Capitolo #21

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Sospiri . L'unica cosa che si poteva udire in quella stanza erano i sospiri provocati dall'ansia di Stefano.

Avrebbe voluto dire tutto e subito , senza pensarci. Ma , così facendo , avrebbe di certo ferito il ragazzo alla cornetta

Ma , allo stesso tempo , se avrebbe iniziato ad "allungare" il discorso , si sarebbe di certo perso fra le mille e più futilità , e non sarebbe mai arrivato al centro della questione.

Fu riportato alla realtà da Sascha che , imperterrito , continuava a chiamarlo dall'altra parte del telefono

"Stefano , ti sei fatto male? , sei in ospedale? " Chiese Sascha con il tono di voce che iniziava ad incrinarsi a causa della paura che stava crescendo il lui , come se fosse una marea che , lentamente ma inesorabilmente , si infrangerà contro gli scogli.

In modo analogo , come la paura cresceva in Sascha , anche l'insicurezza si "faceva spazio" nell'animo di Stefano.

"No , Sascha , nulla del genere " rispose vago Stefano , cercando in modo disperato un tono fermo nella sua voce.

Quante cose avrebbe voluto dire,
Quante cose , in verità , nascondeva quel "nulla" , detto in modo così svogliato .
Tante cose , troppe per la sola mente di una persona.

"E allora cosa c'è Stefano? Te lo giuro , se è un altro dei tuoi scherzi..." Rispose di tutto tono Sascha , riacquistando , a "piccoli pezzi" , come una specie di puzzle , il coraggio che prima gli era venuto meno.

Credimi Sascha , anche io vorrei che lo fosse. Pensò Stefano , oramai impotente rispetto a questo gigante , di nome " Responsabilità".

Il ragazzo con gli occhiali si alzò da terra e iniziò a camminare per la stanza , come se quel gesto potesse scaricare in qualche modo l'ansia creatasi nella sua testa e nel suo cuore.

"Questo pomeriggio mi ha chiamato Marina per sapere se volevamo scendere ..."

Stefano iniziò il discorso così , senza giri di parole o discorsi insensati , ormai non poteva , e non voleva tirarsi indietro , aveva smesso di piangersi addosso , e aveva iniziato a combattere a mani nude quel "gigante" .

"Mh..." Disse in risposta Sascha , un mugugno che , in quell'occasione , avrebbe potuto significare una moltitudine di cose , come allo stesso modo , non avrebbe potuto significare assolutamente niente.

"Allora io ho acconsentito ad uscire . Ci siamo fatti un giro per Firenze , e ad un certo punto Marina mi ha trascinato in un vicolo ..."

Eccola , la parte cruciale , il fulcro di tutto quello che era accaduto . Quello che avrebbe detto , da ora in poi riguardo questa storia , questa dannata e così surreale storia , che sembrava tanto una storia inventata da qualche matto , al solo scopo di unire , a modi groviglio assurdo e incomprensibile , le vite di questi tre ragazzi indissolubilmente , sarebbe stato di un'importanza cruciale , se non vitale addirittura.

Se avrebbe sbagliato anche solo una parola , una insignificante e insulsa parola , tutto quello che "aveva creato " con Sascha , si sarebbe dissolto con la stessa facilità con cui si era creato.

"Mi ha fatto una domanda ; se quello che c'era fra me e te era vero o era tutto uno scherzo..."

Uno dei due passi più pericolosi era stato fatto. Era come se fosse in equilibrio su un filo posto in cima ad un altura ; fin quando era certo delle cose che faceva , in questo contesto , delle cose che diceva , sarebbe rimasto in equilibro , per poi arrivare dall'altra parte del filo , finalmente salvo.

Ma , anche se avesse solo per un attimo distolto lo sguardo , come per "guardare" le scelte che lo avevano portato fino a lì , sarebbe caduto in una sorta di oblio , e nessuno sarebbe venuto a salvarlo dalla sua caduta.

"Cosa hai risposto Stefano" rispose con tono autoritario Sascha , come se , in cuor suo , si fosse già preparato alla risposta

Ma Stefano , al contrario di Sascha , non era affatto pronto , anzi era terrorizzato

Che poi , terrorizzato da cosa? Da tutte le scelte sbagliate che aveva compiuto ? O dal fatto , di non essere pronto a dire addio ad una persona importante , come Sascha?

Si , perchè lui lo sapeva , sapeva che lo avrebbe perso.

"Le ho detto che era tutto uno scherzo..." rispose atono Stefano. Lo aveva detto , lo aveva detto davvero.

Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa , anche una delle cazzate più grandi che avrebbe mai potuto inventare la sua mente , ma lui sapeva , eh si se lo sapeva , che se avrebbe continuato a mentire , sicuramente tutto sarebbe degenerato ulteriormente.

Dall'altra parte del telefono , si poteva udire una persona che piangeva . Una persona che era stata tradita da quella che , una volta , credeva la sua anima gemella , credeva il suo vero amore.

Ma una cosa è certa , il vero amore , spesso e volentieri , è solo uno stereotipo creato per rendere felici le persone , e Sascha aveva finalmente provato questa "felicità" di cui tutti parlano. Una felicità fittizia a quanto pare.

"Sascha , ti prego non piangere" provò a scusarsi Stefano , voleva rimediare a tutto , o almeno provarci.

"Devo andare " rispose vago Sascha , dopodiché chiuse la chiamata.

Stefano era ancora lì , in piedi al centro di quella stanza , che era stata lo scenario di tutte le cose sbagliate che aveva compiuto.

Perchè era tutto così difficile ? Perchè , almeno una volta , le cose non potevano andare per il verso giusto? Continuò a pensare Stefano , e nel mentre le lacrime minacciarono di ri-uscire copiose dai suoi occhi.

No , questa volta non avrebbe pianto , non avrebbe fatto finta di niente , facendo vincere il destino.

Quella volta avrebbe vinto lui.

Prese la sua valigia nera , che riempì giusto con un paio di vestiti , delle scarpe e la sua immancabile telecamera. Prese dei soldi , e uscì.

Arrivato davanti alla porta di casa , una voce femminile attirò la sua attenzione

"Stefano , dove pensi di andare? Sono le due di notte" Disse la madre , tenendo un tono basso ma al col tempo autoritario

"Devo andare in un posto" Rispose il figlio con fare sbrigativo . Prima che la sua mano toccò la maniglia della porta , la madre lo bloccò per il polso

"Tu ora mi rispondi ok?" Rispose la madre guardando il figlio negli occhi.

"a Milano a fare video con gli altri ok?"

Lui non voleva mentire alla madre , ma lei non avrebbe capito.

Non andava a Milano per girare video , andava a Milano per prendersi , finalmente , le sue responsabilità , e rimediare , una volta per tutte , ai suoi errori

Una storia nata da YouTube||SaschefanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora