Capitolo 5

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LEGGETE LA NOTA AUTRICE A FINE PAGINA EST TRèS IMPORTANT POUR MOI LOVE U <3

BUON CAPITOLO

Personalmente ho sempre amato i temporali, ho sempre pensato che ogni persona o cosa debba sfogarsi in qualche modo ed il cielo urlava, urlava per far capire il suo dolore, urlava e con i suoi tuoni lanciava segnali che però nessuno ha mai interpretato. Quando piove mi sento libera, libera di poter esprimere le mie lacrime ed il mio dolore, ed uscivo per essere libera, poi quando tornavo a casa e tutti mi vedevano con il mascara colato stile panda, la risposta era una sola: "HO DIMENTICATO L'OMBRELLO."

A differenza del cielo io non urlavo da sola, urlavo con lui e lui mi teneva compagnia, lui piangeva e io pure, lui si sfogava ed io pure. Fin da bambina andavo nel parco di quella sperduta via fuori Torino durante un temporale. Mi sedevo su una panchina ed mi sfogavo.

Avevo litigato con la persona più importante e nonostante fossero le undici di sera, uscii.

Fuori pioveva, ma io non piovevo. Avevo finito le lacrime e mi sentii una delusione. Quella sera il cielo avrebbe pianto senza di me. Sapevo che non sarei potuta andare via però avrei potuto stare fuori per un po', per un momento mi sentii sollevata quando dopo essere scesa da un taxi con una targa estera arrivai davanti al mio sfogo: un parco, o meglio dire il parco.

Era come se una parte di me fosse ritornata a casa, ma appena mi avvicinai alla mia panchina vidi qualcuno seduto. Era seduto come facevo io, gambe incrociate e sguardo basso. La luce del lampione alle spalle del pezzo di legno con la vernice verde che si staccava illuminava la testa dello sconosciuto e potei notare subito che i suoi capelli erano corti, il colore non era definibile dato che erano fradici di pioggia, ma ciò che vidi appena mi avvicinai fu il volto che era rimasto impresso nella mia mente fin da quando ero una bambina.

**FLASHBACK** 10 ANNI PRIMA

ero sempre stata una bimba socievole, andavo d'accordo con tutti e mi fidavo di chiunque mi facesse sorridere, cosa assai semplice perché ero molto solare.

Tutto cambiò quel pomeriggio di novembre, il sole tiepido riscaldava la mia pelle ed io felice stavo uscendo da scuola insieme a mio nonno e a mia sorella. Era una bella giornata, a scuola avevo giocato con i miei amici e stavo raccontando al nonno quello che era successo. Io a differenza di mia sorella ero molto estroversa.

-Nonno sai che l'altro giorno mentre stavo giocando sono caduta e mi sono fatta male al ginocchio però poi Edoardo mi ha preso la mano e mi ha accompagnato dalla maestra che mi ha messo un cerotto con le faccine sorridenti e mentre la maestra Giulia mi stava mettendo dell'acqua, Edo mi teneva la mano e mi diceva che potevo stringergliela se avevo paura e se mi faceva tanto male, ma io non gliel'ho stretta.-

-e ti ha fatto male?- mi chiese incuriosita mia sorella. -un po', però dovevo essere forte come dice papà-

Iniziai a correre lungo il marciapiede e mi allontanai da mia sorelle e mio nonno. Svoltai l'angolo e vidi un signore da solo con un cane, in un angolo. Mi faceva tenerezza perciò mi avvicinai.

-Ciao- dissi ed abbozzai un sorriso.

-ei bella bambina non dovresti parlare con me- mi disse lui. Io intimorita feci un passo indietro

-e perché mai non dovrei?- chiesi in modo innocente.

-perché sono un uomo cattivo.- disse -ed hai ucciso qualcuno?- chiesi. -no bimba perché?-

-perché il mio papà dice che sei una persona cattiva solo se uccidi qualcuno e fai la guerra. Tu fai la guerra?- domandai

-no però...-

-Aurora torna qui, non parlare con gli sconosciuti- mi urlò il nonno ed allora mi allontanai e quell'incontro mi lasciò perplessa.

Ero una bambina ingenua.

3 ANNI PRIMA

Era il giorno del mio quattordicesimo compleanno ed indossavo un cappotto blu e dei collant color pelle. Quelli me li ricordo, fu l'ultimo giorno in cui misi dei collant.

Alla festa c'erano tutti i miei amici e pure il mio fidanzato di allora: Marco, un ragazzino della mia leva alto e moro con gli occhi del medesimo colore, era un mio compaesano.

Dopo la festa salimmo in camera mia e lui chiuse la porta a chiave.

Ho ricordi orribili e sfuocati di ciò che accadde dopo in quella stanza, ma una cosa la so, uscii di quella stanza con la mia dignità ancora integra.

Ricordo di essere stata sbattuta su un letto e di mani dappertutto, mani che strappano vestiti e oggetti che colpiscono. Di quella giornata porto ancora il ricordo di e una cicatrice sotto all'orecchio destro, che condiziona ogni mia giornata.

FINE FLASHBACK

Quando il ragazzo sulla panchina alzò gli occhi, il modo mi cadde addosso e nel mio corpo si impossessò un misto dii paura e panico.

Due occhi color nocciola mi osservavano furbi, fino a fermarsi alla cicatrice. Quando la vide il suo sorrisetto furbo si trasformò in uno sguardo perplesso e spaventato. Ricordi di una notte passata a piangere e mesi di terapia mi passarono per la mente e mi girai per andarmene, ma una mano mi prese il polso.

-voglio solo spiegarti- disse, ma io mi scansai e disse -hai avuto tre anni, hai avuto possibilità ed ora ti consiglio di andartene perché oggi non ho paura.-

-senti bambolina- disse più sicuro di se -abbassa le ali che ti tappo la bocca se non la smetti.-

-lasciami in pace- urlai e li mi mollò uno schiaffo, lo guardai ma prima che potessi dire o fare altro qualcosa lo colpì alla testa e due occhi a me molto famigliari mi guardarono e mi tese una mano. Paulo era li, Paulo c'era sempre ed io potevo solo essergliene grata.

-Andiamo via dai, però un giorno vorrei delle spiegazioni- disse, annuii e ce ne andammo insieme. Io e lui. Come un principe ed una principessa verso una fortezza chiamata a casa, ovunque con lui è casa. Casa è quel posto dove un qualcuno si sente al sicuro e lui è la mia casa.

SPAZIO A MOI

BUONASERA, SCUSATE L'ORARIO MA AVEVO VOGLIA DI SCRIVERE E QUESTO CAPITOLO MI HA PRESO MOLTO

HO PARLATO DI UN TEMA CHE A ME STA MOLTO A CUORE: LA VIOLENZA SULLE DONNE.

VOLEVO RINGRAZIARVI DELLE VISUALIZZAZIONI, CONTINUATE A SEGUIRE QUESTA STORIA PERCIò VI RINGRAZIARE. SIETE FANTASTICI.

AL PROSSIMO CAPITOLO, MI RACCOMANDO CLICCATE LA STELLINAA

A BIG KISS AND HUG

-AURO.

ABBRACCIAMI E DORMI |PD e AM|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora