capitolo 11

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Sono terrorizzata, mi sento come se un leone mi avesse appena ruggito in faccia...

Ormai è quasi un mese che lo conosco e l'ho visto arrabbiato varie volte... ma mai così.

Corro a perdifiato attraverso il cortile anche se ovviamente nessuno mi insegue.

Mi sento una stupida, non so nemmeno perchè sto piangendo... io non sono così!

La vera Ruri si sarebbe fermata a dirgliene quattro prima di correre via!

Sarà che lui ha uno strano effetto su di me...

è inutile che cerchi di convincermi che non mi importi... io ci tengo...

credo davvero che abbia un lato buono in fondo... ecco perchè ora mi sento così ferita.

<<Holmes!>>

Non ho bisogno di voltarmi per capire che è lui che mi sta chiamando.

Che cosa vuole?!

Non gli è bastato avermi trattata così?!

Fingo di non averlo sentito e continuo a correre.

Dopo pochi metri mi ritrovo in strada, qui di sicuro non mi seguirà... non sono così importante da mettersi in cattiva luce facendo una piazzata davanti a tutti i passanti...

Respiro a fatica, le lacrime continuano a scendere e mi impediscono di riprendere fiato.

Sto per sedermi sul bordo del marciapiede quando sento dei passi venire nella mia direzione.

<<HOLMES!>>

Mi volto e lo vedo, una ventina di metri indietro: sta correndo verso di me.

Perchè non mi lascia in pace?!

Mi alzo e ricomincio a correre sperando di seminarlo il prima possibile ma le gambe non collaborano, mi fanno male i polpacci e non credo riuscirò a resistere ancora per molto.

Sto per svoltare l'angolo quando un urlo mi immobilizza.

<<RUUURIII!!!>>

Non riesco a muovermi.

Ha davvero detto il mio nome?

Per lo shock ho persino smesso di piangere.

Rimango semplicemente impietrita mentre cerco di decifrare quello che è appena successo.

L'eco dei passi dietro di me intanto si fa sempre più vicino fin quando non sento qualcuno afferrare la mia mano.

Un brivido mi scuote dalla testa ai piedi, proprio come quel giorno sotto la pioggia.

Ancora sconvolta mi volto verso di lui.

Non sta guardando me.

Sta fissando allucinato la sua mano intrecciata con la mia.

Probabilmente si è reso conto solo ora di quello che ha detto.

Lo guardo e nella mia mente rimbomba ancora la scia delle sue parole...

"<<Perchè devi chiamare tutti per cognome?>>

<<Perchè non mi interessa nulla di loro, chiamo per nome solo le persone per cui sento che poteri dare la vita>>" Solo le persone per cui sento che poteri dare la vita...

Non so che fare e, senza che nemmeno me ne accorga, le lacrime ritornano a inondarmi le guancie.

Ha detto proprio Ruri... l'ho sentito bene... questa volta non era semplicemente un nome su cui fare una ricerca, quello a cui si riferiva... ero io.

Lui alza la testa e i nostri sguardi si incrociano.

Quegli occhi...

quegli occhi che temevo...

quegli occhi che mi hanno sempre guardata con disprezzo...

quegli occhi pieni di tristezza che ho intravisto quando mi ha detto di sua madre...

quegli occhi che mi hanno sorriso quel giorno sotto la pioggia come con la bocca non si sarebbe mai azzardato a fare...

quegli occhi con cui mi ha trapassata da parte a parte poco fa quando mi ha dato dell'idiota e mi ha detto di stare a cuccia...

Scuoto forte la testa e finalmente tutto mi è chiaro.

<<Sei un bugiardo!>> ruggisco con tutta la frustrazione che ho in corpo <<Non ti avvicinare mai più a me!>>

Libero la mano dalla sua stretta e, prima che lui possa rendersene conto, sono sparita.

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