Finale : Bad Ending

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Sascha aveva sempre odiato i funerali , non capiva il motivo per il quale esistevano queste tipo di cerimonie , dove tutte le persone alzavano una "maschera" , convinti di conoscere meglio di tutti la persona che , purtroppo , aveva lasciato questo mondo.

E di certo , il funerale di Stefano non faceva eccezione a questa sua regola morale.

Lui non avrebbe nemmeno voluto trovarsi in quel luogo , ma, costretto dalle regole morali che vincolavano queste cerimonie e dall'insistenza di Giuseppe e Salvatore , ora si trovava lì.

Lì , in una chiesa di mattoni scuri costeggiata ai lati da grandi finestre dipinte con motivi biblici e sorvolata da grandi arcate anch'esse di legno scuro.

Mentre le persone prendevano posto per la funzione liturgica , Sascha si guardò attorno , cercando con lo sguardo altri volti familiari

Molti volti gli erano familiari , come ad esempio la Marina , vestita con una sorta di cappello nero posto elegantemente in testa ; al suo fianco vi erano i genitori , con gli occhi gonfi e volti chiaramente affranti ; nella panca posteriore vi era il suo amico Stefano , conosciuto meglio come Sbuci con affianco persone che Sascha ricordava vagamente.

La grande aria di tristezza che si aleggiava fu spezzata dall'arrivo del parroco , che iniziò quasi con tono scocciato iniziò la funzione.

Sascha non ascoltò una sola parola che usciva dalla bocca del parroco , si limitava a fissare con sguardo perso la bara di legno lucido posta davanti all'altare , sormontata da una ghirlanda di fiori bianchi , con al centro una foto incorniciata del ragazzo.

Mentre osservava la foto , si perse nei ricordi di quella sera di una settimana fa.

Dopo che Salvatore se ne fu andato , Sascha decise di rimanere lì per quella notte , affianco a Stefano , nel caso fosse successo quello che temeva.

E , per sua sfortuna , successe.

Verso le tre di notte , un continuo ansimare fece svegliare di colpo il ragazzo più grande.

Ci mise un pò per abituare gli occhi al buio , ma non impiegò altrettanto tempo per capire da chi venisse quell ansimare.

Si inginocchiò affianco a Stefano , e quello che vide lo fece rabbrividire : il divano era completamente sporco di sangue , proveniente dalla bocca del ragazzo con gli occhiali.

Sascha , terrorizzato come non mai , chiamò in fretta e furia l'ambulanza , e successivamente Salvatore e Giuseppe , che era arrivato a Milano proprio quella sera.

Ma , quando arrivarono sia la polizia che gli amici , era troppo tardi.

Stefano non respirava più.

L'ultima cosa che ricordava era che , appena i medici gli riferirono la notizia , si sentì afferrare da dietro , una voce familiare urlò il suo nome , ma era come se quella voce fosse lontana anni luce e , lentamente,  gli sguardi posati su di lui lasciarono lo spazio all'oscurità più totale.

"Sascha , vedi che tocca a te andare al pulpito " gli sussurrò Salvatore , riportando Sascha alla realtà.

Non che la realtà fosse tanto meglio dei suoi ricordi.

Tutti gli sguardi erano puntati su di lui , su Sascha , sulla persona più importante per Stefano.

"Io non voglio fare uno del soliti discorsi " Iniziò Sascha " Voglio dire chi era realmente Stefano. Stefano era un mangione , scorreggione , lasciava sempre tutto in disordine e faceva sempre tardi.
Ma io lo amavo anche per queste piccole cose , piccole cose che lo rendevano una grande persona"

Durante il suo discorso si morse più volte il labbro , non doveva piangere.

Le sue lacrime non le avrebbe capite nessuno , nessuno poteva sapere cosa c'era tra loro , perchè quello che c'era tra loro era qualcosa di unico , irripetibile , più forte di qualsiasi cosa , anche della morte.

Ma lui , in quel preciso istante , sentiva solo un vuoto enorme dentro di sè.

"Scusatemi" disse molto semplicemente , gettò il piccolo microfono a terra e uscì dalla chiesa , con come  "colonna sonora" un vociare proveniente dalla gente.

Appena uscì , iniziò a camminare sempre più veloce fino a correre , con le lacrime che gli rigavano il volto.

La gente li giudicava , li criticava , ma la gente come si permetteva di giudicare la vita altrui? Chi era per farlo?

Tante domande , ma nessuna risposta

Arrivò nei pressi di un parco in cui , fino a quel momento, non era mai stato

Si sedette su una panchina , da solo , circondato dalle grida gioiose dei bambini , dallo sguardo attento dei genitori , o dalle coppiette che consumano il loro amore.

Tutto questo gli faceva male , ma un male fisico , un male interiore , perchè lui sapeva che , in qualche modo , Stefano era lì , seduto anche lui su quella panchina , con i capelli disordinati , gli occhiali perennemente storti e un sorriso che non avrebbe più potuto rivedere.

Tre anni dopo

Eccolo lì , con un mazzo di fiori bianchi davanti ad una piccola lapide in granito , non diversa da tutte le altre , ma per Sascha  , speciale .

Si inginocchiò affianco alla lapide , posando i fiori sulla lastra che era posta a terra.

"Ehy Stefano , da quanti anni eh?" iniziò a parlare con tono malinconico "Scusami se in questi anni non sono venuto spesso , ma nessuno trova conforto fra le lapidi di un cimitero"

"Da quando te ne sei andato , io e Giuseppe abbiamo chiuso il canale , mentre Salvatore sta continuando , bene o male."

Una lacrima scese dai suoi occhi e cadde sul granito.

"Sai , presto ci rivedremo. Quando Salvatore mi ha accompagnato in ospedale , la sera in cui sei morto , mi hanno fatto vari controlli"

"Mi hanno diagnosticato una malformazione ai polmoni . I medici hanno detto che mi rimangono si e no 3 anni"

"spero ,quando sarà, che ti ricorderai ancora di me" disse , stranamente con tranquillità , si alzò e , molto semplicemente , se ne andò.

Arrivato al cancello del cimitero , si fermò , e sussurrò fra sè e sè

"Ti amo. A presto Stefano" e se ne andò via ,  continuando a vivere nei ricordi della storia , della loro storia.




"È meglio aver amato e aver perduto che non aver amato affatto
-cit Lord Tennyson"

Una storia nata da YouTube||SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora