High, again.

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Arrivai in quel vicolo che conoscevo bene.
Era lì che era finito ed iniziato tutto.
Cosa ci facevo di nuovo in quel posto?
Il solito spacciatire mi si avvicinò.
Non era un tipaccio, come ci si può aspettare.
Era un bravo ragazzo, infondo.
Aveva solo fatto le scelte sbagliate.
"Ehi Ma, di nuovo da queste parti?" Mi salutò, con la solita voce lenta e strascicata.
"Putroppo. Come te la passi, Ni?" Chiesi.
"Al solito. Vendo molto ultimamente. La gente è fuori di testa, anche i ragazzini ormai vengono a comprare erba. Ad un paio li ho mandati via!" Mi raccontò, esterrefatto.
"Ti devo ricordare a quanti anni ho iniziato io?" Ironizzai.
"Ma, non eri una figlia di papà che non sapeva come buttare i suoi soldi. Tu non sei loro." Mi disse.
"Sarà -minimizzai. - mi dai un grammo?" Andai al dunque.
"Tieni -disse, porgendomi un sacchetto- sono due grammi, offre il sottoscritto. Ho l'impressione che non ti rivedrò presto. Almeno ti ricorderai di me in modo positivo!" Disse ridendo, con la sua risata grave.
"Grazie" dissi, ed andai via.

Tornai alla villetta, senza farmi sentire.
Presi il necessario ler rollare dal mio giacchino ed andai in giardino.

Girai la canna, la accesi, e feci un tiro profondo. Tenni il fumo nei polmoni più dell'usuale. Mi mancava terribilmente.

Una donna forte mi rimbombava nella testa, come un suono ovattato.
Non lo ero. Cadevo, in continuazione. E mi rialzavo a fatica. Ma almeno ti rialzi suggerì una vocina nella mia testa.

"Cosa caz-" esordì Jaser alle mie spalle.
Si sedette accanto a me, i gomiti appoggiati alle ginocchia, il viso premuto tra le mani.
Dopo un pò risollevò la testa di scatto.
"Perché?" Chiese, con sguardo severo.
Mi sentivo arrabbiata per quella domanda posta con quel tono truce. Non poteva controllare la mia vita. Poteva farne parte, se non aveva paura di esserne inghiottito. Ma non controllarla.

"Perché no?" Gli risposi, fredda.
"Perché - fece un respiro profondo- perché più fumi, più diventi assente. Ed io ti voglio qui, presente, insieme a me!" Esclamò.
"Ogni tanto fa bene assentarsi - dissi- come a scuola -aggiunsi, ridendo di una risata vuota-"
"Stai delirando" si lamentò lui.
"Jaser, non puoi controllarmi" sputai, secca.
"Lo so. Non hai tu il controllo su te stessa, figurati se pretendo di assumerlo io" sbuffò una risata ironica.
"Autocontrollo, che cazzata. Opprimere se stessi. Perché farlo?" Chiesi, alzando la voce.
"Perché a volte le conseguenze sono ancor più opprimenti" disse, squadrandomi con disapunto, per un attimo sembrò anche con disprezzo.
"Quando fumo mi sento libera" gli confessai.
"Si, perché smetti di esistere" mi rispose.
"Cosa ti importa?" Dissi. Che stupida. Mi aveva aiutata, senza conoscermi, senza volere nulla in cambio. Lui era uno di quelli. Quelli a cui importa.
"Voglio vederti sorridere, muoverti veloce mentre sei indaffarata, fare sesso con te. Voglio starti accanto la notte, sapendo che non stai facendo incubi. Voglio che tu sia felice." Disse. Le sue parole erano così dolci, stonavano con il suo tono.
"Ma perché?" Chiesi, alzando ancor di più la voce. Davvero, perché? Perché stava facendo tutto questo?
"Perché ti amo!" Urlò, sfinito e sconsolato.
Lo guardai intensamente. Ti amo anche io. Quella frase mi restò incastrata tra le corde vocali.

Jaser.

Mi stava facendo impazzire.
Perché fumare ancora, di nuovo?
Era così bella, così viva, da quando aveva abbandonato l'erba.
Non mi preoccupava la canna che stava fumando in quel momento, ma tutte le altre che sarebbero arrivate nei momenti successivi.
"Ma perché?" Mi chiese, dopo averle spiegato che volevo vederla spensierata e felice, accanto a me.
"Perché ti amo!" Urlai. Mi ero trattenuto troppo. Era quello che provavo, dovevo dirlo.

Restò immobile, fissandomi negli occhi. I auoi erano così glaciali ed impenetrabili, come sempre.
Non ricambiava, era chiaro.
Cosa dovevo aspettarmi da una persona che non conosceva l'amore, l'affetto.
Rimasi deluso, ma avrei dovuto aslettarmelo.

Mi alzai, lasciandola nel sua grigia aura di morte. L'avrei tirata fuori appena io mi sarei sentito più vivo.
Fosse stata volente o nolente.

Andai nel bagno. Mi guardai allo specchio.
L'amore fa soffrire. E questo lo sanno tutti.
Allora perché ci ostiniamo ad innamorarci?
Siamo dei piccoli masochisti.
Autesionisti.

Autolesionisti.

Abbassai lo sguardo sulle mie cicatrici bianche.

Spazio autrice.

HELLO UNICORNS! ♡
Spero che pian piano stiate iniziando a capire nuovi tratti dei due personaggi.
Il latino mi aspetta, quindi vi mando un grande bacio ed un firte abbraccio. ♡

Specialmente a lei che è una delle carucce che mi scrive su twitter!
Ps: visto, ho pubblicato in mezz'ora!

Specialmente a lei che è una delle carucce che mi scrive su twitter! Ps: visto, ho pubblicato in mezz'ora!

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Psycho || Jaser Saved Me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora