Capitolo #18

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* quattro giorni dopo*

Ormai i quattro amici erano tornati da circa tre giorni nelle rispettive case , e la vita aveva ri-iniziato a scorrere tranquillamente e regolarmente , intrisa delle piccole soddisfazioni e dei piccoli problemi che affrontiamo ogni giorno , e che rendono la nostra vita , per certi versi , monotona.

Ma Stefano sapeva benissimo che non era così. Qualcosa in lui era cambiato durante quella settimana a Miami , un qualcosa che aveva stravolto la sua vita , qualcuno.

Ebbene si , da quando era tornato a Firenze , non faceva che pensare a Sascha

Qualcosa in lui era cambiato , ancora non sapeva bene cosa , ma di una cosa era sicuro : era stato Sascha a farlo cambiare ...

Mentre la sua mente vagava in questo "mare oscuro" , formato da pensieri e dilemmi , che la sua mente non sapeva risolvere , nella stanza risuonò la sua canzone preferita , simbolo evidente che qualcuno lo stava chiamato.

Leggermente seccato per essere stato disturbato durante il suo " momento di riflessione" , si alzò dalla sua sedia e prese fra le mani l'oggetto incriminato , che non accennava a fermarsi , riproponendo sempre le stesse note della stessa canzone , che aveva seriamente iniziato ad odiare.

Quando alzò lo sguardo , sbiancò di colpo nel vedere quel nome sullo schermo : Marina.

Durante quei giorni si era totalmente dimenticato di lei , talmente tanti erano i pensieri che correvano nella sua mente , che non aveva avuto il tempo di chiamarla.

Mentre era indeciso sul da farsi , le ultime note della suoneria risuonavano nella sua testa , diventate per lui simili a centinaia di ronzii , che gli premevano contro la testa , provocandogli un mal di testa lieve ma persistente.

Sugli ultimi accordi della canzone , si decise. Prese un grosso respiro e premette , quasi con timore , come se sopra ci fosse il veleno , quel dannatissimo pulsante verde. Avvicinò il telefono all'orecchio , senza sapere cosa dire. Fortunatamente , o sfortunatamente , non sapeva dirlo con certezza , la ragazza iniziò a parlare .

"Ehy amore , come mai durante questi giorni non ti sei fatto sentire , mi hai fatto preoccupare" iniziò il discorso Marina , con un filo di tristezza nel suo tono quasi sempre dolce e pacato.

Una parola l'aveva come bloccato , incapace di rispondere. Una parola di cinque lettere , che inizia per "a" e finisce per "e" : amore. Fino a qualche mese fa , non si sarebbe mai fatto problemi su questa parola , all'apparenza così piccola e insignificante , ma piena di significato.

Ora era lì , immobile come una statua di ceramica , con il telefono posato contro l'orecchio , lo sguardo perso nel vuoto , fisso su una parte indefinita del muro che aveva di fronte a sè , come se quella porzione di muro contenesse tutte le soluzioni agli innumerevoli problemi , che la sua mente era costretta a risolvere da sola.

"S-scusami..." balbettò il ragazzo , incapace di rispondere alla domanda posta dalla ragazza precedentemente

"Sono stato impegnato con i video..." rispose frettolosamente il ragazzo. Avrebbe voluto tenere un tono sereno e tranquillo , come quello di Marina , ma l'ansia e il non saper cosa fare l'avevano tradito

"Sarà... Senti Stefano , visto che oggi non ho niente da fare , ti va se ci facciamo un giro per Firenze?" chiese Marina , con un timbro di voce squillante , causato dalla speranza di poter rivedere colui che ama , dopo tanto tempo

Ed era proprio questo il problema di Stefano. Non sapeva se amava ancora Marina , non riusciva a capire un bel niente di quello che provava rispettivamente sia per Sascha che per Marina , era tutto un intreccio meravigliosamente confuso di amore e passione, ma allo stesso tempo , era un assurda e spaventosa matassa di insicurezze , paure e preoccupazioni.

"Si ... Per me va bene" Rispose senza pensare Stefano , senza un tono preciso , quasi atono , talmente tanto era grande la confusione che aveva in quel momento.

"Perfetto! Allora mi vieni a prendere tu ?" Rispose Marina che , a differenza di Stefano , sprizzava felicità da tutti i pori.

"Si... Ciao..." Chiuse la telefonata senza aspettare una qualche risposta o un saluto dalla ragazza.

Solo quando ormai era terminata definitivamente la telefonata , si rese conto effettivamente di quello che aveva realmente fatto: aveva accettato di uscire con Marina.
Lanciò il telefono sul letto con fare distratto , dopodiché si accasciò anch'esso sul letto ; una mano sulla fronte , come a fermare i mille e più pensieri che gli correvano per la testa , lo sguardo fisso su quel soffitto bianco e la sua mente dispersa chissà dove nei meandri del suo subconscio .

Cosa fare? . Era questa la domanda che tormentava la sua mente già tormentata.

Se fosse uscito con Marina , avrebbe potuto capire che lui , in fondo , l'amava ancora . Ma , facendo così , avrebbe perso sicuramente Sascha , e lui non voleva questo.

Ma , allo stesso tempo , se non fosse andato all'appuntamento insieme alla Marina , e di conseguenza avrebbe scelto Sascha , la Marina non gli avrebbe di certo rivolto la parola , e lui non voleva questo.

Entrambi i ragazzi erano una parte essenziale della sua vita , un pezzo del suo cuore . E ora a lui toccava decidere di quale pezzo doveva sbarazzarsi.

Una volta , un monaco diceva:

Il cervello è colui che ci tiene saldi a questa terra in modo civile , mentre il cuore è colui che ci vivere davvero.

Quindi , una nuova domanda Stefano si pose , ovvero la seguente :

Avrebbe ascoltato ciò che gli diceva la mente , e quindi ragionare , o essere pervaso dai sentimenti , e quindi ascoltare il cuore?

Avrebbe ascoltato ciò che gli diceva la mente , e quindi ragionare , o essere pervaso dai sentimenti , e quindi ascoltare il cuore?

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