capitolo 2

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La prof di lettere sta parlando dell'origine delle parole da più di mezz'ora.

Guardo l'orologio.

Ancora dieci minuti e potrò tornarmene a casa.

Il primo giorno non è stato particolarmente pesante se non si conta quest'ora che sembra non finire più.

Ho incrociato Ryan solo a lezione di francese ma ci siamo date appuntamento all'uscita per andare a mangiare qualcosa insieme.

Prima della campanella abbiamo parlato un po', è una ragazza simpatica... forse un po' troppo spensierata considerando come sono io ma magari con il tempo scoprirò il suo lato profondo...

Trattengo uno sbadiglio e mi guardo intorno, poi i miei occhi incontrano una figura scura seduta in un angolo dell'aula.

E' un ragazzo con i capelli castano scuro tenuti leggermente lunghi sul collo, indossa un giubotto di pelle e dei jeans scuri,proprio sotto la mascella noto un tatuaggio non meglio identificato... sembra un serpente ma non ne sono certa... 

<<...Ruri Yume Holmes dovrà fare un doppio lavoro!>>

Sento la professoressa pronunciare il mio nome e la guardo con aria innocente ma lei non sembra essersi accorta che non stavo seguendo, anzi sembra aver appena fatto una battuta di cui va molto fiera... perchè mi ha chiamata?

<<Ok ragazzi, ormai mancano cinque minuti alla fine della lezione quindi possiamo formare le coppie per il progetto!>>

Quale progetto? Perchè non l'ho ascoltata? Adesso che faccio? Sono una stupida! Guardo la prof estrarre dei numeri da un sacchetto di tela e spero soltanto che mi capiti un compagno simpatico che sia disponibile a spiegarmi che cosa dobbiamo fare.

<<Mason con Hunt, Ellis con Cox, Lewis con Bell e infine... Holmes con Lopez>>

Le ultime parole della prof fanno piombare l'aula nel gelo più totale.

<<Dovresti ringraziare Ruri Holmes, Lopez! ora non siamo più dispari quindi non dovrai offrirti di fare tutto il lavoro da solo!>>

Seguo lo sguardo della prof e mi accorgo che sta parlando con il ragazzo del tatuaggio...

a guardarlo meglio non è la prima volta che vedo quel giubotto sgualcito e quei capelli arruffati...

Quando lui si volta a guardarmi mi è tutto chiaro.

Di nuovo quella sensazione orribile...

Il mio compagno è il Duca.  

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Abbasso subito lo sguardo e fisso il banco fino al suono della campanella, poi ,sentendomi al sicuro, faccio un sospiro e mi alzo per andare a chiedere alla professoressa "maggiori informazioni" su questo compito.

<<Holmes>>

Una voce ferma e profonda mi fa sobbalzare.

E' il Duca.

Mi guarda di nuovo con quei suoi occhi penetranti e sembra proprio soddisfatto dell'effetto che ha su di me.

Distolgo lo sguardo e gli rispondo con la voce più sicura che riesco ad improvvisare.

<<Lopez...>>

<<A casa mia. Oggi. Alle tre. E cerca di farmi perdere meno tempo possibile con questa ricerca, chiaro?!>>

Ma questo chi si crede di essere?!

Se fosse un altro glie ne avrei già dette quattro ma ora capisco il motivo per cui gli stanno tutti alla larga... parlargli mi fa quasi male.

<<Ok>> rispondo con voce sommessa.

Rimane in silenzio.

A un certo punto mi sembra quasi di sentirlo ridere.

<<Proprio quello che mancava alla nostra scuola, un'altra stupida ochetta senza cervello. Be, per lo meno vedo che sai stare al tuo posto.>>

O-ochetta?!

Mi ha appena dato della scema?!

Presa dalla rabbia alzo la testa e lo guardo dritto negli occhi

<<Non ti permettere di darmi della stupida! Tu non mi conosci!>>

Sento le guance bruciarmi  dalla collera ma so di essere stata brava.

La mia voce non ha vacillato neanche un istante.

Lo guardo fisso, sembra che abbia ottenuto l'effetto che volevo, lui non dice nulla, non riesco ad interpretare la sua espressione ma ,anche se sostiene i miei occhi, credo di averlo sorpreso.

Bene, ho ottenuto quello che volevo quindi distolgo lo sguardo per riprendere fiato. 

Gli occhi di questo ragazzo devono per forza avere qualcosa di sovrannaturale...

l'ho guardato per un minuto e mi sembra di essere evaporata. 

Mi sento nulla.

Con le ultime forze che mi restano prendo il mio giubotto e i libri e mi dirigo alla porta.

<<Bel tentativo>> 

La sua voce sicura squarcia il silenzio che sembrava avermi assegnato la vittoria di questo piccolo round e manda completamente in pezzi la mia sicurezza.

Sussulto ma non mi fermo, sono sicura che ora avrà un sorriso beffardo stampato in faccia e non voglio dargli la soddisfazione di arrabbiarmi ancora.

Ferita nell'orgoglio cammino fino al mio armadietto, poso i libri e mi dirigo all'uscita, mi asciugo una lacrima che mi bagna la guancia e sono fuori.

Vedo Ryan farmi segno con la mano e mi sto dirigendo verso di lei quando mi torna alla mente quel tatuaggio...

non è un serpente...

è una scritta...

a caratteri chiari e calcati sotto la mascella porta la parola "Presunzione".

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