Holydays.

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Few month leather.
Mi svegliai con il dolce suono di una sonora imprecazione di Jaser.
"Che succede?" Gli chiesi.
"I miei vengono qui per le vacanze di Natale" spiegò, sbuffando.
Natale. Me ne ero quasi dimenticata. La festa che più odiavo al mondo.
"Qual'è il problema?" Chiesi, ancora.
"Mi piace stare qui perché sono lontano dalla città, dalla confusione, e sopratutto da loro!" Rispose lui.

Jaser.

Dovevo trovare una soluzione.
Avrei dovuto sopportare quei due per tutte le vacanze. Senza contare che, altezzosi com'erano, avrebbero preso un colpo vedendo Marta, con i suoi piercing e tatuaggi.
Ma se non fossero venuti loro qui, sarei dovuto andare io da loro. Ma non potevo lasciare Marta da sola.
Improvvisamente pensai: chissà da quanto non festeggia il Natale, Marta.
Ma decisi di non chiederglielo.

Quell'anno, lo giurai a me stesso, avrei fatto passare a Marta il Natale più bello della sua vita. Se lo meritava, dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per star meglio.
Non fumava più erba. Ed anche il numero delle sigarette, pian piano, iniziava a diminuire.
Il lavoro andava bene, a quando diceva lei. Solo che quel Marco...non mi era mai andato giù, sin dal primo momento.
Avrei dovuto fare qucosa di speciale. Ma cosa?
Niente di troppo romantico, non lo avrebbe apprezzato, pensai.
Avrei dovuto chiedere aiuto a Brian, era lui quello bravo in queste cose.
Era andato via qualche giorno dopo aver presentato Marta a Marco.
"Jaser?" Rispose al telefono.
"Ciao Brian! Senti, ho bisogno di una mano" dissi, chiudendomi in bagno perché Marta non mi sentisse.
"Dimmi pure" rispose, incuriosito.
"Vorrei fare qualcosa di speciale per Marta per Natale, ma non ho idee!" Gli spiegai.
Mi diede un paio di dritte e di consigli, facendomi venire un'idea.
" Grazie mille Brian, ti saluto." Chiusi la chiamata ed immediatamente digitai il numero di mio padre.
"Jaser" mi rispose.
"Ciao pà. Senti, per le vacanze tu e la mamma venite qui, no?" Chiesi, retorico.
"Si, perché?" Chiese lui.
"Io vado via con -esitai- un'amica" dissi.
"Un'amica, eh? Ho capito, ho capito. Veniamo oggi stesso. Iniziare le vacanze due giorni prima non ha mai ucciso nessuno, no?" Disse,ridendo.
"D'accordo, vado a fare la valigia, a dopo" mi congedai.
Andai in stanza, dove trovai Marta beatamente sdraiata fra le lenzuola bianche del grande letto.
"Ho una sorpresa per te" le sussurrai.
"Dimmi, sono curiosa" mi rispose, avvinghiandosi a me.
"Prepara la valigia, non ti dirò nulla. Ti fidi di me?"
Mi stampò un bacio sulle labbra, che io interpretai come un "si".
Anche io inizia a fare la mia.

Appena finimmo, ci lanciammo nuovamente sul letto.

Marta.

Mi resi conto che avrei dovuto informare Marco circa la mia assenza.
Mi alzai dal letto ed andai in bagno.
"Carissima" mi rispose.
"Ciao Marco. Senti, non ci sarò in questi giorni, non so esattamente per quanto tempo." Lo informai.
"Cosa significa non so esattamente per quanto tempo?" Chiese, leggermente infastidito.
"Parto con Jaser, ha orginizzato tutto lui e non mi ha detto dove andremo ne quanto statemo. Appena lo saprò, ti chiamerò."
"Lo sai che quando torni ti tocca...lavoro doppio" disse, ridendo. Quanto lo odiavo quando era così depravato.
"Ci sentiamo Marco" dissi, e riattaccai il telefono.

Lavoro doppio - pensai- avrei fatto anche il triplo o il quadruplo pur di poter partire con Jaser.

Suonò il campanello, ed andai ad aprire. Sentii i passi veloci di Jaser inseguirmi.
Feci per aprire, quando sentii il suo rotto della voce di Jaser. Sembrava quasi jn "oh, cazzo". Cosa stava succedendo?
Aprii la porta, trovandomi davanti due signori eleganti. Presumibilmente i suoi genitori, che mi guardarono con sguardo perplesso.
"Salve" li salutai porgendogli la mano, che non venne stretta. Cortesi.
Mi spostai, facendolo passare.
Jaser mi lanciò uno sguardo piano di rammarico.
"Mamma, papà, lei è Marta" mi presentò.
"Sarebbe lei la tua amica?" Disse il padre, indicandomi con disprezzo.
"Papà, riesci a non farmi fare figure di merda, per una volta? Gli disse.
"Non usare questo linguaggio!" Lo rimproverò.
"Non usare questo atteggiamento" incalzò Jaser.
Allungò una mano, sulla quale il padre poggiò delle chiavi.
Jaser andò a prendere le valiggie e portatele di nuovo sull'uscio della pprta, dove ero rimasta insieme ai suoi, li salutò velocemente e salimmo in macchina.
"Mi dispiace" disse cupo, accendendo il motore.
Guidò per un bel pò. Mi appisolai.

"Marta" mi sussurrò vicino "siamo arrivati".

Spazio autrice.

HELLO UNICORNS! ♡
Scusate se mi sono assentata per un pò, ma tra scuola, sport, scuola, amici, scuola, non ho avuto molto tempo.

Spero che il capitolo vi piaccia!

Al solito vi invito a seguirmi e a scrivermi su twitter! @handsonapiano
Oltre ai miei tweet pieni di disagio, ogni tanto scrivo anche riguardo alla storia.

Bye unicorns ♡

Psycho || Jaser Saved Me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora