Capitolo #22

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Gli alberi scorrevano veloci sotto ai suoi occhi , le case , simili a mille macchie di colore indistinte , si "facevano spazio" nel paesaggio , il tutto contornato dal buio della notte , che rendeva , grazie al suo "manto oscuro" , tutto più tranquillo , o almeno all'apparenza.

Questi erano i pensieri che , in quel momento , percorrevano la mente di Stefano , che , con la testa delicatamente appoggiata al finestrino e la musica con le orecchie , fissava con uno sguardo perso il paesaggio che passava sotto ai suoi occhi.

Così come il treno , veloce sfrecciava sui binari , i pensieri che percorrevano la mente di Stefano "viaggiavano veloci " , come al pari di un film.

"Ripercorse" velocemente tutti gli avvenimenti che lo avevano portato fino a lì , fino a prendere un treno per Milano in piena notte , per cercare di aggiustare quello che lui stesso , con le sue parole e i suoi gesti , aveva ridotto in mille piccoli pezzi.

Distolse lo sguardo da quel paesaggio , che ormai il buio aveva ridotto ad una macchia indistinta nera , e appoggiò la testa al suo sedile .

Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla musica riprodotta dal suo cellulare.

Una canzone , che era appena partita , lo fece riflettere attentamente sulla sua "situazione" :

If I showed you my flaws
If I couldn't be strong
Tell me honestly
Would you still love me the same?

Quella canzone era come uno specchio , che rifletteva il suo animo.

Lui voleva mostrarsi forte , voleva avere tutto sotto controllo, ma , in fondo , sapeva che anche lui aveva bisogno di una persona che lo amasse onestamente.

Sulle ultime note della canzone , si lasciò lentamente andare fra le grandi braccia di Morfeo.

Fu risvegliato dal suo sonno dal rumore del treno che , lentamente , si fermava , creando un suono stridulo e insopportabile sulle rotaie.

Prese la sua valigia e uscì dal treno . Solo in quel preciso istante , in cui le sue vans si posarono sul cemento , ormai rovinato , della stazione di Milano , un pensiero balenò nella sua mente.

Se Sascha stava dormendo , dove sarebbe andato?

Era così impegnato a pensare ai suoi problemi , che non aveva minimamente pensato all'alloggio per quella notte.

Sbuffò infastidito dalla sua superficialità e si incamminò fuori dalla stazione , ma , a quanto pare , le sue sventure non si sarebbero fermate lì.

Appena uscì fuori da quella struttura , una pioggia insistente iniziò a scendere dal cielo , non accennando a fermarsi.

"Perfetto , e ora?" Pensò fra se e se mentre calcolava nella sua mente una qualche idea per arrivare alla sua ambita meta.

Casa di Sascha distava un quarto d'ora dalla stazione , ma con la pioggia incessante , si sarebbe sicuramente bagnato completamente.

Se avesse chiamato un taxi , quest'ultimo sarebbe arrivato dopo venti minuti e , stando sotto la pioggia , si sarebbe sicuramente preso la febbre.

Sospirò rumorosamente e , dopo un "Fanculo" sibilato a denti stretti , iniziò a correre sotto la pioggia.

Inutile dire che , nemmeno dopo cinque minuti , i suoi vestiti e la valigia erano completamente fradici.

Una storia nata da YouTube||SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora