TREDICI

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Due settimane sono il tempo esatto per cui, ad esempio, un giorno ci sia il sole, due giorni piova, uno sia nuvolo, un'altro giorno ci sia di nuovo il sole, poi cinque giorni di pioggia, ed infine di nuovo il sole.
Due settimane sono il tempo esatto per cui qualche giorno prima era ancora estate, e invece tra poco più di quarantotto ore sarà autunno, e si ritornerà tra i banchi di scuola.
Erano passate due settimane da quando Luke aveva incontrato Michael al Warman's Music, e da allora non lo aveva più rivisto.
Si era affacciato parecchie volte alla finestra della sua camera nella speranza di scorgerlo mentre prendeva la macchina o mentre era anche lui alla finestra, oppure aveva sognato di incontrarlo di nuovo per strada, ma niente.
Nel frattempo, sempre in quei quattordici giorni, erano successe un mucchio di cose. Lisa aveva continuato a non andare d'accordo con il vicino di casa, quel Thomas Boone; Luke e i ragazzi avevano fatto un'altra serie di uscite indimenticabili come quel fantastico venerdì, avevano scherzato e riso e si erano divertiti come pazzi, e soprattutto la loro amicizia era cresciuta ogni giorno sempre di più, rendendo felici tutti, ma in particolare Luke.
E poi era iniziata la scuola. Lunedì 12 settembre: Luke l'aveva cerchiato con il pennarello rosso sul calendario, come se fosse stato un compleanno o una data importante da ricordare.
Non era mai stato tanto entusiasta nel ritornare sui banchi di scuola dopo le vacanze, e in generale nello svegliarsi la mattina presto per recarsi tra quelle quattro mura. I suoi compagni di corso erano in buona parte antipatici ed invidiosi e lo prendevano spesso in giro, mentre i suoi insegnanti lo vedevano di buon occhio e lo premiavano per i suoi ottimi risultati, facendo aumentare ancora di più l'invidia degli altri ragazzi, così lui alla fine andava a scuola con l'idea fissa in testa di recarsi quasi in un luogo di tortura, da dove non vedeva l'ora di evadere per ritornare nell'ambiente familiare e confortevole della sua camera.
Questa volta, invece, era così impaziente di iniziare il suo semestre nella St Edmund's School. Non vedeva proprio l'ora di attraversare quell'immensa distesa di prato verde davanti alla scuola, indossando la nuova divisa, con lo zaino sulle spalle e qualche libro in mano, chiacchierando allegramente con Lorenza, Calum ed Ashton.
<Ma come fai ad essere così pimpante alle sette del mattino, Lukey?> gli aveva chiesto l'italiana al secondo giorno di scuola, mentre faceva colazione ancora mezza assonnata.
Per lei era sempre un trauma alzarsi la mattina presto. Di sera non aveva mai sonno, e poi lo risentiva alle 6.30, quando veniva a svegliarla la cosiddetta "sveglia umana", ovvero sua mamma. Inoltre, era sempre, perennemente, di corsa, e sua madre le ricordava sempre che <Lorenza, devi andare a letto prima>, o <Dai che perdi l'autobus, se no, sbrigati!> oppure <Datti una mossa a mangiare>, e anche <Non metterci due ore a truccarti, tanto non vai ad una sfilata di moda>.
<Io so solo che mi mancheranno i giorni in cui mi alzavo alle nove di mattina> aveva detto, invece, Calum, tra uno sbadiglio e l'altro.
<Sabato e domenica potrai dormire quanto vorrai> aveva cercato di consolarlo Luke, ma lo scozzese aveva scosso la testa e aveva bevuto un sorso di caffè nella speranza di svegliarsi un po'.
Ashton, poi, di mattina era ancora così addormentato che nemmeno con gli occhiali vedeva dove andare, e per di più non ascoltava neanche cosa dicevano gli altri.
Accidenti, erano proprio intrattabili di mattina presto.
Luke, tutto sommato, aveva sorriso. Magari anche lui nel giro di qualche mese o di qualche giorno sarebbe ritornato come loro, o magari no, chi lo sapeva. Tutto dipendeva da come si sarebbe trovato a scuola.
Alla fine il giovane australiano aveva confermato la buona impressione che gli aveva dato la St Edmund's School durante quel lunedì pomeriggio di fine agosto.
Aveva conosciuto tutti i suoi nuovi insegnanti e gli erano sembrati ottimi e ben preparati, l'ambiente pareva accogliente e familiare, aveva scoperto di seguire tutti i corsi insieme ai suoi coinquilini tranne fisica e filosofia, e poi gli studenti gli erano parsi come gente seria e studiosa. Chissà se era soltanto l'effetto della divisa scolastica... Che, per la cronaca, gli piaceva molto e gli calzava perfettamente a pennello: pantaloni grigi, camicia bianca, giacca blu, cravatta rossa e scarpe nere in pelle. Anche ad Ashton e a Calum stava parecchio bene, mentre per Lorenza sarebbe stata perfetta se solo non avesse dovuto indossare quella gonna viola, le calze a maglia e delle scarpe che non erano un paio di Dr Martens.
Quel giorno era già il terzo della prima settimana alla St Edmund's.
Luke aveva appena finito di seguire la lezione di filosofia tenuta dal professor Stanley, un tipo magrolino, con la testa piccola e occhialetti rotondi. Era già la seconda volta che assisteva alla spiegazione di quella materia, eppure si stava già pentendo di averla scelta tra quelle che avrebbe dovuto studiare in quel semestre. Era troppo complicata, troppo astratta, troppo lontana dal mondo moderno.
In quel momento stava camminando verso l'aula di matematica - meno male, una materia che adorava! -, piuttosto inosservato tra la miriade di studenti, quando notò una ragazza alta e ben formosa ancheggiare verso di lui nella sua uniforme.
Gli sembrava di averla già vista in giro per la scuola, o forse frequentavano qualche stesso corso. Aveva dei capelli mossi e lunghissimi, che le arrivavano fin sopra al seno, neri e lucentissimi, e due occhi marroni da cerbiatta che risaltavano enormemente sul suo incarnato leggermente abbronzato.
Bastava darle una sola occhiata per capire che tutto in lei sapeva di ricchezza e puzza sotto il naso.
<Ciao> lo salutò lei con voce mielosa, muovendo le labbra rosa di lucida labbra in modo sensuale.
Luke le rivolse un sorrisino impacciato.
<Sei nuovo della St Edmund's? Non ti ho mai visto prima.>
<Ehm...sì> rispose il ragazzo.
<Ti sei trasferito qui a Canterbury?>
<Non proprio. Sono qui in soggiorno studio, seguirò solo un semestre.>
<Parli inglese, però hai un accento particolare. Da dove vieni?>
<Australia.>
Lei si illuminò all'istante. <Stupenda l'Australia. Lì sì che i ragazzi sono un vero schianto, sempre abbronzati, anche a Natale.>
"Bé, effettivamente in quel periodo da noi é estate, quindi..." pensò Luke.
<Io, comunque, sono Samantha Brooke> continuò la ragazza.
<Luke Hemmings.>
<Wow, che nel nome che hai. Proprio come i tuoi occhi. Sono davvero incantevoli, sai?>
Accidenti, nessuna ragazza aveva mai, e bisognava sottolineare MAI, flirtato così spudoratamente con Luke, infatti lui non sapeva bene come comportarsi. Samantha era una bella ragazza, solo uno stupido non lo avrebbe pensato, però, ecco, forse non era il suo genere.
<Bé, grazie> le disse il diciassettenne.
<Figurati. É un piacere per me fare complimenti ad un bel ragazzo come te. Che lezione hai ora?>
<Matematica.>
<Oh, che peccato. Io ho storia, adesso.> Qualche secondo dopo gli si avvicinò un po' di più, e gli accarezzò sfacciatamente il braccio. <Senti, ti va se ci vediamo oggi pomeriggio dopo la scuola, o questa sera?>
"Cosa?! Ho sentito bene?!" si chiese l'australiano. "E ora cosa faccio? Pensa, Luke, pensa. Cosa potrei dirle?"
Samantha era ancora lì che lo toccava con i suoi tentacoli da piovra e nel frattempo si arrotolava alcune ciocche di capelli ben pettinati attorno all'indice, sbattendo contemporaneamente le ciglia perfettamente allungate dal mascara, mentre lui continuava a non sapere cosa risponderle, quando fortunatamente sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla e vide accanto a lui una piccola figura femminile dai capelli biondi.
<Oggi pomeriggio? Uhm...fammi pensare. No, ha già degli impegni più importanti il nostro Luke> intervenne prontamente Lorenza.
Samantha la guardò strabiliata. <E tu chi saresti? E, soprattutto, da dove salti fuori e come ti sei permessa di intrometterti?>
<Ti rispondo subito. Io sono Lorenza Rossi, coinquilina di Luke nonché sua amica. Mi sono intromessa perché, accidenti, le capto subito le oche come te, sento il vostro odore nell'aria. E poi non vi sopporto proprio, specialmente quando cercate di provarci con miei amici.>
L'alta ragazza di fronte a lei divenne parecchio scura in volto. Lorenza, al contrario, non batté ciglio.
<Chi diavolo ti da il diritto di parlarmi così? Non te l'hanno insegnata la buona educazione? Lauren... Lorella... Come accidenti ti chiami? Di che nazionalità sei?>
<Ehi, quante domande in una sola volta! Certo che mi hanno insegnato la buona educazione, e sicuramente mi hanno insegnato ad avere più dignità di te, cara. Invece, il mio nome é Lorenza, L-O-R-E-N-Z-A, e sono italiana.>
<E sai parlare così l'inglese?> le chiese sorpresa Samantha.
<Così bene, intendi? Bé, lo studio sin dalla prima elementare, e se ti può interessare non ho mai preso un voto inferiore al 9. Mi hanno detto più di una volta che "sono su un gradino superiore agli altri" e che "sembro una madrelingua". Tutto sommato, mi sa che so parlarlo meglio di te... Samantha Brooke, vero?>
La ragazza dai capelli corvini annuì.
<Un nome che si addice perfettamente alla tua immagine.> Poi l'italiana fece un'espressione come se si fosse ricordata di qualcosa di veramente importante. <Ops, che stupida. Io me ne sto qui a parlare, quando invece devo correre a lezione. Ciao, Miss Mondo! Prova a rimorchiare qualcun altro.>
Detto questo Lorenza afferrò la mano di Luke e, prima ancora che lui se ne rendesse conto, si ritrovarono in un battito di ciglia nell'aula di matematica.
Presero posto in due banchi vicini, nelle file centrali.
<Lore, era il caso di essere così pungente?> le domandò il ragazzo.
Lei, nel frattempo, prese dalla cartella un quaderno e l'astuccio. <Lo so, Lukey, forse sono stata un po' troppo scorbutica, ma quando vedo delle persone come lei non capisco più niente. Santi Numi, ma hai visto come ci stava provando con te?! Quanto mi sta già  antipatica!>
<Ma non la conosci nemmeno.>
<Questo é vero, però mi sa tanto di gatta morta, glielo si legge in faccia.>
Intanto arrivarono anche Calum ed Ashton, e si sedettero davanti a loro due.
<Luke! Dimmi che é vero quello che ho visto!> esordì lo scozzese, tutto su di giri. <Stavi parlando con Samantha Brooke poco fa, in corridoio?>
"Oh, perfetto. Mi avrà visto tutta la scuola, praticamente" ipotizzò Luke.
<Sì, ero io, ma diciamo che era più lei quella che stava intavolando una conversazione.>
<Ma é grandioso! Lei é forse la ragazza più bella di tutta la scuola!>
Ashton sorrise divertito. <Calum doveva andare in bagno prima di entrare di classe, quando ti ha intravisto in compagnia di quella ragazza. Stentava a crederci.>
<Eccome! Non sapevo se eri tu o no, e poi... Wow! Era Samantha Brooke!> Calum continuava a dimenarsi sulla sedia, non riusciva proprio a contenersi. <Dimmi: ti ha chiesto di uscire?>
Luke abbassò lo sguardo sul banco. <Ehm... Sì, ma...>
<Ma?> lo incalzò il ragazzo dagli occhi color cioccolato.
"E come glielo dico, ora? Non voglio che dia la colpa a Lorenza."
Accidenti, quella situazione iniziava ad essere un po' scomoda.
Nel mentre Calum capì. <Lorenza, dimmi che non hai fatto quello che sto pensando> si rivolse quindi all'italiana.
Lei lo fulminò con lo sguardo. <Senti, scozzese, non venire a dirmi niente. L'ho fatto solo perché quella ragazza é un'arpia, e non é per niente adatta per Lukey. Si vede lontano un miglio che é l'inglesina tutta carina e perfettina, però in realtà é anche una grandissima tr...>
<Lorenza!> intervennero prontamente Luke ed Ashton.
<Okay, va bene, non lo dico. Comunque, é la verità.>
<Per me sei solo invidiosa> la provocò Calum.
Lei gli rivolse un sorrisetto eloquente. <Certo, anche a me piacerebbe molto portarmi a letto un ragazzo diverso ogni sera, soprattutto i nuovi arrivati a scuola.> Sbatté esageratamente le ciglia nel tentativo di prendere in giro Samantha.
Ashton ridacchiò, mentre Calum aprì la bocca per risponderle, solo che in quel momento entrò la professoressa di matematica e dovette richiuderla.
Dieci minuti dopo, la prof stava spiegando e in classe non volava una mosca. Le disequazioni di secondo grado: Luke le avrebbe sapute fare persino ad occhi chiusi,
perciò si concesse due minuti di distrazione.
Guardò prima Ashton, concentrato a ragionare su un esercizio, mordicchiando nel frattempo il tappo della penna, poi Calum, che lottava per capirci qualcosa tra i numeri e le lettere, e infine Lorenza, intenta a risolvere anche lei un esercizio e facendo i conti con le dita, con indosso quei suoi enormi occhiali da vista.
Calum era sembrato così contento per lui quando aveva saputo che stava parlando con Samantha Brooke; Lorenza, invece, aveva reagito esattamente al contrario. Ashton non aveva nemmeno espresso la propria opinione.
E lui?
Bé, non gli era dispiaciuto che una bella ragazza come Samantha lo avesse notato, quindi questo voleva dire che nel suo piccolo le femmine gli piacevano ancora.
Allo stesso tempo, però, ad una prima impressione, Samantha gli era sembrata un po' troppo maliziosa e sicura di sé per lui, come pensava anche Lorenza.
E poi, tutto sommato, c'era un particolare che non avrebbe mai potuto cambiare: Samantha non aveva gli occhi verdi.
Quegli occhi stupendi che, invece, aveva Michael.
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SPAZIO AUTRICE
Ciao, people!!! Come state??! Finalmente sono iniziate le vacanze di Natale!! Che bello, non vedevo l'ora, mi serviva proprio un po' di pausa dopo un bel po' di verifiche ahah lol
Dunque... Questo capitolo é un po' più corto rispetto agli altri, e non succede niente di particolarmente accattivante. Però, come avevo già accennato, se qualcuno si ricorda,  compare un personaggio che io proprio non sopporto (nemmeno nella realtà lol) ma che a modo suo servirà per fare mettere insieme Luke e Michael.
Di chi sto parlando? Ma di Samantha Brooke, che, per chi non avesse capito, ha il volto di... Arzaylea.
Ahhhhhhhhhh Arzacomediavolosichiama (come la chiamo io ahahaha)
Ero quasi tentata dal mettere una sua foto ad inizio capitolo, ma alla fine ho deciso che era meglio mettere una foto della grande Lorenza (per la gioia di Federica, vero?Ahah) Arzacomediavolosichiama, ehm, cioè, Samantha ci prova spudoratamente con un Luke altamente impacciato e che, poverino, non sa come comportarsi in quella situazione, però intervengono prontamente Lorenza e la sua lingua che taglia e cuce ahahah Lorenza sassy é la migliore!!! ❤️
Vi anticipo già che nel prossimo capitolo ci saranno i Muke, contente?
Altra cosa: oggi che giorno é? Mercoledì 23 dicembre, elementare. Oggi sono iniziate le vacanze di Natale, é l'antivigilia di Natale, domani sarà anche il compleanno di Louis dei One Direction... Ma é anche un altro giorno. Eh si. Ve lo dico io che giorno é.
É ANCHE IL MIO COMPLEANNO!!!!!!! ahahahahahahahah Ebbene sì, il 23 dicembre di diciassette anni fa nasceva questa stupida, e i suoi genitori, poveretti, erano ancora ignari che un giorno sarebbe diventata una lettrice accanita di romanzi/ scrittrice/ stalker di band ahahaha lol
Bé, niente people. Volevo aggiornare oggi per farmi un po' una specie di regalo da sola ahah Mia mamma mi ha fatto una sorpresa, e mi ha detto che mi ha fatto fare una bellissima torta che mi piacerà sicuramente lol sarà qualcosa in tema 5sos, me lo sento ahah❤️ E mi sa che non la taglierò nemmeno, perché sarà troppo bella per mangiarla.
Vabbe, ora scappo, perché devo finire di preparare per la mia festa di oggi pomeriggio lol
Se il capitolo vi piace, vi prego, mettete votini e commentate. Mi fa piacere ed é molto importante per me sapere se la storia vi piace.
Ciao, people! A presto! ❤️
P.s: ancora grazie a Federica, alias PunckRockLife, che mi ha dedicato un capitolo di What I Like About You per il mio compleanno. I love you girl ❤️

Solo Per Te (Muke)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora