[Quando i ragazzi sono sul double ducker, vi consiglio di leggere ascoltando "Happily" dei One Direction lol]
Venerdì mattina Luke si svegliò un'ora prima del solito, illuminato da alcuni raggi di sole che filtravano attraverso uno spiraglio della finestra.
Quando scese al piano di sotto non sentì il consueto vociare mattutino dei suoi tre coinquilini, e in cucina trovò soltanto Lisa, intenta a togliere dalla lavatrice i panni da stendere.
<Buongiorno, Luke. Dormito bene?> lo salutò la donna appena lo vide entrare nella stanza.
<Magnificamente.> In effetti, quella era la prima dopo due notti in cui era riuscito a dormire per otto ore filate.
<I ragazzi sono tutti e tre in camera di Lorenza. Si sono chiusi lì dentro circa un'ora fa. Hanno detto che dovevano organizzare una cosa piuttosto segreta, e che non volevano essere disturbati finché non avevano finito.>
A quel punto Lisa uscì sul giardino sul retro con la cesta con i panni da stendere, e Luke rimase da solo in cucina a preparasi la colazione.
"Cosa ci sarà mai di così segreto?" si chiese poi il diciassettenne di fronte ad una tazza fumante di caffè appena pronto.
Forse Lorenza e gli altri gli stavano preparando una sorpresa, oppure la stavano progettando per qualcun altro e volevano che lui ne restasse fuori.
Volevano escluderlo come avevano sempre fatto tutti.
Magari stavano pensando ad uno scherzo da fargli, ma non un scherzetto innocente, tra amici.
Lorenza poteva aver confidato a Calum e ad Ashton quello che forse aveva potuto dedurre l'altra mattina con una sola occhiata, se aveva capito qualcosa. Magari adesso tutti e tre stavano pensando che lui fosse gay e che avesse una cotta per Michael Clifford, e dunque potevano essersi chiusi in quella stanza per costruire un piano perfetto per poterlo deridere e umiliare.
Poteva essere così, anche loro alla fine si sarebbero rivelati degli esatti stronzi, come tutte le persone che Luke aveva incontrato in precedenza. Probabilmente volevano fargli un dispetto siccome pensavano che fosse omosessuale, ma lui non lo era affatto.
Be', effettivamente era attratto dal suo giovane vicino di casa, e questo complicava non poco le cose, però non sentiva per questo di esserlo diventato tutto d'un tratto.
Per una buona mezz'ora Luke continuò ad arrovellarsi con quelle supposizioni, sperando con una parte del suo cuore di starsi sbagliando, e intanto ingannò il tempo finendo con calma la colazione, chiacchierando un po' con Lisa, e guardando in tv una puntata di un telefilm americano demenziale.
Alle 9.10 iniziò a spazientirsi, visto che i suoi tre coinquilini non si decidevano ad uscire dalla stanza dell'italiana, allora decise di andare a far loro una visita, tanto per far sapere loro che era vivo e per vedere le loro belle facce da traditori, se davvero stavano progettando un piano malefico alle sue spalle.
Si avvicinò cautamente alla porta della stanza della sua coinquilina e bussò non molto forte ma deciso, aspettando una riposta.
<Siamo vivi, Lisa! Abbiamo quasi finito, non ti preoccupare> urlò Lorenza dall'interno.
<Sono Luke> ripose, invece, l'australiano. <Se non si può entrare tolgo il disturbo.>
<Ciao, Lukey! Certo che puoi unirti a noi! Aspetta solo un secondo, però.>
Si sentì un bisbigliare di cui Luke non riuscì a carpirne alcuna parola, poi una veloce corsetta e un "ahia" soffocato di Calum.
<Entra pure, Lukey!> gli urlò allora la ragazza, sempre con il suo solito tono amichevole.
Luke aprì la porta, preparandosi mentalmente a quello che sarebbe potuto succedere da lì a poco, quando improvvisamente si trovò davanti il volto sorridente di un ragazzo sui vent'anni, con un paio di occhi verdi pari a due smeraldi e i capelli castani lunghi e ricci. Subito, ad un primo impatto, si spaventò per quell'inaspettata visione, e andò a sbattere contro lo stipite della porta, chiedendosi dove aveva visto in precedenza quel volto non sconosciuto.
Lorenza gli venne prontamente incontro. <Tranquillo, niente panico. É soltanto il mio ragazzo ideale.>
<Lorenza, l'avevo detto io che quella sagoma di Harry Styles prima o poi avrebbe spaventato qualcuno> disse invece Calum, seduto sul letto accanto a quello dell'italiana.
Lei fece finta di non averlo sentito, e appoggiò meglio accanto all'armadio la figura in cartone di dimensioni umane del cantante dei One Direction, mentre Ashton rivolse a Luke un saluto con la mano.
<Cosa stavate facendo di così segreto?> domandò a quel punto l'australiano.
Intanto si guardò bene attorno.
Abitava in casa Morgan da quasi una settimana e aveva già messo piede almeno quattro volte in camera di Ashton e Calum, con ogni cosa messa al proprio posto dalla parte dell'americano e con un caos allucinante dalla parte dello scozzese, ma in quel momento si accorse di non essere mai entrato in camera di Lorenza.
Era la camera degli ospiti, una stanza abbastanza piccola ed intima, con un armadietto in legno addossato alla parete, uno specchio, due letti singoli, e una finestra che dava sul giardino sulla strada. Tutte le pareti erano ricoperte da decine di poster colorati raffiguranti i One Direction. Alcuni ritraevano i cinque ragazzi inglesi all'età del loro esordio, in altri dovevano avere più o meno l'età attuale, uno era l'immagine usata per la pubblicità di un loro profumo, e uno gigantesco sopra la testiera del letto di Lorenza mostrava una suggestiva coreografia di luci e colori sugli spalti di uno stadio, probabilmente durante un loro concerto.
Accanto a quest'ultimo poster, però, c'era anche un'enorme cornice che conteneva al suo interno un collage con un sacco di foto, per lo più ritraenti Lorenza in diverse occasioni: allo stadio con una maglietta blu-bianca-rosso-nera (probabilmente i colori della sua squadra del cuore), mentre spegneva le candeline per il suo sedicesimo compleanno, di fronte al duomo di Milano con i suoi genitori, sopra ad una Vespa sorridendo all'obiettivo con i pollici alzati...
La maggior parte però la mostravano insieme ad una ragazza che avrà avuto la sua età, dai lineamenti dolci ed eleganti, e alcune anche in compagnia di un'altra ragazza, forse leggermente più grande di lei.
<Stavamo progettando un piano perfetto per riuscire ad umiliarti come si deve> gli rispose Calum, scoppiando in una finta risata malvagia.
"É esattamente come sospettavo" pensò l'australiano. "E sono talmente scemi da dirmelo anche."
Luke incrociò le braccia al petto. <Davvero vi siete scomodati per preparami un bel tranello?>
<Eccome> disse Lorenza. <Non hai scampo con noi, Luke Hemmings. Siamo tre ragazzi molto cattivi, e te ne faremo passare di tutti i colori, tanto che te ne ricorderai perfettamente per il resto dei tuoi giorni.>
"Questo lo dici tu, stronza."
Luke sentiva come un enorme macigno sul petto, gli occhi gli pizzicavano e dovette mordersi forte l'interno della guancia per non lasciare scorrere le lacrime.
Era troppo bello aver trovato degli amici, troppo insolito, troppo poco realistico.
Ecco che ora anche loro si scoprivano per quello che erano in realtà, dei falsi opportunisti.
Questa volta Luke si sentì così ferito nel suo orgoglio, ma proprio tanto, che percepì una certa voglia di farsi valere.
<E sentiamo: cosa avreste intenzione di propormi? Mi condurrete in una campagna sperduta e mi chiuderete dentro ad un casolare senza luce né aria, oppure mi catapulterete dentro ad un cassonetto della spazzatura e lo spingerete giù per una via in discesa?>
Calum spalancò gli occhi. <Però, interessanti. Comunque, il nostro piano é molto lontano da tutto ciò.>
<Siete molto originali, allora. O magari no. Forse alla fine volete semplicemente deridermi con le vostre parole, false, crudeli, ma pesanti come macigni da sopportare.>
Ashton, seduto sul letto di Lorenza, lo guardò un attimo confuso, mentre Calum era sul punto di rispondergli qualcosa, ma Lorenza lo zittì con un gesto della mano.
<Aspetta, Lukey> intervenne quindi l'italiana. <Noi stavamo scherzando. Non abbiamo intenzione di prenderti in giro, non potremmo mai fare niente del genere.>
Luke fece un sorrisetto amaro. <Dicono tutti così, però. Poi quando arriva il momento in cui credi di poterti fidare veramente, ecco che ti pugnalano alle spalle. É ovvio.>
A quel punto Ashton scosse la testa. <Luke, te lo ripeto: noi non vogliamo illuderti dell'amicizia che potrà nascere tra di noi, non volgiamo prenderci gioco di te. Non riesco nemmeno a capire perché hai reagito in quel modo.>
<Sì, e in verità noi volevamo semplicemente farti una sorpresa> aggiunse Calum.
<E di cosa si tratta, sentiamo. Sono proprio curioso di saperlo.>
<Così, però, non é più una sorpresa> notò sempre Calum.
<Non importa. Voglio sapere cosa avete pensato.>
Per un attimo Luke si chiese da dove gli arrivasse tutto quel coraggio per riuscire a rispondere, e ad essere fermo e sicuro. Non era mai riuscito a fare una cosa del genere prima, si era sempre limitato a subire e a sopportare senza trovare la forza per reagire, per paura e vergogna. Peccato che fosse successo tutto questo con i suoi tre coinquilini, credeva veramente che sarebbero diventati amici.
<Be', é una bella giornata oggi> esordì Lorenza. <Quindi noi tre avevamo pensato di accompagnarti in centro e di farti fare uno straordinario giro turistico di Canterbury, come desideravi tanto.>
A quelle parole Luke pensò di aver assunto in pochi secondi tutte le tonalità possibili di rosso. Non c'erano parole per descrivere la vergogna e l'imbarazzo che stava provando in quel momento, compreso il fatto di essere non solo ingenuo peggio di un bambino, ma anche un perfetto idiota.
Il tour guidato di Canterbury, é vero! Con tutto quello a cui aveva pensato negli ultimi giorni, se ne era completamente dimenticato.
<Davvero?> riuscì a sussurrare poi, dopo qualche secondo di silenzio.
<Certo, fratello> gli rispose Calum, sorridente. <Cosa credevi?>
<Niente...non importa...> Santo Cielo, come si sentiva in imbarazzo. Avrebbe voluto sprofondare sotto terra, per sfuggire alla loro vista.
< Forza, Luke, corri di sopra a prepararti. Canterbury ci aspetta> lo incitò a sua volta Ashton.
L'australiano fece per avvicinarsi alla porta, ma esitò ancora un istante. <Sicuri che non avete intenzione di rinchiudermi in un cassonetto dell'immondizia?>
Lorenza lo guardò un po' e poi ridacchiò. <No, Lukey, assolutamente no. Ma perché sei così ossessionato da questo cassonetto?>
"Perché ho già vissuto quel momento" avrebbe voluto dire il ragazzo, ma si limitò ad un semplice: <Niente di importante, era solo una mia stupida idea.>
Avrebbe tanto desiderato potersi aprire con loro e raccontare loro la vita che viveva a Sidney, ma gli sembrava ancora un po' troppo presto ed avventato.
<Ottimo, quindi ora andiamo a vestirci perché non credo sia molto furbo girare in città in pigiama> scherzò Calum. Poi, rivolto verso Luke. <E non metterci un'eternità, perché altrimenti ti lasciano qui a Sturry.>
Luke rise, una bella risata sincera, e salì al piano di sopra insieme ad Ashton e Calum, dicendosi che molto probabilmente si era sbagliato sul loro conto.
~~~
Un quarto d'ora dopo Luke si trovava sull'autobus che da Sturry portava direttamente fino al centro di Canterbury, seduto tra Calum e Lorenza, a chiacchierare tranquillamente del più e del meno. Era bello e allo stesso tempo strano, quasi buffo, vedere i volti dei suoi tre coinquilini fuori dalle quattro mura di casa Morgan, proprio come lo era quando si vedeva un professore o un compagno di classe al di fuori dell'edificio scolastico, dove si era soliti incontrarli.
Calum ed Ashton avevano optato per uno stile causal, jeans, t-shirt e Vans ai piedi, abbellendo il tutto con una sfilza di braccialetti colorati ai polsi, e Ashton aveva persino lasciato a casa i suoi occhiali sostituendoli con un paio di lenti a contatto.
Lorenza indossava una felpa larga, grigia e stampata, dei pantaloncini di jeans che si nascondevano quasi sotto alla felpa, e delle Dr Martens alte color bordeaux. Inoltre, Luke notò che si era truccata con una spessa linea di eye-liner, della matita e del mascara rigorosamente neri, che mettevano molto in risalto i suoi occhi, e avrà avuto almeno due o tre anelli sulle dita di entrambe le mani.
Luke, invece, si era vestito semplicemente come d'abitudine, jeans stretti, felpa nera senza cappuccio e le sue immancabili Vans nere, più lo zaino sulle spalle. Tanto era una bella giornata di sole e faceva piuttosto caldo.
Mezz'ora dopo scesero tutti e quattro alla fermata di Upper Bridge, e Luke ricordò subito di essere passato di lì il giorno del suo arrivo. Da dove si trovava riusciva ad intravedere l'inizio di quella che probabilmente sarà stata la via principale del centro.
<Dobbiamo andare da quella parte?> domandò indicando quella direzione.
Calum scosse la testa. <Quella via sarà il nostro obiettivo più tardi. Ora ci attende qualcosa di veramente spassoso!>
<Vedrai, Luke, ti piacerà> gli assicurò, invece, Ashton, scorgendo un guizzo di preoccupazione nei suoi occhi chiari.
L'australiano gli sorrise a sua volta, riconoscente, e continuò a chiedersi cosa mai fosse questo qualcosa così divertente.
<Eccolo!> annunciò a quel punto Lorenza, saltellando sul posto tutta eccitata, mentre Calum ed Ashton sembravano proprio impazienti di provare il qualcosa ancora ignoto.
Luke non riusciva a capire tutta quella loro eccitazione, anche perché quello che stava arrivando - e se era ciò che stavano aspettando - non era altro che un classico double ducker inglese, come quelli che si vedevano su tutte le cartoline o le immagini raffiguranti Londra, solo che questo non era del solito color rosso ma bianco e verde.
<Ma...é un autobus> osservò il diciassettenne, piuttosto sorpreso.
<É più di un autobus, é come il tappeto magico di Aladino> disse Lorenza. <Io lo chiamo "Il Carro della Libertà".>
<Lo ha scoperto Lorenza quasi due settimane fa, e ci siamo già saliti almeno quattro volte> gli spiegò Ashton. <Ora é il tuo turno di provarlo. Il momento ideale é questo, di mattina presto, quando non c'è ancora nessun turista.>
Be', non era poi male l'idea di fargli fare un giro sull'autobus scoperto da turismo, solo che ancora non aveva capito cosa ci trovassero di tanto divertente.
Quando il bus si fermò, salirono tutti e quattro, e Luke dovette subito raggiungere i suoi tre coinquilini, che si erano fiondati a velocità supersonica verso la scala che portava al piano di sopra.
Ashton aveva ragione, sull'autobus non era salito nessun altro oltre a loro. Girava praticamente vuoto a quell'ora, alle 10.00 del mattino.
<Si sente un po' d'aria qua sopra> notò Luke, dopo aver percepito una leggera brezza.
<Aspetta di vedere quando parte> gli disse Calum, con un grande sorriso.
Nemmeno il tempo di dirlo e si accesero i motori. Lorenza lanciò un gridolino, mentre Calum ed Ashton esclamarono un "Evvai!", e due secondi dopo si alzarono tutti e tre dai sedili sui quali si erano seduti e corsero verso la ringhiera a sud del bus.
Luke lì guardò un attimo perplesso. <E dove andate ora?>
<Vieni, Lukey! É questo il bello di questo viaggio!> gli urlò Lorenza, ridendo felice.
Il ragazzo era un po' titubante, ma visto che gli altri tre continuavano ad incoraggiarlo di venire lì con loro, alla fine li raggiunse.
Appena l'autobus partì, Lorenza e i ragazzi iniziarono a gridare ancora più forte, come se fossero sulle montagne russe, e senza tenersi al parapetto; Luke, invece, serrò saldamente le mani alla lastra di ferro verniciata, cercando di non guardare giù perché, accidenti, dopo tutto erano al secondo piano di un autobus e a qualche metro dalla strada. Sarebbero bastati una frenata e pochi attimi di distrazione per volare giù di sotto.
Voleva quasi ritornare a sedersi e godersi il panorama da lì, quando però qualcosa lo trattenne.
Il double ducker continuava ad andare a velocità normale, passando accanto alle macchine e costeggiando la città, e intanto questa velocità produceva un'aria che arrivava giusto addosso, un faccia, però non era insopportabile. Era piacevole, straordinario, sentire il vento tra i capelli e nel frattempo osservare Canterbury dall'alto. Sembrava proprio di volare, e inoltre lasciava una sensazione di pace, di libertà, esattamente come aveva detto Lorenza.
<É...bellissimo. Wow> esclamò Luke, con la voce piena di emozione mista a felicità e sorpresa.
Ashton gli sorrise. <Te l'avevo detto che ti sarebbe piaciuto. Può sembrare un comune viaggio su un autobus, ma solo se lo vedi con occhi comuni. In ogni cosa bisogna sempre cercare di scoprire il lato positivo, divertente e insolito.>
<Puoi dirlo forte, Ash!> concordò Lorenza. Poi iniziò a cantare a squarciagola "Happily" dei One Direction. <Non mi importa cosa dice la gente quando siamo insieme, / tu sai che voglio essere l'unico a stingerti mentre dormi. / Voglio soltanto che tu ed io siamo per sempre, / so che vuoi lasciarlo, quindi, tesoro, forza: stai con me così felicemente!>
<Luke, fai come ti ho già detto> disse, invece, Calum all'australiano. <Dille sempre di sì in queste occasioni.>
Lorenza lo fulminò con un'occhiataccia. <Guarda che ti sento sempre io, furbo che non sei altro. E poi smettila di dire a Lukey queste scemenze, non farlo diventare come te.>
Lo scozzese questa volta si trattenne dal risponderle perché altrimenti la faccenda si sarebbe tirata per le lunghe, e quello non era assolutamente il momento per mettersi a discutere come due bambini.
Ashton, a sua volta, scosse la testa e scoppiò a ridere insieme a Luke.
Intanto l'autobus continuava la sua corsa intorno alla città, e il giovane australiano si stupiva ogni secondo sempre di più ammirando ogni nuovo luogo che gli capitava sotto gli occhi. Sembrava proprio la scena di un film, con in sottofondo una musica che trasmetteva tutta la gioia e la spensieratezza che stavano provando tutti e quattro.
Lorenza spalancò le braccia e gettò all'indietro la testa, lasciando che il vento le scompigliasse i capelli color paglia. <Sono il re del mondo!> urlò poi, imitando una scena di "Titanic".
Calum, allora, le arrivò alle spalle e gliele cinse con entrambe le mani. <Rose, ti fidi di me?> continuò lui, rivolgendole un finto sguardo carico di passione.
<Certo, mio caro Jack.>
<Bene, allora non ti dispiacerà se ti butto giù di sotto.> Detto questo fece finta di darle una leggera spinta, mentre Lorenza strillò e gli diede un pugno sulla spalla.
<Idiota! Se cado giù di sotto le paghi tu tutte le spese per il mio funerale, e glielo dici sempre tu ai miei genitori> gli urlo contro, piuttosto arrabbiata. <Che scherzi stupidi. Basta un po' più di forza e mi ritrovo veramente giù in strada.> Incrociò le braccia al seno e mise su un broncio lungo così.
I tre ragazzi fecero del loro meglio per trattenere le risate, ma alla fine non resistettero più e scoppiarono a ridere fragorosamente.
<Allora? Cosa c'è di così divertente?> domandò loro la ragazza.
<Scusaci, Lore, ma avresti dovuto vedere la tua faccia> le spiegò Luke tra le risate. <Era veramente bellissima, memorabile.>
Anche quel momento lo era, perché Luke non ricordava il giorno in cui aveva riso così tanto proprio come stava facendo in quegli istanti.
Lorenza li guardò un po', e non riuscì a contenere un sorriso. <Siete tre idioti!> disse, per poi scoppiare a ridere anche lei. Dopo, quando quando tutti si furono un po' ricomposti, la ragazza si posizionò di nuovo nella stessa posa di poco prima, con le braccia spalancate, e guardando fisso la strada davanti a sé, urlò: <Questo é soltanto l'inizio, Canterbury!>
Era vero. Era proprio l'inizio. L'inizio del loro tour, del loro soggiorno a Canterbury, delle avventure e vicende che avrebbero vissuto insieme, dell'amicizia che con il tempo e che con tutte le probabilità sarebbe nata tra loro... L'inizio di tutto.
Finito il giro sul "Carro della Libertà", appena il tempo di scendere nuovamente alla fermata di Upper Bridge, e cinque minuti dopo Luke stava già seguendo il suo piccolo gruppo intorno a quelle specie di mura, questa volta a piedi.
Lorenza aveva prontamente assunto il ruolo di guida turistica per questo semplice itinerario, e aveva iniziato a snocciolare una serie di informazioni ben dettagliate sul luogo che stavano visitando in quel momento.
<Come fai a sapere tutte queste cose? Hai studiato una guida turistica prima di venire qui?> le chiese Luke, incuriositosi.
Lei sorrise, scrollando la testa. <Io sono già stata qui a Canterbury, esattamente un anno fa, quando ero in terza superiore. Era solo un viaggio studio di una settimana organizzato dalla mia scuola, però devo dire che quei sette giorni mi sono serviti eccome, per innamorarmi di questa cittadina a tal punto da voler trascorrervi un periodo di tempo più lungo.>
<Quindi hai già visto tutti i posti più importanti di Canterbury?>
<Be', tutti no, ma la maggior parte sì. Comunque é sempre un piacere per me visitarli. Non mi stanco mai, e ogni volta riprovo le stesse emozioni proprio come se fosse la prima.>
Mentre Lorenza parlava si capiva perfettamente dalle sue parole e dal modo in cui le pronunciava che quel primo viaggio nella cittadina del Kent aveva significato molto per lei. Glielo si leggeva nell'espressione del viso, i suoi occhi dicevano tutto.
In pochi passi Luke e gli altri si ritrovarono di fronte ad un'antica costruzione diroccata in pietra di epoca normanna, che assomigliava molto ad un castello, e che ebbe diverse funzioni nel corso dei secoli, come spiegò loro Lorenza, da fortezza per proteggere la strada che portava a Londra a prigione, fino ad essere stata trasformata in sito turistico di modesta bellezza.
Successivamente, Lorenza condusse gli altri tre ragazzi nuovamente in prossimità delle mura, nel luogo in cui si trovava una piccola collina con in cima una colonna in pietra, ritenuta da molti il più antico monumento di Canterbury e forse luogo funebre per i Celti o i Romani, accessibile con un sentierino sterrato che saliva intorno alla collina.
Un po' per gioco e un po' per voglia, lo seguirono tutto, e alla fine giunsero proprio ai piedi della colonna.
Luke si guardò bene intorno, e scoprì che da lassù si poteva avere una splendida vista di Canterbury, più o meno come dal double ducker, e aguzzando la vista si sarebbero anche potuti distinguere i tetti delle case di Sturry.
Iniziarono a scattare un sacco di foto, tantissime soprattutto al panorama, e Luke ne fece anche un bel numero guardando divertito i suoi tre coinquilini, mentre scherzavano e ridevano intorno al monumento, spensierati.
Ridevano e scherzavano così tanto che non si accorsero nemmeno di aver iniziato a correre tutti insieme giù dalla collina, poi lungo la strada sterrata che portava verso il Dane John Park e ancora attraverso il parco, finché non si gettarono tutti e quattro a peso morto su un verdissimo prato perfettamente curato, con il fiatone ma ridendo come matti.
Restarono per un po' distesi a pancia in su, guardando il cielo senza proferire alcuna parola, e Luke si disse che era stato veramente uno stupido ad aver pensato anche solo per un secondo che Lorenza e i ragazzi volessero prenderlo in giro ed escluderlo come tutti gli altri. Gli stavano regalando una giornata splendida, indimenticabile, con la loro allegria e la loro spensieratezza. In quel momento pensò veramente di aver trovato finalmente degli amici su cui poter contare e di cui poter fidarsi.
A quel punto Lorenza si mise a sedere e, dopo aver estratto il suo iPhone dalla borsa, esclamò: <Ragazzi, qui ci vuole un selfie!>
<Lorenza, ti prego!> mugolò Calum in tono supplichevole, intento a prendersi qualche raggio di sole.
<Dai, bisogna immortalare questo momento.> Nel frattempo si rigirò a pancia in giù e preparò la fotocamera. Luke e Ashton la imitarono, posizionandosi accanto a lei.
<Guardate tutti bene lo schermo. C'è il conto alla rovescia, quando arriva a zero fate un bel sorriso.>
Calum sospirò rassegnato, e fece spuntare la sua testa tra quella di Lorenza e quella di Luke. <Va bene, facciamo questo selfie. Vi avverto, però: non riesco mai a fare una faccia decente nelle foto. Non spaventatevi quando vedrete il mio bellissimo sorriso a metà tra il ghigno spastico di un clown e l'espressione di chi si sta trattenendo dall'andare in bagno.>
Luke scoppiò a ridere, così come fecero anche Lorenza ed Ashton.
Era una risata bellissima, sincera, felice. Una risata che avrebbe segnato quel momento così speciale di cui si sarebbe ricordato per tutta la sua vita.
L'autoscatto della fotocamera scattò proprio in quell'istante, immortalando il loro sorriso ridente, e forse il miglior sorriso di Luke.
Un sorriso pieno di felicità.
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SPAZIO AUTRICE
Hello, people!! How are you? I hope you're fine lol vabbé parla in italiano, Martina ahah
Scusate, scusate, scusate per il ritardo, ma questa settimana non ho avuto veramente molto tempo per aggiornare prima, e poi non mi sentivo nemmeno molto su di morale.
Questo capitolo l'ho scritto già da un po' di tempo, però cade piuttosto bene in questo periodo, visto che proprio ultimamente altre persone che conosco e che credevo fossero mie amiche si sono rivelate soltanto false e opportuniste... Però, povera scema, sono ancora piuttosto ottimista e spero veramente che in tutto il mondo ci siano ancora delle persone sincere e genuine.
Vabbé, Luke mi assomiglia abbastanza all'inizio del capitolo, però, eh caro il mio tesoro, questa volta ti sei sbagliato! I ragazzi ti stavano organizzando un bellissimo tour per Canterbury ahah lol che gentili ❤️ Amoriiii! (La maglietta che Lorenza indossava in una foto é la maglietta della sua squadra del cuore, la Sampdoria, che causalmente é anche la mia squadra preferita ahaha coincidenze? Non credo lol)
La seconda parte del capitolo, poi, mi piace veramente tanto, é uno dei capitoli che preferisco, e mi sono anche divertita molto a scriverlo, perché mi sono immaginata proprio la scena, come se fossi lì con loro sul double ducker e nei luoghi di Canterbury che già conosco, e spero di avervi trasmesso al meglio la spensieratezza e la felicità dei ragazzi che volevo trasmettere lol. (Non prendetemi in giro per "il Carto della libertà", é il nome milfiore che mi é venuto in mente ahah)
Vi anticipo che nel prossimo capitolo apparirà un nuovo personaggio (un altro??! E chi sarà mai??!) ahahahah a me piace molto, penso che vi piacerà anche a voi (spero lol). E, sopratutto, -1 capitolo al secondo incontro tra i Muke!!!! ❤️❤️
Ah, prima di lasciarvi, volevo ringraziarvi per le letture e i voti. Sono già arrivata a 140 voti e fra un po' raggiungerò 1K di visualizzazioni... Io, veramente, sono stra felice e vi ringrazio infinitamente tanto, vi voglio bene people! ❤️ Vi chiedo però anche una piccola cosina: se leggete i capitoli e vi piacciono, vi prego, fatemelo sapere con un votino e un commento, e soprattutto, se potete, votatemi anche gli altri capitoli. Mi arrivano un sacco notifiche di voti per i primi due capitoli, ma mi farebbe piacere vedere apprezzati anche gli altri capitoli. Oddio, non fraintendetemi, come vi ho già detto prima vi ringrazio tantissimo, anzi non so come ringraziarvi per i voti già presi, però se potete... Non vi chiedo molto, soltanto un secondo per votare e dirmi un parere. Prometto che ricambierò sicuramente il favore leggendo le vostre storie, magari non riuscirò a farlo subito, ma lo farò lol. Parola di lupetto ahah
Bene, detto questo me ne vado e vi lasciò in pace ahaha (contenti, eh?!)
Goodbye, people! Alla prossima! ❤️
P.S: quando leggete il punto in cui i ragazzi sono sul double ducker, ascoltate Happily lol
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Solo Per Te (Muke)
FanficLuke é un diciassettenne timido ed insicuro. La sua vita incerta trascorre senza molti amici per lo più rintanata tra le quattro mura della sua camera, a leggere classici e a studiare. Poi, ecco l'occasione della sua vita: un soggiorno studio a Cant...