Si erano ormai fatti i primi di ottobre, e lo si poteva percepire da molti aspetti. Uno tra tutti era il fatto che non aveva smesso un giorno di piovere. Lorenza, Calum ed Ashton iniziavano a non sopportare il fatto di recarsi a scuola sempre con l'ombrello a portata di mano, mentre Luke sembrava essere l'unico a non essere per niente infastidito da tutto ciò.
Quella settimana il diciassette aveva svolto la temuta verifica di filosofia. Non gli era sembrata del tutto arabo, quindi, odiava ammetterlo, ma questo voleva dire che le ripetizioni di Michael gli erano servite a qualcosa. Ora doveva soltanto aspettare il voto e il giudizio del professor Stanley.
Nel frattempo, aveva fatto del suo meglio per dimenticare Michael Clifford e il suo comportamento che lo aveva tanto ferito. Due giorni dopo quel sabato pomeriggio da dimenticare, dal ritorno di un pomeriggio passato con i suoi amici in centro, Lisa lo aveva informato che Michael era passato una paio di volte a cercarlo, ma lui le aveva risposto molto laconicamente con un "okay, grazie" ed era andato a guardare la tv con i suoi coinquilini. Niente e nessuno avrebbe dovuto rovinargli il suo intento di dimenticare Michael Clifford. Così, si era concentrato interamente sulla scuola, aveva trascorso gran parte del suo tempo con Lorenza e i ragazzi e, doveva dire che, stranamente, alla fine era discretamente riuscito nel suo scopo.
Ora chissà se ce l'avrebbe fatta a non pensare a lui anche per i successivi sette mesi.
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<Uffa! Ho freddo, fame, e voglio tornare a casa!> si lamentò Calum un mercoledì pomeriggio.
Lui, Ashton e Luke erano seduti sull'erba fresca del cortile della St Edmund's, dopo il termine delle lezioni, e stavano aspettando Lorenza per ritornare a casa. Della bionda, però, per il momento sembrava non esserci traccia.
Calum osservò l'ora sul cellulare e poi si sdraiò a pancia in su sul prato. <Basta! Se entro cinque minuti non arriva, io me ne vado a prendere l'autobus.>
<Tranquillo, amico. Eccola lì> lo informò Ashton, ed iniziò a sbracciarsi in direzione della ragazza.
Lei li vide e si avvicinò velocemente verso di loro, con il cappotto blu fornito anche questo dalla scuola sbottonato che lasciava intravedere l'uniforme scolastica.
Quando raggiunse la loro postazione si buttò a terra a peso morto ed incrociò le gambe come una squaw.
<Alla buon ora, Lorenza!> le disse Calum.
<Senti, non iniziare, scozzese!> lo zittì, invece, lei.
Luke notò che alla sua migliore amica sembrava come un po' scomodo stare seduta accanto a loro, e che giocherellava nervosamente con i suoi anelli. <Tutto bene, Lore?> indagò.
<Sì. Tutto bene.>
<Sicura?>
<Sì... Bé, no, veramente, no.>
<É successo qualcosa?> le chiese Ashton.
<Ti sei messa nei guai?> le domandò Calum a sua volta.
Lorenza si mordicchiò il labbro inferiore. <Bé, devo comunicarvi una notizia e non so come la prenderete.>
<Per me ha combinato qualche casino> parlò ancora lo scozzese, ma l'italiana gli lanciò un'occhiata della serie "stai zitto e lasciami parlare".
A quel punto Lorenza posò lo zaino sull'erba e fece un bel respiro. <Dunque... Sono arrivata un po' in ritardo perché poco fa ho, diciamo, incrociato Samantha Brooke nei corridoi. Lei stava parlando della sua stessa forza suppongo, e le stava dicendo che questo weekend avrebbe dato una festa a casa sua e per l'occasione aveva invitato a suonare una band composta da dei ragazzi strafighissimi, dei veri dei greci in versione pop rock, così talentuosi, con delle voci angeliche che ti facevano venire la pelle d'oca appena le sentivi, e che avrebbero fatto invidia ai One Direction. Io le sono passata affianco proprio mentre diceva quest'ultima frase, e, scusatemi, ma non ho proprio resistito a dirgliene quattro.>
<Addio, allora> commentò Ashton. <Cosa le hai detto?>
<Le ho detto di tacere, che non sapeva quello che diceva, e che se andava bene, molto probabilmente lei era una di quelle che ascoltava Justin Bieber - e, per essere, devo aver centrato in pieno perché la scema é arrossita leggermente.> Si fermò un attimo per ridacchiare. <Lei, però, ha insistito, sostenendo che quei suoi divi rockettari avrebbero fatto carriera diventando ancora più famosi dei Coldplay, e io bé, non volevo darle la soddisfazione di aver ragione. Così le ho detto che conoscevo di persona una band che, sicuramente, al cento per cento, era dieci volte meglio della sua, ma la cara Samantha, appena ha sentito chi faceva parte della band, ha pensato bene di sfidarmi.>
<Che genere di sfida?> si incuriosì Luke.
<Mi ha proposto di chiedere a questa band di suonare tra un mese più o meno alla festa per il sedicesimo compleanno di sua cugina, così avrebbe visto e sentito di persona se il mio gruppo fosse stato veramente migliore del suo. Vabbé, sorvolando sul fatto che muore dalla voglia di vedere suonare su un palco i membri di questa band, uno di loro in particolare.>
<E alla fine cosa hai fatto?>
<Alla fine... Io ho accettato.>
Ci fu un attimo di silenzio, mancavano giusto i grilli che cantavano in un campo di aperta campagna in una notte di inizio agosto per completare il tutto.
Poi, Calum sollevò il busto puntellandosi sui gomiti e si rivolse verso Lorenza. <Chi sarebbero i membri di questa band?> le chiese. La domanda che anche Luke ed Ashton si erano posti contemporaneamente, ma che non avevano trovato il coraggio per porgergliela, finché non ci aveva pensato Calum.
La bionda si passò distrattamente una mano tra i capelli e sussurrò qualcosa di incomprensibile.
<Lorenza, chi sono i componenti di questa band?> le ripeté lo scozzese.
<Voi. Siete voi i membri della band. L'ho detto, contenti?>
Altro attimo di silenzio. I ragazzi non ebbero nessuna reazione. Dopo poco, però, Luke ed Ashton la guardarono con un'espressione dapprima stupita e poi terrorizzata, Calum rizzò la schiena e si mise a sedere come i suoi amici, ed iniziarono tutti e tre contemporaneamente a farle domande e a lamentarsi, starnazzando peggio di delle oche impazzite.
<Se siamo contenti?! Ma, Lorenza Rossi, sei forze matta? Ti aspettavi che saremmo stati entusiasti all'idea?!>
<Non siamo una band! Non sappiamo cantare, e non abbiamo nemmeno gli strumenti dietro. E poi non credo che sappiamo suonare alla perfezione. Almeno, io no.>
<Sì, Ash ha ragione, Lore. Io so strimpellare discretamente la chitarra, ma niente di più.>
<Hai fatto tutto da sola, senza chiederci il permesso. Hai finto che noi fossimo una vera band, quando non abbiamo mai suonato insieme. Cosa suoniamo, poi? Ci mettiamo a scrivere canzoni così, da un momento all'altro, in circa trenta giorni? E non mi guardare così, perché sono arrabbiato, accidenti!>
<Ci saranno un mucchio di persone, e io sono troppo timido per stare su un palco!>
<Per non parlare di quante ragazze saranno lì a guardarci. Io non riuscirei nemmeno a tenere in mano le bacchette, figuriamoci a suonare!>
<É assurdo! Una band. Ma ti rendi conto?>
<Basta!!> urlò a quel punto la ragazza per farli zittire. <Calma! Non urlate. Avete ragione, scusate. É colpa mia, e su questo non ci piove. Ho inventato tutto, ho preso una decisione affrettata e vi ho tirato in ballo in una faccenda dove non c'entrate assolutamente. Voi non siete una band, però siete le prime persone che mi siete venute in mente e che sanno suonare uno strumento. Comunque non vi preoccupate, io ho iniziato tutto e sarà compito mio trovare una soluzione. Domani andrò da quella perfettina e le dirò che siete già impegnati per quel giorno, oppure mi inventerò qualcos'altro, ma voi non suonerete alla festa di sua cugina.>
I ragazzi tirarono subito un sospiro di sollievo, sentendosi liberi dal terrore che li aveva assaliti.
<Bene, possiamo tornare a casa> propose allora Ashton, alzandosi da terra.
Raggiunsero la fermata dell'autobus piuttosto in silenzio. Poi, Lorenza se ne uscì con la frase: <Peccato, però. Avreste potuto essere una perfetta band punk rock.>
Calum ridacchiò sarcasticamente. <Certo, come no! Più famosi dei One Direction.>
<Bé, cosa ne sai? Magari i ragazzi un giorno avrebbero potuto ascoltarvi e magari vi avrebbero proposto di aprire i loro concerti.>
<Nah. Impossibile.>
Intanto, però, sia lui che Ashton e Luke stavano pensando alla stessa frase: una perfetta band punk rock.
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Durante il tragitto verso casa i ragazzi non avevano fatto altro se non riflettere ripetutamente sulle parole di Lorenza. Lo stesso avevano fatto anche mentre terminavano i compiti per l'indomani, durante la cena, e subito dopo.
Se quel pomeriggio si erano sentiti tanto sollevati quando la loro amica aveva detto che avrebbe trovato una scusa con Samantha, ora si sentivano leggermente tristi, come quando non si vuole fare qualcosa perché non si ha la voglia ma poi ci si pente e si rimane male per non averla svolta.
E se, alla fine, avessero tentato a formare quella band?
Dovevano assolutamente parlarne tra di loro. Così, senza nemmeno farlo apposta, Luke, Calum ed Ashton, ciascuno per sua iniziativa, scesero giù al piano di sotto e si ritrovarono tutti e tre in salotto.
<Dobbiamo parlare> esclamarono all'unisono. Si scambiarono un'occhiata, prima di scoppiare a ridere.
<Ragazzi, non so voi, ma io vorrei parlarvi di questa band> parlò poi Luke per primo.
<Ehi, anche io voglio discutere sulla trovata di quella svampita di Lorenza> disse Calum.
Ashton annuì. <Bé, é anche la mia intenzione.>
Luke si sorprese. <Oh, davvero? Fantastico! E io che pensavo di essere l'unico a voler ritornarci sopra.>
<Bé, sì, l'argomento é lo stesso, però non so se la pensate come me> fece notare l'americano.
<Io propongo di accomodarci sul divano davanti ad un bicchiere di succo d'uva> suggerì, invece, Calum.
Circa una mezz'ora dopo erano ancore lì, seduti in circolo sul tappeto persiano del salotto, riscaldati dal tepore che emanava il caminetto.
<Allora, ho appena finito di parlare con la base> li informò Calum, riattaccando al cellulare. <Per i miei non ci sono problemi, cercano di spedirmi tutto già da domani.>
<Perfetto> esclamò Luke. <Io ed Ash siamo già a posto, invece. Allora... La decisione é questa?>
<Direi proprio di sì> risposero gli altri.
<Ne siamo sicuri al cento per cento?>
<Al cento per cento.>
<Nessun ripensamento, e soprattutto nessun rimpianto, o frasi della serie "l'avevo detto io che era meglio non fare niente..." Dobbiamo prendere la cosa abbastanza seriamente. Okay?>
<Affermativo!>
<Ottimo, ragazzi. Allora, non ci resta altro che comunicarlo ad una persona.>
Si alzarono quindi con la velocità di un razzo e si fiondarono verso la camera di Lorenza, dove, un volta davanti alla porta, iniziarono a bussare e a chiamarla a gran voce.
<Ragazzi, perché state facendo tutto questo caos?> domandò loro Lisa, affacciandosi dalla cucina.
<Stiamo cercando Lorenza> le rispose Ashton per tutti.
<L'ho vista andare in bagno, circa un quarto d'ora fa, mi sembra.>
I tre allora si spostarono davanti alla porta accanto a quella della toilette a continuare la loro scenetta, urlando cose del tipo: "Lorenza, vieni fuori! Per favore, é importante! Lorenza!".
Dopo un paio di minuti, l'italiana aprì la porta, presentandosi con una spazzola in una mano e i capelli biondi avvolti in un asciugamano color indaco. <Si può sapere quale sarebbe il motivo così urgente che non potete nemmeno aspettare di dirmelo quando esco da qui?!>
<Eccome!> le disse Calum. <Non dovrai più inventare alcuna scusa con quella gnocca di Samantha Brooke.>
Lorenza sorvolò per una volta sul "gnocca". <Uhm... Perché?>
Attimo di pausa. Respiro profondo. Al tre, tutti insieme. <Perché noi formeremo quella band!>
Silenzio. A quell'informazione, Lorenza spalancò bene gli occhi per lo stupore, poi guardò attentamente i tre ragazzi di fronte a lei. <Avete bevuto qualcosa?> domandò.
<No, siamo assolutamente sobri!> rispose Ashton con un po' troppo entusiasmo, le labbra distese in un largo sorriso che rivelava delle tenere fossette sulle guance.
La bionda, però, sbuffò, e si rivolse verso Calum. <Calum, ti ho detto venti volte di non fare bere a Lukey e ad Ash quel tuo dannato succo d'uva. Secondo me ha un effetto alcolico lo stesso.>
<No, Lore, non siamo ubriachi. Stiamo dicendo sul serio> intervenne Luke. <Abbiamo parlato tra di noi, e abbiamo pensato che, tutto sommato, non é una così brutta idea. Sarà divertente, e sarà un'esperienza in più da raccontare.>
<Abbiamo già contattato i nostri genitori e hanno detto che ci spediranno gli strumenti il più in fretta possibile> aggiunse Ashton.
<Per quanto riguarda cosa suoneremo, su questo argomento siamo ancora un po' indecisi. Non sappiamo se sia meglio allenarci a suonare delle cover, o provare a scrivere delle canzoni tutte nostre, anche se credo che quest'ultimo punto non sarà molto facile, soprattutto farlo così senza averlo mai fatto prima. Però decideremo tra breve, non ti preoccupare> concluse Calum.
Lorenza era ancora un po' stordita. <Porca zozza, sono rimasta senza parole. Oggi pomeriggio mi avete urlato contro di tutto, dicendo che vi vergognavate a stare su un palco di fronte a tante persone e via dicendo, ed ora tutto ad un tratto siete diventati dei leoni e vi é venuta voglia di formare questa band. Guardate che non dovete mettervi veramente a suonare a quella festa solo per farmi un favore, io non ho nessun problema ad andare da Miss Mondo e dirle che non si fa più niente.>
Luke scosse la testa. <Tranquilla, non si tratta di fare un favore qui. Vogliamo sul serio formare questa band e suonare insieme.>
<Ma...Come farete se non lo avete mai fatto?>
<Bé, abbiamo un mese di tempo, faremo del nostro meglio per allenarci> disse sempre l'australiano, fiducioso. <Perché non sei contenta, però? Avevi detto che sarebbe stata una bella idea.>
Lorenza questa volta allargò le labbra in uno dei suoi soliti sorrisi. <Tutt'altro, eccome se sono contenta. Solo che mi avete presa un po' alla sprovvista, non me l'aspettavo. Sarete una perfetta rock band, ve lo assicuro, e io ovviamente vi darò una mano. Contate pure su di me!>
I ragazzi, a quel punto, tirarono un urlo di esultanza scambiandosi un cinque con le mani, mentre Lorenza saltellò come un canguro intorno ai suoi amici ridendo e lanciando gridolini di felicità (detto con molta sincerità, un po' anche perché così non sarebbe dovuta andare da quella carissima ragazza di Samantha Brooke inventando una scusa, e lasciarla quindi parlare trionfante della sua band, il che la seccava veramente e non poco).
Erano nel bel mezzo della loro gioia quando sentirono un colpetto di tosse, e si voltarono alla loro sinistra.
<Potrei sapere anche io il motivo di tutta questa vostra euforia?> domandò loro Lisa appoggiata allo stipite della porta della cucina con le braccia incrociate, non riuscendo comunque a trattenere un sorriso.
<I ragazzi formeranno una band!> la informò Lorenza a nome di tutti.
<Oh, che bello! Non sapevo, però, che suonaste uno strumento. E da dove é nata tutta questa voglia di dedicarvi insieme alla musica?>
Luke e gli altri le fecero più o meno il riassunto della situazione, però modificandola un po' tralasciando il fatto che avrebbero dovuto esibirsi alla festa della cugina di Samantha solo grazie allo zampino di Lorenza.
<Bé, trovo che sia un'ottima idea, ragazzi> disse poi la donna con molta sincerità.
<Già, sono d'accordo con te Lisa> concordò l'unica ragazza del gruppo. <Sempre restando sulla band, però, penso che dovreste cercare di vedere tutto sì come uno svago e un divertimento, ma anche come un impegno da prendere con serietà, quindi sarebbe meglio se iniziassimo a programmare qualcosa il più presto possibile.>
<É arrivata la maestrina Lorenza> mugolò Calum scherzosamente.
<Purtroppo mi tocca farlo certe volte perché non mi sembra che tutti sappiano essere sempre seri e responsabili.>
<Potremmo evitare di iniziare una discussione anche ora che siamo tutti molto allegri e di buon umore?> intervenne, invece, Ashton, nella speranza che Calum o Lorenza tenessero la bocca chiusa per evitare che scoppiasse l'ennesimo battibecco.
Per fortuna preferirono entrambi seguire il consiglio del loro amico.
<Dunque, riguardo al discorso di prima, potremmo fare già da domani, o se proprio ne avete voglia anche già da adesso> propose l'italiana.
Luke, Ashton e Calum si guardarono un attimo, e furono poi tutti d'accordo per iniziare subito da quella sera.
<Perfetto! All'opera, allora! Prevedo che ci divertiremo un sacco in questo mese!>
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SPAZIO AUTRICE
Ciao, people! Dopo due settimane sono finalmente riuscita a pubblicare questo capitolo, EVVIVA!!!!!!!!!!!
Lorenza ne combina una delle sue (ma la lingua non può cucirsela una buona volta questa ragazza?! Ahahah), i ragazzi all'inizio non sono entusiasti ma poi, come vediamo, alla fine cambiano idea. E ora?? Cosa succederà con questa band??
Ah, una cosa: il nostro caro Michael non si vedrà per almeno tre capitoli, lo rivedremo poi quando... Quando riuscirà a parlare con Luke? Speriamo di sì!!
Ora scappo a studiare arte!! 😱😱😱 Se il capitolo vi piace mettete votini e fatemelo sapere nei commenti, mi fa sempre piacere sapere se la storia vi piace! Un enorme GRAZIE a tutti voi che seguite la storia perché ho quasi raggiunto 4K di visualizzazioni. Vi voglio bene!!! ❤️
Ultima cosa: se non lo avete ancora fatto, passate a leggere la mia traduzione Muke, "Luke and the boy next door", e anche lì fatemi sapere se vi piace con un voto e un commento. É una storia molto bella, me lo assicuro!!
Ciao, people! A presto! ❤️
-Instagram: RunawayMarty
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Solo Per Te (Muke)
FanfictionLuke é un diciassettenne timido ed insicuro. La sua vita incerta trascorre senza molti amici per lo più rintanata tra le quattro mura della sua camera, a leggere classici e a studiare. Poi, ecco l'occasione della sua vita: un soggiorno studio a Cant...