Quelle labbra , che tanto gli erano mancate e che tanto aveva sperato di ri-baciare , ora erano lì , posate sulle sue in bacio che non accennava a rallentare. Sascha , con un veloce gesto del braccio , attirò a sè il ragazzo che aveva di fronte , facendo scontrare i due petti. I battiti dei due cuori dei ragazzi si fondevano in un sol suono , un suono che riempiva le orecchie dei due innamorati di un suono simile alle più belle melodie.
Conoscete la leggenda del filo rosso giapponese?
Ogni persona nasce con un filo rosso legato al mignolo , che lo unisce indissolubilmente alla sua anima gemella . Non importa quanto sia lontana la nostra anima gemella , questo filo non si romperà mai.
Sascha era arrivato a capo di questo filo rosso , e aveva trovato la sua anima gemella. Un ragazzo fiorentino di 21 anni , che si chiamava Stefano , ma a lui piaceva definirlo Il suo sorriso.
Entrambi si staccarono , leggermente a malavoglia , per riprendere fiato. Fecero toccare le loro fronti in modo da specchiarsi l'uno negli occhi dell'altro.
In quel momento Sascha si sentì strano. Era come se quegli occhi , così profondi da perdersi e così belli da fare invidia a qualsiasi pietra preziosa su questo pianeta, potessero leggerlo dentro , nei meandri più oscuri del suo cuore e scrutare quello che si celava al suo interno. Era come incantato , non riusciva a togliere lo sguardo da quella bellezza che aveva dinanzi a lui.
"Sascha..." sussurrò il ragazzo in questione , accarezzandogli dolcemente il volto.
Il ragazzo interpellato lo fermo e , con un tocco appena percettibile , si avvicinò all'orecchio del ragazzo più piccolo e sussurrò solo tre parole , tre semplici parole , ma che racchiudevano tutto.
"Mi sei mancato" disse Sascha abbassando ancora di più il volume della voce , rendendolo pari ad un bisbiglio , come se quelle parole non avesse potuto sentirle nessuno , erano solo per Stefano , perché nessun altro avrebbe potuto capirne il significato.
Mi sei mancato.
Mi è mancato il tuo sorriso
Mi è mancato il modo in cui scherzavi con me
Mi è mancato il modo in cui mi incoraggiavi ad andare avanti , anche se eri tu che mi facevi andare avanti.
Mi mancava il rossore che assumeva la tua pelle quando qualcuno ti faceva i complimenti , perché credevi di non meritarli.Mi sei mancato tu.
Gli occhi del ragazzo più piccolo erano fissi in quello del ragazzo più grande ; un ancora cerulea in mezzo a quel mare scuro come la notte .
Entrambi i ragazzi non resistevano più , così fecero ri-scontrare le loro labbra in bacio appassionato , uno di quei baci di cui non avresti voluto fare mai a meno
Tutto intorno a loro scomparve : le pareti bianche e spoglie della stanza d'ospedale , il lettino anch'esso bianco al centro della stanza , i medici che , ogni tanto passavano e buttavano un'occhiata di semi-indifferenza nella stanza , anche Salvatore e Giuseppe. Tutto scomparve come in una nube nera , vi erano solo loro due , le braccia di uno che stringevano l'altro in un abbraccio che non accennava ad allentarsi , le loro labbra che si univano perfettamente l'una con l'altra , a formare un puzzle che era completato dai loro corpi , che formavano una simbiosi perfetta , come se fossero stati scolpiti da un unico blocco di marmo , creati per durare in eterno. Quei corpi che si stringevano l'uno all'altro , come se volessero distruggersi a vicenda , per diventare una cosa sola , una cosa perfetta.
Quello era il loro momento , il momento in cui i due ragazzi davano all'altro il proprio cuore , come a dire
"ora è tuo , puoi farci quello che più ti piace , l'importante è che lo terrai con te per sempre".
Una promessa che nessuno dei due avrebbe mai rotto.
Nessuno avrebbe potuto separarli da quel momento. O almeno Sascha credeva che fosse così.
Fu riportato alla realtà da una voce acuta e fastidiosa di un infermiera.
"Mi dispiace , ma ora il paziente deve riposare " disse l'infermiera con fare disinteressato , guardando con fare assente , come se fosse lì perché qualcuno l'aveva costretta, dei fogli , posti disordinatamente su una cartellina di quello che sembrava legno scuro , ma , da un'occhiata più approfondita , si poteva capire che era un materiale simile alla plastica.
Sascha imprecò mentalmente , dopodiché uscì dalla stanza.
Appena fuori dalla stanza , non poté non sorridere. Salvatore e Giuseppe si erano entrambi addormentati su due sedie poste davanti alla stanza.
Finalmente tutto si era risolto nel migliore dei modi , e tutti e tre ne erano sicuramente felici.
Si sedette su una sediolina non molto distante da loro e , dopo circa cinque minuti , Morfeo lo prese fra le sue braccia ma , a differenza della notte che aveva passato precedentemente , si addormentò col sorriso sul volto.#MySpace
Ehy , scusatemi se il capitolo è corto , ma ci tenevo a scrivere questo.
Chi segue anima su telegram ha sicuramente letto il messaggio che ha scritto (per chi non sa di cosa parlo , ora metterò lo screen)
facciamo qualcosa anche noi nel nostro "piccolo"
Nei commenti scrivete , come sempre , quello che vi pare sulla storia , con alla fine l'hastag "#Saschasiamoconte"
Detto questo , vado a finire la pastiera , ciau
Instagram: I_m_a_wayland
Facebook: Francesca Daniele (profilo privato)
Per chi mi volesse contattare 😉
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Una storia nata da YouTube||Saschefano
FanfictionDue tra i più grandi youtuber nel palinsesto italiano , che hanno raggiunto e superato l'ambito traguardo del milione di iscritti. Un viaggio, all'apparenza uguale a tutti gli altri, li porterà invece a prendere decisioni che mai avrebbero pensato...