engagement.

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"Tu sei?" Mi indicò, quasi disgustata.
"La mia ragazza" disse Jaser, sempre più irritato.
Entrambe lo guardammo.
Lei era sbigottita, ma mai quanto me.
Mi ricomposi, come se quanto aveva appena detto fosse normalissimo per me.
"Tu, piuttosto, chi sei?" Le chiesi, incrociando le braccia sul petto.

Si gonfiò un pò, come se stesse per annunciare un qualche nobile, quando rispose, senplicemente, "Quella che stava al posto tuo" con un palese sguardo di sfida.
Guardai Jaser alzando un sopracciglio. Davvero era stato con una gallina del genere?
"Non era la mia ragazza" mi disse lui, ben interpretando il mio sguardo.
"E allora cosa?" Chiesi, esasperata da quel tergiversare.
"Diciamo che mi chiamava quando si voleva divertire" disse lei, fiera.
Un'espressione di disgusto si dipinse spontaneamente sul mio viso.
"Ora puoi anche andare" le disse Jaser, irritato.
"Eri più simpatico quando stavi con me" sentenziò lei, andando via.

Mi accesi una sigaretta. Jaser mi fissava come se si aspettasse di sentirmi dire qualcosa. Invece rimasi in silenzio, a fumare lentamente la mia marlboro.
"Perché ti sei incupita?" Mi chiese.
"Andavi a troie prima di venire in paese?" Sbuffai una risata ironica.
"Tutti sbagliamo, no?" Affermò, istigandomi.
Non avrebbe dovuto.
Mi alzai dalla panchina, senza dire niente.
Gettai la sigaretta nell'apposito cestino e iniziai a camminare nella direzione opposta a Jaser.

Jaser.

"Tutti sbagliamo, no?" Le risposi a tono.
Stupida linguaccia.
Senza che avessi tempo per accorgermene, Marta stava già camminando lontana da me.
E per qualche motivo, che forse già sapevo ma non volevo ammettere a me stesso, vederla andare via mi distruggeva il cuore. Ogni passo, una crepa.
Mi alzai, iniziai a seguirla.
La raggiunsi dopo poco, prendendola per un polso.
"Dove vai Marta?" Le chiesi, calmo.
Lei mi guardò con quei suoi occhi glaciali.
"Non lo so" ammise.
Dove aveva intenzione di andare, così piccola, invisibile, in questa grande città?
La abbracciai forte. La gente ci passava vicino sfiorandoci, a volte anche spingendoci leggermente. Non mi importava, in quel momento c'eravamo solo io e lei.
"Andiamo a casa" le dissi, prendendola per mano.
Passammo dallo Starbucks per prendere una cioccolata calda. Dopo poco, atrivammo a casa.
Ci stendemmo sul letto, abbracciati.

"Quella ragazza non è nessuno. Mi veniva dietro al liceo, ed io ogni tanto la usavo. Non mi è mai piaciuta, ma ehi, sono un ragazzo. Certe cazzate le facciamo" le chiarì.
"Meglio così. Ma chiariscimi un'altra cosa: stiamo insieme?" Mi chiese lei, corrucciata.
"L'ho detto istintivamente per allontanarla. Ma direi che si, stiamo insieme. Se tu vuoi" dissi, leggermente nervoso. Speravo in un si.

"Si. Si, voglio" mi sorrise.
Le baciai delicatamente la fronte.
Era il momento giusto per dirle che la amavo? Forse avrei dovuto aspettare. Non volevo spaventarla. Aveva bisogno dei suoi tempi, probabilmente. Ed io non avevo alcuna fretta.
Mi limitai a continuare a guardarla.
Era bella da mozzare il fiato.
Fu lei a rompere quel silenzio.
"Jaser?" Sussurrò.
"Dimmi" le sorrisi.
"Voglio fare l'amore" affermò, guardandomi fisso negli occhi.
E lo facemmo. 

Spazio autrice

HELLO UNICORNS! ♡

SCUSATEMI se mi sono assentata per un pò, ma sto avendo tanto, troppo da fare.
Maggio è un mese assurdo per chi è di maturità.
Chi di voi è al quinto anno mi capirà.

Cercherò di essere più presente, promesso ♡

Come sempre vi lascio il mio nick twitter (@handsonapiano) e vi invito a scriverimi, per larlare di qualsiasi cosa!

Un bacio a tutte le ragazze che mi hanno seguita e che mi scrivono sempre, siete delle cucciole.

Ci rivediamo presto ♡

Psycho || Jaser Saved Me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora