Non voglio dover chiedere a Liam di tenerti d'occhio». «Non preoccuparti e lascia fare a me».
Tornato al villaggio, Harry si affrettò a cercare Niall e Liam. Essendo certo di trovare Liam in palestra, si recò direttamente da lui. «Oh, Harry, sei tornato. Come sta, Lou?» si informò subito l'amico, preoccupato. «Ieri sera era proprio uno straccio. Stamattina sembrava stare meglio ma è ancora giù e lo capisco...reagirei allo stesso modo se fosse successo a me». Liam gli posò una mano sulla spalla in segno di conforto «Ne ho parlato con Niall quando ve ne siete andati ieri e secondo noi l'hanno incastrato. Lou non sarebbe capace di una cosa del genere». Harry lo guardò annuendo convinto «Non c'è alcun dubbio su questo e sono qui apposta perché voglio scoprire la verità. Dobbiamo fare qualcosa». «A tal proposito, io e Niall abbiamo concordato che stamattina, appena gli fosse stato possibile, sarebbe andato dal direttore chiedendogli chiarimenti sull'accaduto». «Perfetto, speriamo scopra qualcosa di utile. Noi cosa potremmo fare? Parlandone con Lou, l'unico nome che ci è venuto in mente in comune è quello di Zayn. Pensi possa c'entrare qualcosa?». Liam ci pensò un attimo «Per quanto possa sembrare troppo grande il fatto, non lo escluderei. Certe persone sono capaci a tutto». I due si sedettero a tavolino e decisero di usare Gemma come spia. Il piano consisteva nel cercare da parte della ragazza un contatto con Zayn, facendogli credere di non sopportare Louis e di conseguenza di non appoggiare la relazione con il fratello, nella speranza che a quel punto il moro si lasciasse sfuggire qualcosa.

Come concordato con Liam, dopo essersi liberato da alcuni impegni, Niall si recò nell'ufficio del direttore deciso a fare il possibile per aiutare il cugino. «Fammi indovinare, Niall: sei qua per Louis, giusto?» lo aveva accolto il signor Malik. «Esatto, signore. Vorrei solo sapere come sono andate le cose perché sono convinto dell'innocenza di mio cugino». «Non ho molto da dire, solo che gli oggetti ritrovati nella sua camera durante l'ispezione erano proprio quelli che mancavano ai signori Williams». «Non può pensare veramente che Louis sia coinvolto in questo fatto. È una persona onesta e penso che in questi anni abbia avuto modo di dimostrarglielo più volte». «Hai ragione, ma devi capire che ho le mani legate. Se non fosse stata coinvolta la polizia, avrei aspettato prima di allontanarlo, ma così non ho potuto fare altrimenti». Niall scosse la testa sconsolato e uscì dall'ufficio.
Mentre Harry e Liam stavano andando alla ricerca di Gemma, vennero attirati dalla voce di Zayn impegnato in una fitta conversazione telefonica. «Sì, non preoccuparti. Ho tutto sotto controllo...non c'è possibilità di un suo ritorno». Incuriositi, restarono nascosti ad ascoltarlo. «Questa volta ho messo in atto un piano infallibile. Nessuno scoprirà mai la verità».
«Sta sicuramente parlando di Louis. Interveniamo!» si agitò Harry. «Non ne siamo sicuri e comunque non sapremmo come incastrarlo. Sarebbe la nostra parola contro la sua, oltre al fatto che il padre crederebbe a lui, ovviamente». Restarono ancora in ascolto, mentre il moro non sapeva di essere spiato. «Finalmente, avrò un po' di pace qua dentro e magari più apprezzamento anche da parte di mio padre. Tomlinson non sarà più un mio problema». Udendo il cognome di Louis, Harry partì in quarta con il viso rabbioso, ma Liam fu pronto ad afferrarlo «Harry, cosa cazzo vuoi fare? Non possiamo farci scoprire». «E' stato lui, Liam. È stato lui! Non può farla franca!» «Continuiamo con il nostro piano: andiamo da Gemma e diciamole di tirargli fuori più informazioni possibili. Qualsiasi cosa potrebbe essere d'aiuto».

For Your Eyes Only, I Show You My HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora