<Attenzione gente, penso che domani finirà il mondo!> esclamò Calum. <Lorenza Rossi mi ha appena detto che so cantare bene!>
<Oh, ma che carino che sei, scozzese> gli rispose prontamente lei, con un leggero broncio. <Proprio perché per una volta ti ho fatto un complimento, tu devi subito rovinare tutto con una delle tue solite battutine.>
<No, seriamente, apprezzo la tua sincerità, Lorenza. Lo so che non si può sfuggire al fascino della mia voce.>
L'italiana per poco non scoppiò a ridere. <Bé, ora non esageriamo. Ho solo detto che non mi aspettavo che sapessi cantare così, ma in verità ho sentito voci migliori.>
<Seeeee, guarda che ti si allunga il naso!> la punzecchiò il moro. <Ammetti che ti ho fatto venire la pelle d'oca.>
<Oh, ma piantala! Non senti quanto sei egocentrico certe volte?>
Perfetto. Lorenza e Calum erano già sulla buona strada per iniziare uno dei loro soliti battibecchi, ed Ashton sembrava piuttosto concentrato sulla loro discussione per poter intervenire per fermarli da un momento all'altro.
Luke approfittò di quell'occasione per sgattaiolare al piano di sopra, in camera sua.
Quella mattina Lorenza se ne era uscita con l'idea di fare una sorta di provino ai ragazzi per scegliere in questo modo chi sarebbe stato il cantante principale della band e chi invece si sarebbe limitato a fare i cori durante i ritornelli.
Ashton e Calum si erano già "esibiti", per così dire, cantando l'estratto di una canzone che amavano particolarmente, ma Luke non se la sentiva proprio di mettersi a cantare in quel momento davanti ai suoi coinquilini. Aveva una probabilità su tre di essere scelto come leader vocale del gruppo, e aveva troppa paura che i ragazzi, sentendolo cantare, scegliessero proprio lui per svolgere questo ruolo, ma lui non sarebbe riuscito di certo a sostenerlo.
Anche se erano suoi amici ed ormai si fidava ciecamente di loro, gli provocava lo stesso una certa vergogna anche solo l'idea di alzarsi in piedi e posizionarsi al centro del salotto di fronte a quelle tre paia di occhi così familiari, figuriamoci se si fosse trattato di farlo di fronte a cinquanta o più persone. Non ce l'avrebbe mai fatta, sarebbe fuggito di sicuro a gambe levate non appena avrebbe messo piede su quel palco.
Calum, ad esempio, sarebbe stato perfetto nelle vesti del cantante principale, con il suo carisma e la sua spontaneità. Ecco, sì, avrebbe potuto farlo lui. Ad Ashton, invece, sarebbero sicuramente stati assegnati i cori, perché di certo non avrebbe potuto fare il leader da dietro la sua batteria.
Luke sperava soltanto che i ragazzi alla fine si convincessero ad assegnargli soltanto dei cori anche a lui.
Come se questo non bastasse abbastanza a preoccuparlo, ci si metteva anche Michael Clifford a peggiorare la situazione.
Con tutta la fatica che aveva fatto per non pensare a lui ed evitarlo, proprio il giorno prima se l'era ritrovato davanti mentre stava correndo a scuola e non poteva di certo evitarlo visto che era già abbastanza in ritardo quella mattina.
Gli aveva detto che voleva vederlo per parlargli, ma lui lo aveva liquidato sputandogli perfidamente in faccia che non voleva più andare da nessuna parte in sua compagnia dal momento che aveva perso del tutto la fiducia in lui.
Da quel momento, però, non aveva smesso un attimo di pensare all'espressione ferita che era comparsa subito sul viso del ventiduenne. Che cosa avrebbe voluto dirgli? Avrebbe voluto scusarsi per quello che era successo quel sabato pomeriggio e avrebbe dunque ammesso di essersi pentito per quel gesto? Voleva parlargli veramente, in tutta sincerità, o era soltanto un'altro dei suoi stupidi scherzi organizzato con i suoi amichetti solo per prenderlo ancora un po' in giro?
"Perché compari sempre dal nulla anche quando penso di averti dimenticato e non te ne vai più dalla mia mente? Perché non mi lasci in pace, Michael?"
L'australiano, però, non voleva stare a pensare a ciò anche in quel momento, così raccolse il più in fretta possibile l'accappatoio, gli indumenti puliti e il bagnoschiuma per la doccia, ed uscì dalla sua stanza.
Quando ridiscese al piano di sotto Calum e Lorenza erano ancora indaffarati nella loro discussione.
<Quindi io avrei una voce stridula quando canto?!>
<No, non proprio, anche se in certi pezzi...>
<Allora é così!>
<No, l'ho detto solo per farti smettere di rompermi le scatole, per non essere volgare, dicendo: "lo so che la mia voce ti fa eccitare, ammettilo!">
Calum, tuttavia, non sembrava del tutto convinto.
<Vabbé, fai come credi> sbuffò la ragazza. <Lukey, é il tuo turno.>
Quando spostò gli occhi sul divano, però, notò che Luke non era più seduto accanto ad Ashton. <Lukey?> domandò ai due ragazzi.
<Non so. Non era qui con noi fino a poco fa?> rispose Ashton un po' perplesso, guardandosi intorno.
Nel mentre la bionda sentì un susseguirsi di passi veloci nel corridoio e vide giusto la porta del bagno chiudersi di colpo sbattendo.
A quel punto si precipitò lì davanti come una scheggia. <Luke Robert Hemmings, esci subito da lì!>
"Merda!" imprecò Luke da dentro il bagno. Restò immobile come un'iguana, trattenendo persino il respiro.
<Lukey, avanti, lo so che sei lì dentro!> continuò Lorenza.
<Devo fare la doccia, Lore. Sono mezzo nudo> mentì lui.
<E proprio adesso devi farla? Non potevi aspettare che finivamo queste selezioni, o questo pomeriggio?> gli chiese Calum, dopo essersi avvicinato anche lui insieme ad Ashton.
<Ah... No, perché ho promesso a Lisa di accompagnarla a fare la spesa verso le quattro.>
<Di sabato pomeriggio?>
<Ma Lisa non aveva detto che voleva andare a trovare una sua amica oggi pomeriggio?> osservò l'americano.
Luke, allora, sospirò rassegnato. <Okay, ragazzi. Vi dirò la verità. Io... Io mi vergogno troppo. Non me la sento di cantare adesso di fronte a voi, anche se siete miei amici. Ad essere sinceri non so nemmeno io dove abbia trovato il coraggio per decidere di far parte della band e di suonare così davanti a tante persone.>
<Forse non te ne rendi conto, ma tu nascondi un coraggio da leone dentro di te.>
Luke sobbalzò quando udì quelle parole. Quella voce non apparteneva a nessuno dei suoi tre coinquilini, e proveniva dalla stessa stanza in cui si trovava lui in quel momento. Dal bagno. Il diciassettenne si voltò molto lentamente alle sue spalle, finché non vide Michael Clifford seduto con molta nonchalance nella vasca, completamente vestito e con addosso persino degli anfibi, mentre lo osservava con un sorriso divertito.
Sussultò ancora di più per lo spavento. <E tu che diavolo ci fai nel bagno di casa mia?>
<Mi sembra che questa casa non sia tua, ma di proprietà della donna che ti ospita qui per otto mesi.>
Luke spalancò la bocca, sorpreso. Ma che razza di faccia tosta aveva per mettersi pure a fare lo spiritoso? Un momento... Ma non poteva essere il vero Michael Clifford, quello. Era solo una stupida proiezione della sua mente.
<Sono messo proprio bene se vedo la tua immagine e mi ci metto addirittura a parlare> pensò ad alta voce il diciassettenne.
<Questo é un segno, Luke. Vuol dire che tu ed io non siamo destinati a non parlarci per molto tempo.>
<Tu pensi questo? Ma non farmi ridere!>
<É vero> disse Michael, come se fosse il concetto più ovvio esistente al mondo. <Non ti libererai così facilmente di me, Luke Hemmings.>
Luke, tuttavia, fece del suo meglio per ignorare le sue ultime parole, perché sentì i suoi amici parlargli da oltre la porta.
<Ma, Luke, non ti devi preoccupare> lo tranquillizzò Ashton. <Lo hai detto anche tu che siamo tuoi amici. Di cosa hai paura?>
<Ho paura che, sentendomi cantare, voi possiate scegliermi come voce principale, ma più semplicemente ho troppo vergogna. Perdonatemi, ma é più forte di me.>
<Mh, sei così dannatamente timido ed indifeso, Luke> soffiò Michael in un sussurro, comunque ben udibile dal diretto interessato. <Perché non vinci la tua timidezza, però? Scommetto che hai una voce bellissima, proprio come é bellissimo il tuo dolce viso.>
<Taci!> gli ordinò il più piccolo.
<Ehi, Lukey, tutto bene lì dentro?> gli domandò Lorenza.
<Ah, ehm, si, benissimo, tranquilla.> Diventò rosso come un pomodoro, e rivolse un'occhiataccia alla proiezione-di-Michael-della-sua-mente, che stava ridacchiando sotto i baffi.
<Dai, amico, anche Ash si vergognava ma é riuscito a cantare> cercò di persuaderlo Calum. <L'abbiamo fatto tutti, non é mica l'analisi del sangue.>
<Sì, hai ragione, ma vi prego, smettetela di insistere. Ash é perfetto per fare la seconda voce o i cori, e Calum sarà un'ottima prima voce. Per me riservate i cori, sulla fiducia.>
<Bé, fratello, ti ringrazio, ma non so se Lorenza mi lascerà essere la voce principale> disse Calum, lanciando un'occhiata di sottecchi a Lorenza. <Dice che ho una voce stridula.>
Lei contò semplicemente fino a dieci per non dargli una rispostaccia.
<Senti, Lukey, e se noi tre stessimo qui in corridoio e tu cantassi da lì dentro? C'è la porta chiusa che ci separa, noi non ti vedremmo in faccia, e forse questo potrà esserti d'aiuto. Non é detto che poi sarai tu la nostra prima voce.>
<Ehi, l'idea non é male> esclamò Ashton.
<Anche secondo me> disse la proiezione di Michael.
<Tu devi stare zitto!> sibilò Luke. Intanto pensò un attimo alla trovata di Lorenza, ma alla fine scosse la testa. <No, ragazzi. Grazie per l'incoraggiamento, ma no.>
Calum aprì la bocca per dirgli qualcos'altro, ma Lorenza lo fermò con un gesto della mano. <É meglio se torniamo di là in salotto, ragazzi> consigliò la ragazza agli altri due, a voce abbastanza alta in modo che potesse sentirlo anche Luke. Esitò ancora un istante perché sperava che il suo migliore amico cambiasse idea, ma lui non lo fece, così si diresse verso il salotto.
L'australiano, invece, rimase dentro il suo nascondiglio insieme a Michael, cioè, all'immagine di Michael, ed iniziava a sentirsi un po' in colpa verso i suoi amici.
Se così facendo li avesse feriti, facendo loro pensare che non si fidava di loro?
<Oh, Luke, dolce Luke> disse la-proiezione-di-Michael, avanzando ora verso di lui mentre scrollava leggermente la testa.
<Cosa vuoi tu, adesso?> gli domandò lui, acido.
<Sei un piccolo disastro, sai?>
<E tu come diavolo ti permetti di fare commenti sul mio comportamento? Dovrei essere io quello a farne su come tu ti sei comportato con me.>
Sul viso di Michael comparve una leggera espressione ferita. <Luke, se solo mettessi un attimo da parte il tuo orgoglio ferito e mi ascoltassi. Fidati di me, questa volta.>
<Vai via, Michael, per favore> lo pregò, però, il più piccolo. Stava impazzendo. Ora anche l'immagine di Michael lo implorava di ascoltarlo.
<Luke, ti supplico, lasciami parlare con te.>
<Vattene, ti prego!>
A quel punto il ventiduenne sospirò. <D'accordo, non vuoi ancora ascoltarmi. Però non me ne vado ancora.> Intanto si avvicinò un po' di più all'australiano, e i loro visi erano ormai così vicini da poter sentire i rispettivi respiri solleticare le guance. <Me ne andrò solo se ti farai coraggio e canterai per i tuoi amici. Altrimenti...>
<Altrimenti?> domandò Luke con un filo di voce, non riuscendo a togliere gli occhi da quelli verdi e magnetici di Michael, seppure contro la sua volontà.
<Altrimenti ti bacerò esattamente tra cinque...quattro...tre...>
L'australiano inghiottì un bel po' di saliva, mentre il più grande si protendeva ancora verso le sue labbra. Il suo povero cervello in quel momento sembrava terribilmente impazzito da tutto lo sforzo che stava facendo per ragionare.
Quello non sarebbe stato un autentico bacio, gliel'avrebbe dato la semplice figura di Michael prodotta dalla sua mente, non il Michael reale. E poi lui ora stava cercando di dimenticarlo, non gli sarebbe stato assolutamente di aiuto baciarlo.
<Aspetta, lo farò!> lo fermò quindi il diciassettenne. <Mi farò coraggio e canterò per i ragazzi.>
Michael lo guardò per un attimo, poi gli rivolse un sorrisetto. <Bravo il mio piccolo Luke, ottima scelta. Anche perché, sarebbe stato pur sempre qualcosa, ma non mi entusiasmava molto l'idea di baciarti soltanto in sogno. Non vedo l'ora di farlo per davvero, mio dolce angelo, per davvero.> Fece una piccola pausa, e Luke rabbrividì ripensando a quelle parole. <Ora vai. Sfodera tutto il coraggio che nascondi dentro di te, piccolo leone, e fai vedere a tutti come sai cantare.>
A quel punto il diciassettenne emise un leggero sospiro, e si voltò in modo da avere la porta del bagno davanti agli occhi. Tuttavia, prima di aprire bocca, diede ancora una sbirciatina alle sue spalle, per incontrare di nuovo gli occhi di Michael ad infondergli coraggio. Questa volta, però, dell'immagine del suo vicino di casa non c'era più traccia.
Luke si sentì improvvisamente vuoto, e triste. Avrebbe voluto che Michael fosse rimasto lì con lui a sostenerlo? Ma prima non voleva soltanto che scomparisse dalla sua vista?
Scosse la testa, poi fece un bel respiro profondo ed iniziò finalmente a cantare "Wake me up when september ends " dei Green Day a voce abbastanza alta da essere sentito dai suoi amici.
Lorenza, dal corridoio, si fermò all'istante sulla soglia del salotto. Conosceva a memoria quella canzone e le piaceva anche un sacco, però era più che certa che quella non fosse di Billy Joe, il cantante dei Green Day, e che non la stessero trasmettendo alla radio in quegli istanti.
Quella voce era così...perfetta!
La ragazza si avvicinò piano alla porta del bagno, tendendo un orecchio per sentire meglio.
<Cosa succede?> le chiese Calum, arrivandole alle spalle.
Lei gli fece cenno di non parlare, ma lui insistette. <Cosa succede? Perché stai origliando?>
L'italiana, allora, perse la pazienza e, per farlo stare zitto, si voltò verso di lui e gli tappò la bocca con una mano. <Quale parte di "stai zitto" non riesci a capire?> gli domandò in un sussurro, e...
E poi accadde qualcosa. Veramente.
A Lorenza sembrò come se dentro al suo petto si fosse improvvisamente accesa una fiammella, e il fuoco si stesse diffondendo per tutto il corpo, attraverso le vene. Sentiva caldo, le manco quasi il respiro, e il cuore prese a batterle forte.
Si accorse in quel momento di non aver mai guardato gli occhi di Calum da così vicino, e li trovò così belli, attraenti, di un caldo ed intrigante color cioccolato. Gli stessi occhi che in precedenza aveva incontrato solo in un'altra persona. La stessa persona che la sua testa, con molta difficoltà, aveva quasi dimenticato, ma chissà quando tempo avrebbe ancora impiegato per andarsene dal suo cuore.
<Quegli occhi...> boccheggiò lei con gli occhi spalancati. Dopo poco, però, si rese conto di avere ancora una mano sulla bocca di Calum, quindi levò la presa ed indietreggiò. <Scusami. Credo che Luke stia cantando> balbettò quindi, facendo un cenno verso la porta, lo sguardo rivolto sui suoi piedi.
Intanto anche Ashton li raggiunse, e si misero tutti e tre in silenzio ad ascoltare il loro amico mentre cantava, piuttosto rapiti ed incantati.
Calum, tuttavia, aveva parte della sua testa altrove, e tutto per via di quello che era successo poco prima con Lorenza. Non l'aveva mia vista così stupita, quasi spaventata. Non aveva mai notato con attenzione il colore dei suoi occhi, quel marrone così simile a quello dei suoi stessi occhi abbellito da piccole sfumature di verde, o persino quanto fossero ridenti e sognanti, e come le sue guance fossero lisce e vellutate come una pesca. Mai come in quel momento aveva che lei fosse in realtà molto carina, anzi, una bella ragazza.
Cosa voleva dire questo, però? Gli piaceva Lorenza ora, così tutto d'un tratto?
Nah... Era sua amica. A lui piacevano le ragazze che ridevano alle sue battute stupide, non quelle che gli rispondevano per le rime, proprio come Lorenza. No?
Nel mentre Luke finì la sua piccola esibizione. Sentì un silenzio di tomba, nessun rumore o alcun passo.
"Non mi avranno sentito di sicuro" ipotizzò il giovane. "Dannazione a te Michael Clifford, perché mi lascio sempre convincere da te. É stato un tentativo sprecato." Poi aprì la porta, per vedere se era proprio come pensava, ma si trovò davanti Calum, Ashton e Lorenza che lo stavano guardando con gli occhi spalancati e la bocca a forma di O, come se avessero appena visto a pochi metri da loro una star di Hollywood.
<Che c'è? Perché avete quella faccia?> domandò loro a metà tra lo spaventato e il preoccupato. <Mi avete sentito cantare? Sono davvero così terribile?>
Lorenza scrollò prontamente la testa. <Non sei per niente terribile, Lukey! La tua voce é esattamente quella che stavamo cercando come voce principale!>
Luke per poco non si sentì mancare le gambe per la paura. <Non stai dicendo sul serio, vero?>
<Sì, invece. Lukey, la tua voce é straordinaria. É sexy, attraente, così maschili e a tratti roca proprio come un cantante rock. Credimi, faresti venire un orgasmo non solo alle ragazze!>
<Oddio, non esagerare ora!>
<No, davvero, Luke. Lorenza ha ragione, a modo suo ma ce l'ha> gli disse invece Ashton. <Tutti e tre siamo rimasti letteralmente a bocca aperta quando ti abbiamo sentito. Secondo me saresti perfetto come cantante della nostra band.>
<No, ragazzi, grazie per il complimento, ma non credo che potrei farcela.>
<Ehi, ma guarda che non siamo la super band dl momento che dovrà esibirsi a Wembley davanti ad una folla urlante di ragazzine isteriche> gli fece notare Calum ridacchiando. <Saremo soltanto tre amici che hanno messo su una band per puro divertimento e che dovranno suonare alla festa di una sedicenne. Tutto qui. Inoltre, sono sicurissimo che con uno come te come leader faremo un figurone. Con quegli occhi azzurri e la faccia da angioletto, tutte le ragazze si infatueranno di te.>
<Calum ha ragione. Devi ammettere di essere un bel ragazzo, Luke> concordò Ashton. <Inoltre pensa che non sarai lì da solo. Ci saremo anche noi tuoi amici, e saremo tutti agitati. Io per primo, mi consoci abbastanza per sapere quanto posso essere fifone.>
<Esatto. E poi noi ti aiuteremo a superare la tua timidezza> aggiunse Lorenza. <Ti potrò aiutare io. Guardami, sembro una che ha una lingua che taglia e cuce, ma in realtà sono timida anche io.>
<Tu? Lore, ma non farmi ridere!> ridacchiò Luke.
<Lukey, é la verità. Io sono come mi vedi solo con le persone con cui ho confidenza e di cui mi posso fidare, altrimenti non sempre riesco ad essere così loquace.>
Luke, tutto sommato, le credette. Quella ragazza, d'altronde, era veramente tutta da scoprire, accidenti.
<Guarda, la formazione dovrebbe essere questa> continuò la ragazza. <Ash suonerà la batteria e farà i cori, Calum al basso e come seconda voce, e tu alla chitarra e come voce principale. Perfetta. Ti prego, dicci che accetti!> Giunse le mani in preghiera davanti al petto e lo guardò con una faccia da cucciolo.
<Ragazzi...> provò ad obbiettare l'australiano. Se non avrebbe accettato, si sarebbe sentito in colpa. Per di più ora si erano anche aggiunte una vocina interiore e anche quella di Michael che lo spingevano a dire di sì, perché sapevano che, sotto sotto, l'idea di cantare lo attirava un sacco.
<Daiiiiiiii!!!!!> lo supplicarono in coro Lorenza ed Ashton.
<Forse se ci inginocchiamo cambia qualcosa?> gli chiese Calum. Stavano tutti e tre per mettersi prontamente in ginocchio, ma Luke li fermò.
<No, tranquilli. Non é il caso, non esageriamo!>
<Allora dicci cosa hai deciso. Accetti?>
Il diciassettenne esitò ancora un istante.
<Avanti, Luke, dillo!> lo incitò la voce di Michael. <Io so che lo vuoi fare. Dai, non avere paura!>
"Accidenti, devo ammettere che ha ragione... Voglio farlo. Cosa potrà mai succedere, poi? Ricorda le parole di Jack, devi farti una vita, devi divertirti."
Sospirò. <Sì. Accetto.>
A quel punto i ragazzi iniziarono ad esultare e a saltare per la gioia. Lorenza allacciò le braccia attorno al collo del suo migliore amico, alzandosi sulle punte per raggiungere il suo metro e novanta di altezza, continuando a tirare urletti isterici come suo solito, mentre Ashton e Calum la imitarono unendosi anche loro all'abbraccio.
Luke rise contento vedendo tutta quella loro felicità e calorosità.
Era così soddisfatto. Se i suoi genitori e i suoi fratelli lo avessero visto, sarebbero stati sicuramente fieri e felici per lui.
"Grazie, Michael. Questa volta te lo meriti."
~~~~
Mercoledì pomeriggio, Luke e gli altri rincasarono da scuola alla solita ora, e ad attenderli c'era una sorpresa.
<Ragazzi, ben arrivati> li salutò Lisa sorridente, venendo loro incontro. <Luke, Ashton, Calum, dopo esservi riscaldati un po' correte in salotto. C'è qualcosa per voi.>
Loro tre si guardarono un attimo pensando la stessa cosa - "sono arrivati gli strumenti! -, quindi abbandonarono zaino, scarpe e giubbotto in un angolo del corridoio, si lavarono le mani in un batter d'occhio, e si precipitarono in salotto troppo impazienti di scoprire quella sorpresa.
Nella stanza non c'era niente di diverso dal solito (il tavolo in legno, il caminetto acceso, il televisore mega schermo, i due divanetti...), ma l'unica eccezione era la presenza composta ed un po' ingombrante accanto al divano davanti alla finestra di due casse per amplificare il suono, di due custodie nere per chitarre e dei tanti pezzi componenti una batteria racchiusi singolarmente in tante altre custodie.
<La mia chitarra!> esclamò felice Luke!
<Il mio basso!> urlò Calum. Corsero poi entrambi a prendere le due custodie, aprendole ed estraendo una chitarra elettrica color panna e nera ed un basso verniciato di una tonalità sul blu scuro e con una X rossa fatta da una bomboletta spray che andava da un lato all'altro dello strumento.
<La mia batteria! Tesoro di papà!> continuò a dire Ashton mentre prendeva con cautela i vari pezzi dalle custodie e li appoggiava su tutto il tappeto.
<Splendido! Ora sì che si inizia a fare sul serio!> esultò Lorenza.
Mezz'ora dopo, quando Ashton finì di montare la sua batteria e Luke e Calum accordarono i loro strumenti, provarono finalmente a strimpellare qualcosa insieme, "Boulevard of Broken Dreams" dei Green Day, visto che era l'unica canzone che sapevano suonare tutti e tre, ma il risultato non fu granché. Anzi, fu decisamente disastroso.
Fecero un altro paio di tentativi, ma quando arrivò l'ora di cena la situazione non era cambiata di una virgola, allora Lisa suggerì loro di fermarsi un attimo per mangiare qualcosa e magari riprendere più tardi con qualcosa nello stomaco.
Dopo cena ripresero gli strumenti e provarono per tutta la sera, finché Luke riuscì finalmente ad azzeccare quel fa diesis che confondeva sempre con un la, finché Calum riuscì a cantare perfettamente il ritornello a tempo con Luke, e anche finché Ashton riuscì a non trovarsi con le braccia o le gambe incrociate nel tentativo di suonare alla perfezione quell'insieme di piatti, tamburi e pedali che era il suo strumento.
Poco prima delle 22.30 terminarono di suonare quella canzone per la quindicesima volta.
<Allora, come era?> chiese Luke a Lorenza e Lisa, che li stavano ascoltando sedute sul divano.
<Decisamente meglio delle volte precedenti. Quasi perfetta> rispose l'italiana. <A voler essere proprio pignoli, però, sarebbe stata ancora meglio con l'accompagnamento di un'altra chitarra, e di un'altra voce.>
<Bé, se vuoi entrare anche tu nella band, il posto c'è. Una chitarra in più la troveremo> le propose Ashton.
<Io?! Oh, no, vi ringrazio, ma é meglio che io non tocchi nessuno strumento. Il massimo che posso suonare é l'inno d'Italia alla tastiera.>
<Secondo me sono andati molto bene, Lourenza> espose il suo parere Lisa.
<Sì, non dico questo. Solo che... Era come se mancasse qualcosa. Anche la vostra disposizione non mi convince. Okay che qui non c'è molto spazio, m dovreste posizionarvi in un giusto ordine, in modo da creare un bell'effetto ottico.> Si fermò un attimo a pensare, studiando bene come posizionare i ragazzi. <Dunque... Lukey, prova ad andare a sinistra. Ashton, tu, invece, mettiti al centro, e Calum a destra. Allineati.>
I ragazzi fecero come Lorenza aveva loro consigliato.
Lisa, però, scosse la testa, guardando il risultato. <Io metterei Luke al centro, Ashton al centro e Calum a sinistra. Sempre allineati.>
I ragazzi fecero di nuovo come aveva detto la donna.
Quell'ora la passarono tutta a scegliere una giusta disposizione per suonare, o meglio, Lorenza e Lisa disponevano ordini ai ragazzi, e loro si spostavano da una parte all'altra del salotto proprio come dei bravi soldatini.
<Lukey, prova a spostarti di nuovo più a sinistra.>
<Calum, mettiti vicino ad Ashton.>
<No, Lisa! Calum rimettiti ancora vicino a Lukey.>
<Ashton forse dovrebbe venire un po' più avanti. Voi due, invece, state ai suoi lati, ma un po' indietro.>
<No, Ash tu resta dove sei. É meglio che sia lui al centro ma indietro. Lukey e Calum, invece, venire più avanti, a formare un triangolo equilatero.>
Ashton osservò i suoi due amici sbuffare, per poi spostarsi per l'ennesima volta nella nuova posizione. Ridacchiò. <Fortuna che io suono la batteria, se no a doverla spostare tutte quest volte.>
Calum fece una risatina sarcastica. <Molto simpatico, Ash. Ricorda: mai seguire le indicazioni di una donna.>
Lorenza non doveva aver prestato attenzione alle sue parole, se no non avrebbe esitato a rispondergli. In effetti era così, perché stava valutando con attenzione l'ultima disposizione, la mano destra sotto il mento e il braccio sinistro a sorreggere il braccio destro.
<Così non é male, però... Non mi convince appieno questo triangolo> disse poi con sincerità.
<Lorenza, se andiamo avanti di questo passo non troveremo mai una disposizione definitiva> sbottò Calum, esasperato. <Siamo in tre, accidenti. Non credo che esistano degli incantesimi per avere un altro Luke o un altro me o un altro Ashton, dargli una chitarra in mano, un microfono e farlo diventare membro della band.>
<Lorenza ha ragione, però, ragazzi> intervenne Ashton. <Anche io penso che forse sarebbe meglio disporci in modo che Luke sia al centro, visto che é la voce principale, poi affianco a lui e leggermente più indietro le seconde voci, e io al centro dietro a tutti. Oltre ad essere una migliore disposizione, creeremmo anche un suo e migliore con l'aggiunta di una seconda chitarra e una quarta voce.>
A quel punto restarono tutti in silenzio. Lisa guardava i ragazzi, Lorenza fissava il tappeto con aria pensierosa, Calum aveva lo sguardo perso sulle corde del suo basso ed Ashton sulle sue bacchette.
Luke studio bene la loro formazione. In effetti era proprio come se mancasse qualcosa, giusto una chitarra in più e un'altra voce, come aveva suggerito Ashton.
Guardò i suoi tre amici. <Ragazzi, pensate anche voi quello che penso io?>
Loro annuirono, sicuri di pensare veramente la stessa cosa.
<Dobbiamo trovare un altro membro per la band.>
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SPAZIO AUTRICE
CIAO, PEOPLE!!!!!!!!!!!! Sono imperdonabile, lo so! É esattamente un mese che non aggiorno solo per te, perché mi ricordo che l'ultima volta che l'ho fatto era il giorno prima del concerto dei 5sos e ricordo anche di aver letto i vostri commenti mentre ero in viaggio in macchina verso Verona. 😭😭😍😍 che memories! SCUSATEMI INFINITAMENTE TANTO, ma nell'ultimo periodo di scuola ho avuto così tante verifiche, interrogazioni, e poi la settimana scorsa dovevo prepararmi per un importante esame per una certificazione di inglese... Ma ora la scuola é finita, ho tenuto l'esame, e le vacanze sono appena iniziate, quindi voglio dedicarmi interamente alle mie storie.
Ho scritto bene circa 4500 parole in questo capitolo, per farmi perdonare. Ci sono un po' i Muke, un po' la band, e Calum e Lorenza (INIZIAMO A TIFARE CARENZA/LOREM, PEOPLE!!!! 😂😂😂😍😍) Spero che vi piaccia! Fatemelo sapere con un voto e un commento, ovviamente.
Dedico il capitolo a MGCheart , perché aspettava questo aggiornamento come il Natale e la Pasqua messi insieme, (vero, sorellina a distanza?! 😁) e anche a xunpodipayne , perché so che mi vuole un mondo di bene ahahahahahah 😜😁
Se non lo aver ancora fatto, passate dalle mie altre storie: "Romeo + Romeo", "Luke and the boy next door", e "Dirty Skirts", tutte muke!!!! ❤️❤️❤️
Ciao, people!! A presto!!! ❤️
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Solo Per Te (Muke)
FanficLuke é un diciassettenne timido ed insicuro. La sua vita incerta trascorre senza molti amici per lo più rintanata tra le quattro mura della sua camera, a leggere classici e a studiare. Poi, ecco l'occasione della sua vita: un soggiorno studio a Cant...