Epilogo

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Era passata una settimana dalla discussione che avevano avuto, ma i due ragazzi ancora non si parlavano a meno che non fosse necessario. Come quando Louis aveva dovuto avvisare che avrebbe fatto tardi al lavoro un giorno o quando Harry aveva cambiato i suoi orari per un paio di giorni a causa del recupero di qualche lezione. Ed gli aveva proposto di tornare a dormire nel campus, magari staccarsi un attimo da quella casa lo avrebbe aiutato; aveva infatti notato quanto la mente di Harry non riuscisse a restare concentrata sui libri più di tanto. Ma il ragazzo non aveva voluto saperne, va bene che erano in un momento di incomprensione ma non avrebbe lasciato da solo Louis in quella che era la loro casa. Tuttavia nessuno dei due pareva avere il coraggio di ritornare sull'argomento e chiarire una volta per tutte. Ad essere sinceri Harry aveva tentato più volte di intavolare di nuovo l'argomento, ma Louis lo aveva sempre respinto perché il più piccolo non sembrava comunque intenzionato a scusarsi. Poteva chiudere un occhio sulla sua ingenuità, aveva capito che realmente Harry non si rendeva conto dei secondi fini che aveva Jake nei suoi confronti, ma le parole che gli aveva riservato l'avevano davvero ferito. Per quello gli doveva necessariamente delle scuse. Non era comunque semplice mantenere quella posizione, soprattutto quando lo sentiva piangere in bagno o quando una sera aveva insistito per dormire lui sul divano. Per non parlare di quando gli si avvicinava con la sua tipica aria da cucciolo bisognoso di affetto. Ma sapeva che quello era l'unico modo affinché lui se ne rendesse conto.

Quella sera Harry avrebbe partecipato ad una festa organizzata dagli studenti all'interno del campus universitario. Aveva proposto anche a lui di accompagnarlo, ma proprio non se la sentiva di andare a una festa facendo finta di nulla quando in realtà tra loro le cose non erano ancora state risolte. Aveva quindi invitato Niall e Liam per una cena a casa tra soli ragazzi e i due arrivarono con netto anticipo, perciò li fece accomodare sul divano stappando le birre. Harry scese le scale del soppalco pronto ad uscire. «Harry, stai molto bene vestito così» si complimentò Liam squadrando il corpo del ragazzo stretto in semplici skinny neri accompagnati da una una camicia azzurra e una giacca nera lasciata aperta. Il riccio accennò un sorriso, spostando poi lo sguardo su Louis che invece lo evitava. «Mi raccomando, divertiti ma non bere troppo» gli raccomandò Niall, ma nemmeno la simpatia del ragazzo parve sollevargli il morale. Harry si morse il labbro inferiore, dondolando sul posto da un piede all'altro «Allora io vado, Lou. Ci vediamo più tardi» ma il liscio si limitò a fare un cenno col capo tenendo lo sguardo fisso sulla bottiglia di birra che aveva tra le mani. Per questo il riccio abbassò gli occhi e, con sguardo triste, salutò i due amici uscendo poi di casa.
Louis fece spostare i ragazzi verso il tavolo da pranzo, servendo in tavola la pasta che si era ormai cotta e cominciarono a mangiare tra battutine e solite risate. Parlarono un po' dei loro rispettivi lavori e poi Louis spiegò ai due amici come la situazione fosse ancora in stallo con Harry. Come sempre Liam provò a farlo ragionare «Lou, nessuno di noi dice che hai torto, anzi. Però non ti sembra di averlo fatto penare abbastanza? Tu stesso ci hai detto che questa situazione sta pesando su entrambi, lui non riesce a concentrarsi nello studio e tu non dai il meglio al lavoro». «Ma soprattutto, come fai a resistere di fronte a quello sguardo da cucciolo ferito?» esordì Niall sporgendo il labbro inferiore all'infuori. Liam gli riservò uno scappellotto mentre Louis non riuscì a trattenere un sorriso. «Andiamo, volete dirmi che non ho forse ragione? Lou, non puoi essere così crudele da non farti intenerire. Ti ricordi quel cagnolino abbandonato che avevamo trovato da piccoli e tu insistevi per volerlo portare a casa? Ecco, Harry ti guardava nello stesso modo» aveva proseguito il biondo. Ok, forse Niall aveva esasperato la cosa, ma. «Pensi che sia semplice, Nì? Affatto. Ma se lo perdono sembra che bastino due moine per risolvere sempre tutto. In questo caso non potevo passarci sopra come se niente fosse» gli rispose l'amico. «Lou, l'hai detto anche tu che lo perdoni per la sua ingenuità perché comunque è giovane. Ha diciannove anni, anche noi a quell'età eravamo meno sgamati e stiamo ancora imparando, aiutalo tu. Penso comunque che abbia capito di averti ferito, magari ha solo bisogno che tu gli tenda la mano». Louis sospirò, passandosi una mano fra i capelli, incerto sul da farsi. «Coraggio, Lou, va da lui» lo incoraggiò Liam. Niall gli si avvicinò, picchiandogli nel fianco col gomito «Dai che poi il sesso riparatore è sempre il migliore!» Louis si alzò dalla sedia spingendolo verso la pronta d'ingresso «Non voglio più sentirti. Vattene che mi devo preparare per uscire». «Così ti voglio, vai e riprenditi ciò che ti spetta» continuò il biondo, al che Liam pensò bene di intervenire afferrando l'amico per le spalle e trascinandolo definitivamente fuori dall'appartamento «Penso che abbia capito, ora andiamo».

For Your Eyes Only, I Show You My HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora