DUE

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Canterbury distava da Londra sì e no un'ora, un'ora e mezza al massimo. Alla radio stavano trasmettendo il nuovo singolo dei OneRepublic e Luke si stava facendo un appunto mentale per ricordarsi che in Inghilterra la guida era a destra e non a sinistra.
In tutti i suoi pensieri sul suo soggiorno inglese si era sempre immaginato la sua "mamma" inglese come una signora sui cinquant'anni, magari con un leggero accenno di capelli bianchi, madre di almeno tre figli e una buona moglie, invece Lisa Morgan si era rivelata l'esatto opposto. Doveva avere più o meno sui trentacinque anni, i lunghi capelli raccolti in una coda di cavallo un po' disordinata erano di un rosso fuoco, tinti, e gli occhi piccoli color nocciola truccati con una sottile riga di eye-liner nero. Si era sposata giovanissima, a soli ventiquattro anni, con il ragazzo con cui era fidanzata da ormai otto anni, ed insieme erano andati ad abitare nella periferia a sud di Londra. Otto anni dopo il matrimonio, però, avevano divorziato, restando comunque in ottimi rapporti, e Lisa era ritornata nella sua cittadina natale, stabilendosi in una villetta a due piani nella periferia di Canterbury. Non avevano avuto figli, così la donna aveva deciso di ospitare in casa sua dei ragazzi che venivano in Inghilterra per dei soggiorni studio, un po' per riempire il vuoto della casa e un po' per soddisfare il suo desiderio materno.
<E così ti piace molto l'Inghilterra, Luke> buttò lì Lisa, mentre viaggiavano dietro ad un camion alla velocità di un bradipo.
Luke staccò la fronte dal finestrino bagnato di minuscole gocce di pioggia e si voltò verso la donna alla guida della vettura. <Sì, diciamo che mi affascina in modo particolare.>
<C'è qualche aspetto che preferisci più di altri, o ti sta tutto bene?>
<Non ci avevo mai pensato, ad essere sinceri> ammise lui. <No, adoro tutto del vostro paese, senza alcuna preferenza.>
<Anche il clima e il cibo?> chiese Lisa. <Guarda che in Italia il clima é molto meglio di qui, e poi cucinano da Dio!> gli fece notare poi, dopo che Luke ebbe annuito.
Il ragazzo sorrise. <Lo so. Infatti l'Italia é il terzo paese che amo dopo la mia Australia e l'Inghilterra. Spero di potervi andare molto presto, un giorno.>
<Ci andrai di sicuro. Mi sembri un ragazzo che ama viaggiare. Sei anche molto giovane, però. Quanti anni hai?>
<Ne ho compiuti diciassette il mese scorso> disse Luke.
<Hai tutta la vita davanti, allora.> Lisa sorpassò una vettura che stava facendo i 70 km/h e premette l'acceleratore. <Sei fortunato, ragazzo mio. Le avessi avute io le tue possibilità alla tua età.> Allora la donna iniziò a raccontare della sua famiglia, di come aveva vissuto l'infanzia e l'adolescenza, della scuola, dei professori, dei suoi amici. Era un vero e proprio fiume in piena, sembrava che non dovesse fermarsi più.
Luke intervenne a sua volta, per non rendere quella conversazione un monologo. Presentò a Lisa i suoi genitori, Liz e Andrew, e i suoi due fratelli maggiori, Ben e Jack, raccontandole cosa adorava fare insieme a loro e aggiungendo anche alcuni ricordi su qualche momento particolarmente divertente.
Senza nemmeno rendersene conto, tra una chiacchiera e l'altra, entrarono finalmente a Canterbury.
<Basta parlare, ora> gli consigliò Lisa. <Ammira la città in cui abiterai per otto mesi. Ah, e benvenuto a Canterbury.>
Luke girò lo sguardo verso il finestrino e per poco non rimase a bocca aperta per lo stupore. Era tutto esattamente come aveva visto nelle foto su internet, anzi, ancora meglio.
Quelle specie di mura, i negozi di souvenir, le case in mattoni, i lunghi viali alberati con le foglie che iniziavano a cadere ai lati dei marciapiedi. Chissà come sarebbe stato il centro, pieno di negozi, pub, e la splendida cattedrale in stile gotico.
In quell'attimo gli venne in mente "Canterbury Tales" di Geoffrey Chaucer, di cui aveva sentito parlare a scuola.
<Un giorno di questi ti porto a fare un giro in centro> si offrì Lisa, come se gli avesse letto nel pensiero, e attirando così nuovamente la sua attenzione. <Oppure possono farti da guida i ragazzi.>
"Ragazzi?" si chiese mentalmente il diciassettenne. Ma non aveva detto che non aveva figli?
<Quali ragazzi?> ripeté Luke a voce alta.
Lisa fece un attimo due più due, poi scosse la testa sbattendosi una mano sulla fronte. <Che idiota, scusami. Ma dove ho la testa oggi? Comunque, ho dimenticato di dirti che non sarai da solo. Oltre a te, ospito già altri tre ragazzi.>
"Tre?! Oddio, speriamo che siano simpatici".
Luke non era un ragazzo particolarmente incline a socializzare con le persone, lo testimoniava anche il fatto che non avesse mai avuto un vero e proprio migliore amico. Era timido, timidissimo, e questo non gli permetteva di attaccare discorso con molta facilità. Così, quando la maggior parte dei suoi coetanei usciva per andare a divertirsi alle feste o in discoteca, lui finiva sempre per rintanarsi in camera sua, ascoltando musica, studiando molto e leggendo un sacco di libri.
<Sono tuoi coetanei, due maschi e una femmina. Vedrai, ti piaceranno.> Lisa gli rivolse un largo sorriso, e Luke annuì ricambiandolo debolmente.
Subito dopo, la donna svoltò in una strada a destra che portava probabilmente verso la periferia. In effetti, Lisa Morgan abitava a Sturry Canterbury, come era scritto sulla fotocopia di Luke, e prima di giungere a destinazione, il ragazzo calcolò che, per raggiungere il centro dalla sua nuova casa, si sarebbero impiegati più o meno dieci minuti, se si viaggiava in macchina.
Dieci minuti esatti quando Lisa girò di nuovo a destra, in una strada costeggiata da larghi marciapiedi e piccole casette a due piani su entrambi i lati. Luke vide una piazzetta con un negozio di alimentari, una posta, una farmacia e un tabacchino, e poi un bivio. La donna girò ancora una volta a destra. Dopo qualche metro si fermò finalmente in un vialetto di ghiaia largo abbastanza per parcheggiare una macchina, e spense il motore.
<Eccoci arrivati> annunciò lei. <Questa é casa mia, Luke.>
Luke aprì la portiera, e quando appoggiò i piedi sul ciottolato ebbe un tuffo al cuore. Spalancò bene gli occhi e le sue labbra si allargarono in un sorriso. La villetta di Lisa era esattamente come se l'era immaginata, una casetta semplice, abbastanza piccola ed accogliente, con due piani e un giardino esterno che dava sulla strada. Probabilmente aveva anche un giardino interno, dove si poteva pranzare, stendere i panni, o addirittura coltivare un orto.
Il ragazzo si guardò intorno. Tutte le altre case erano come quella di fronte a lui. Stentava a crederci. Lui aveva sempre sognato di poter vivere anche solo per un giorno in una casetta del genere, ed ora il suo sogno si stava avverando. D'altronde, si poteva essere felici con poco, e lui in quel momento lo era, ammirando il luogo in cui avrebbe vissuto per ben otto mesi.
Lisa gli sorrise nuovamente. Gli piaceva quella donna, era molto gentile ed ospitale. <Allora, ti piace la mia dimora?> gli domandò.
<Eccome!> rispose lui, forse con un po' troppo impeto, che fece ridacchiare Lisa.
<Forza, prendiamo le tue valigie> lo esortò lei, aprendo il portellone e appoggiando a terra una delle trolley.
Luke si sistemò lo zaino su una spalla e tirò su la maniglia per trascinare la valigia.
Proprio in quel momento posò distrattamente lo sguardo sulla villetta di fronte a quella di Lisa, ed i suoi occhi azzurri incontrarono quelli di un ragazzo forse un po' più grande di lui, con le spalle appoggiate alla portiera di una jeep nera, intento a fumare una sigaretta. Era vestito con dei semplici jeans neri stretti e una camicia a quadri, eppure appariva lo stesso così perfetto. Il suo incarnato pallido, poi, metteva ancora di più in risalto i capelli biondo cenere tutti scompigliati e le iridi color smeraldo.
Fu un attimo, un secondo, uno sguardo veloce ma allo stesso tempo completo, però Luke fu investito lo stesso da uno strano brivido lungo la schiena. Sentì il cuore accelerare i battiti e trasmettere un impulso al cervello, che lo tradusse come: "é il ragazzo più bello che io abbia mai visto".
Poi, quando lo vide accennare un sorriso nella sua direzione, il diciassettenne ritrasse subito lo sguardo, e per poco non incespicò nei suoi stessi piedi non appena iniziò a dirigersi verso la porta d'ingresso. Sentì le guance andare a fuoco per la vergogna, e non osò staccare gli occhi dal ciottolato, mentre nel frattempo raggiunse Lisa, occupata ad infilare le chiavi nella serratura, e scacciò dalla testa il pensiero di qualche secondo prima su quel ragazzo.
Lisa aprì la porta e lo fece accomodare in casa, chiedendogli se gentilmente poteva levarsi le scarpe da ginnastica. <Ho paura che si rovini il parquet> gli spiegò. <Lasciale pure qui le tue valigie, per ora. Dopo ti mostro la tua camera.> Poi si affacciò alla tromba di una piccola e stretta rampa di scale che portava al piano di sopra, e gridò: <Ragazzi, siamo arrivati!>
<Arriviamo subito!> urlò di rimando una squillante voce femminile.
Lisa nel frattempo fece cenno a Luke di seguirla. Gli mostrò il piano terra, composto da un piccolo ingresso, la camera da letto di Lisa, una camera per gli ospiti, il bagno alla francese -ovvero con il gabinetto separato dal lavandino e dalla vasca -, il salotto con un camino, due divani, una televisione mega schermo e un tavolo per cenare, ed infine la cucina. Quest'ultima era una stanza non molto grande, con un ampia zona cottura, pensili e un bel ripiano su cui poter appoggiare la spesa, dove si trovavano tre grandi barattoli di porcellana ciascuno contenenti tè, zucchero e caffè, ed un bollitore per l'acqua. Una porta finestra portava ad un ripostiglio e al giardino sul retro, che si poteva intravedere anche dalla finestra sopra il lavello. Infine, tra la porta sul retro e quella della cucina, c'era un tavolino rialzato ed attaccato alla parete, con tre alti sgabelli.
Lisa gli spiegò che poteva prepararsi un tè o un caffè in qualsiasi momento della giornata, servendosi dai barattoli posti sul ripiano, e lo stesso per la colazione.
<Io mi preparo un tè> disse poi la donna. <Gradisci qualcosa, Luke?>
<Un bicchiere d'acqua, per ora.> Luke si riempì un bel bicchiere, e poi si sedette al tavolino. Notò che sopra c'era un tostapane e affianco delle fette di pane da tostare confezionate.
Nel frattempo si udì chiudere una porta, in successione dei passi veloci sulle scale, e infine comparve in cucina una ragazza non molto alta, che a vista avrà avuto la stessa età di Luke. Indossava dei pantaloncini corti di flanella, che forse sarebbero stati più adatti per una bambina di cinque anni, ed una maglietta extralarge stampata, mentre ai piedi portava solo delle calze nere corte, di cotone.
<Ciao, Lisa. I ragazzi scendono tra un minuto> informò la donna, spostando i lunghi capelli biondi su una spalla. Quindi si voltò verso il tavolo, e quando notò Luke gli rivolse un largo sorriso. <Ciao, tu sei il nuovo coinquilino. Io sono Lorenza.>
<Luke> disse il diciassettenne, stringendole la mano e ricambiando il sorriso.
<Luruenza é italiana> intervenne Lisa, riempiendosi una tazza con l'acqua calda.
La bionda roteò gli occhi, e si sedette su uno sgabello libero. <Lisa, é LORENZA, con la O. Comunque sì, vengo dal Bel Paese, come lo hanno definito Dante e Petrarca in alcune poesie.>
<Nella lista dei paesi preferiti da Luke, l'Italia é al terzo posto> aggiunse ancora la donna.
Lorenza si illuminò come una lampadina. <Davvero?> Quando sorrideva le risplendevano gli occhi. Erano particolari, marroni ma con qualche sfumatura di verde.
Luke si limitò ad annuire.
<Ma é fantastico! Allora una sera di queste ti devo assolutamente cucinare una bella pizza che non assomiglia nemmeno lontanamente a quelle surgelate, oppure delle gustose lasagne, o del fritto misto... A te la scelta.>
"Una ragazza molto socievole" pensò l'australiano. Fu così colpito dalla sua ospitalità e gentilezza che non seppe trovare con facilità le parole da dirle, ed arrossì, come gli accedeva spesso.
<Be', grazie. É molto gentile da parte tua> biascicò infine, trovando interessanti le piastrelle del pavimento.
<Ah, non ti preoccupare. É un piacere per me> lo tranquillizzò Lorenza. <Preparo la cena cinque giorni su sette.>
A quelle parole Lisa le rivolse un'occhiata di traverso. <Vuoi farmi fare brutta figura di fronte ad un nuovo ospite?>
<Certo che no, Lisa> si difese la ragazza. <Lo sai che scherzo.>
<Sì, lo so, cara. Però, ammetto che sei tu a consigliarmi i piatti da cucinare la maggior parte della volte. E anche a cucinare.>
Scoppiarono a ridere tutti e tre.
Subito dopo si sentirono delle risate, come se qualcuno si stesse spintonando per scherzo, e poi entrarono in cucina due ragazzi forse coetanei di Luke. Gli altri due coinquilini. Il primo aveva i capelli castani, gli occhi color cioccolato e i tratti asiatici, mentre il secondo aveva i caselli castano chiari ed ondulati nascosti sotto il cappuccio della felpa, e portava gli occhiali.
<Salve, nuovo coinquilino!> esclamò quello moro rivolto verso Luke, allargando le labbra in un sorriso e spalancando le braccia.
<Ciao!> lo salutò l'altro, e si aggiustò meglio gli occhiali sul naso.
Luke, da parte sua, ricambiò il saluto e si meravigliò nuovamente per tutta quella loro accoglienza ospitale.
<Come é andato il viaggio?> gli chiese quello con i capelli ricci. L'altro si riempì un bicchiere con del succo d'arancia e poi si ricongiunse al gruppo.
Luke sorrise al ragazzo che gli aveva posto la domanda. <Bene, grazie. Ho viaggiato molto comodamente.>
A quel punto Lorenza si girò sullo sgabello in modo da vedere anche i due ragazzi dietro di lei, poi si rivolse verso Luke. <Loro, invece, sono Calum ed Ashton> lo informò, indicando prima il ragazzo con gli occhi a mandorla e poi quello con la felpa grigia. <Ragazzi, lui é Luke.>
Altri saluti, altre strette di mano, altri sorrisi.
Luke pensò che, forse, era stato abbastanza fortunato e aveva incontrato delle persone che avrebbero potuto diventare sue amiche.
<Bene, vedo che avete fatto conoscenza> constatò Lisa, mentre rovistava nel frigo. <Luruenza, é avanzata della besciamella che abbiamo usato per la torta salata di ieri, e dovrei avere ancora della pasta a sfoglie.>
La ragazza raddrizzò la schiena come un cane quando punta qualcosa. <Questo vuol dire soltanto una cosa: stasera si cena con le lasagne di Lorenza.>
Ashton e Calum ridacchiarono.
<Sono di tuo gradimento le lasagne, Luke?> chiese poi Calum al diciassettenne, notando che nessuno aveva chiesto il suo parere.
Luke annuì. <Mi piacciono molto, e sono proprio curioso di assaggiare quelle cucinate da un'italiana.>
Sentendo quelle parole, Lorenza balzò in piedi e si mise in posizione da soldato. <E io non ti deluderò!> esclamò schioccando le dita, per poi scoppiare a ridere insieme ai ragazzi.
In quel momento Luke pensò di non aver mai incontrato delle persone così simpatiche come loro, veramente. Sentì di aver trovato un altro posto da poter considerare come "casa".
Poi, Lisa si voltò verso Ashton e Calum. <Ragazzi, accompagnate voi Luke nella sua nuova camera?>
I due annuirono volentieri. <Ti aiutiamo anche con le valigie> si offrì Calum per entrambi.
<Grazie, ma ce la faccio anche da solo. Sono un po' pesanti> si giustificò Luke, ma Ashton lo zittì con un gesto della mano.
<Tranquillo, ci fa piacere. Solidarietà maschile.>
<Oh, che cavalieri> scherzò Lorenza. <Bravi uomini, però. Lasciate libera la cucina alla chef, se volete mangiare.>
Luke si alzò dal tavolo e seguì gli altri due in corridoio. Si chiuse la porta alle spalle, ma prima di salire le scale si fermò un attimo a pensare.
Lorenza aveva dei bei occhi, però dove ne aveva visto un altro paio ancora più incantevoli?
Ah, sì. Nel ragazzo appoggiato alla jeep.
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SPAZIO AUTRICE
Hi, people! Stasera vi saluto in inglese perché mi sento tanto british, un po' perché rileggendo questo capitolo mi sono ricordata di tutti i momenti belli che ho vissuto a Canterbury, e un po' perché ho ripassato per l'ennesima volta la regina Elisabetta I e Shakespeare visto che domani la prof di inglese farà un ripasso del programma dell'anno scorso, e sicuramente farà domande a me perché sono brava in inglese (acc... Ahahah)
Comunque, ta daaaaaa!!! Ecco il secondo capitolo!! Sono riuscita ad aggiornare in settimana, viva me!! Come vi avevo anticipato, Luke ha conosciuto i suoi tre coinquilini, Lorenza, Calum ed Ashton. Come vi sembrano, ad un primo impatto? E poi Luke ha visto per la prima volta il ragazzo dagli occhi verdi. Chi sarà mai? Mah, chissà. Secondo me é qualcuno il cui nome inizia per M, e secondo voi? Lo scopriremo meglio nel prossimo capitolo ahahahah
Parlando di altro, OMG, manca soltanto un mese all'uscita di Sounds Good Feels Good! Io non vedo l'ora di ascoltare tutte le nuove canzoni, e voi?
Vabbe, basta con le domande ora (rispondetemi solo se ne avete voglia ahah). Vado a vedere Ma Come Ti Vesti?! ahahahah Se la storia vi piace mettete votini e commentate, come sempre. Ricambio, basta che mi scriviate nei commenti le vostre storie, sempre se volete. Goodbye, people! ❤️

Solo Per Te (Muke)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora